LEGO Ford F-150 Raptor
42126, LEGO Technic
Combinazione perfetta tra Ford e Lego, il Ford F-150 Raptor è di un bell’arancione acceso, sterza davvero, ha la trazione posteriore con il differenziale e un motore V6. È il giocattolo perfetto da montare insieme ai più piccoli.
Sono pochissime le cose che mi piacciono più dei Lego. Tra queste ci sono i pick-up americani. Da qualche giorno, sugli scaffali dei negozi svizzeri sono comparse nuove scatole della Lego Technic che combinano entrambe le mie passioni. A partire da oggi, infatti, è disponibile il Lego Ford F-150 Raptor.
Questo modellino si presenta come la copia fedele all’originale pick-up Ford top di gamma. Vediamo se è davvero così. Per fare un confronto mi sono procurato un vero Ford Raptor. Ringrazio Auto Center Worben, a cui appartiene il Raptor raffigurato nelle immagini.
Il Raptor in foto è sì un Ford Ranger Raptor ma, nonostante l’inconfondibile stile Raptor, non è un F-150. Su questo torneremo dopo. Perché prima di fare il confronto dobbiamo darci da fare con i mattoncini: è ora di costruire il modellino 42126.
L’ultima volta che ho costruito un modellino della serie Technic è stato nel 1993. Negli anni a seguire ho usato i Lego solo come prototipo per altri progetti. Per la gioia dell’appassionato di pick-up che c’è in me, con il Raptor finalmente ho ripreso in mano un libretto delle istruzioni. Oltre a elencare i 435 step da seguire, il libretto fornisce anche alcuni dati tecnici sul vero pick-up. Il Raptor «grande» in realtà si chiama Ford F-150 Raptor e fa parte della serie di modelli F-150 che esiste sin dal 1948.
Questo fatto mi avrebbe colpito molto anche da bambino, quando avrei letteralmente divorato tutti i dati riportati sulla scatola. Il modellino è destinato ai maggiori di 18 anni, ma mi verrebbe da dire che sarei riuscito a costruirlo anche se ne avessi avuti 10. Nell’insieme l’assemblaggio è risultato abbastanza complesso in alcuni passaggi, ma mai impossibile o frustrante.
Se avrai la pazienza di dare una mano durante l’assemblaggio, anche tua figlia o tuo figlio non dovrebbe avere problemi. Ne sono sicuro. Mi piace anche l’idea che, mentre sarete impegnati nella costruzione, avrete qualcosa in comune di cui parlare.
Il libretto delle istruzioni, comunque, si becca già il massimo dei voti: il valore aggiunto che offre a te e ai tuoi figli va ben oltre i mattoncini. E anche se il futuro dell’auto ormai è già inequivocabilmente elettrico, le dieci pagine possono servire proprio a questo: a insegnare un po’ di storia con il valido supporto del modellino finito. Ecco perché posso parlare dei pick-up con tranquillità in questa recensione.
Mi metto al lavoro. Non ci vorrà poi così tanto, mi dico. Confisco il tavolo della cucina. L’idea migliore e contemporaneamente peggiore che potessi avere per questo progetto. Infatti, se avessi utilizzato la scrivania non avrei più potuto lavorare. Per contro, nei giorni scorsi mi è toccato mangiare sempre sul divano.
Come avrei potuto immaginare che per costruire il pick-up mi sarebbero servite 7 ore, 56 minuti e 56 secondi?
Il montaggio inizia in modo abbastanza noioso e poco spettacolare. I pezzi arancione acceso sono nei sacchetti con il numero 3 sopra, ma per ora non mi servono. Nella prima fase infatti sono occupato a montare pezzi grigi e neri per realizzare dei componenti in plastica apparentemente senza senso. Dopo circa 50 passaggi mi accorgo che, lentamente ma inesorabilmente, qualcosa inizia a prendere forma. Il montaggio della sospensione delle ruote anteriori, interamente molleggiata, richiede molta pazienza. Ma mi dà grande soddisfazione.
Se costruisci il modellino insieme a tua figlia o tuo figlio, vedrai che la prima parte del Raptor è sì impegnativa, ma comunque fattibile. Il tuo aiuto servirà soprattutto per il montaggio dell’ammortizzatore delle ruote anteriori (tutte le ruote hanno una propria ammortizzazione e sono dotate di sospensione a ruote indipendenti). Ma qui anche agli adulti serve una mano. O si rischia di fare qualcosa di sbagliato.
Dopo 106 passaggi, le istruzioni mi dicono di aprire i sacchetti con il numero 2.
A questo punto, le cose fanno più complesse e soprattutto più interessanti. Assemblo il motore V6 del Raptor e lo collego alle ruote per fare in modo che i cilindri si muovano quando queste girano. Diversamente da quanto succede nel vero Raptor, qui non sono i cilindri a far muovere le ruote bensì le ruote ad azionare i cilindri. Purtroppo il modellino non ha né un motore elettrico né uno a benzina. Sarebbe epico se fosse in grado di muoversi da solo.
Particolarmente intelligente è una ruota dentata rossa che nel modellino finito non si vede quasi, tranne quando si apre il cofano del motore. Il volante sul cruscotto del Raptor non funziona: è solo decorativo. Al suo posto, però, c’è una ruota dentata sul tetto che controlla lo sterzo. Un sistema di aste va dal tetto sotto al vano passeggeri, fino alle ruote anteriori. Il sistema incrocia così il motore V6, perché il tirante dello sterzo arriva a poggiare sull’azionamento mentre le sospensioni dell’asse delle ruote sono sotto. La ruota dentata rossa gira a vuoto intorno alla struttura dell’azionamento e collega in modo intelligente le ruote allo sterzo, senza complicare inutilmente il modellino o rubare altro spazio.
La seconda fase è anche quella per cui, probabilmente, è stata messa l’indicazione di età a 18 anni. Nei 151 passaggi prima di arrivare ai sacchetti con il numero 3 serve molta precisione. A volte, intere sezioni del modellino rimangono allentate o traballanti fino a quando non inserisci un certo bullone in posizione. Quindi, se lo stai costruendo con i tuoi figli, preparati a dare una grossa mano.
Al termine avrai costruito ogni parte del Ford F-150 Raptor, tranne la carrozzeria. Il mio cronometro segna 4:46:01.
Mancano 175 passaggi alla fine. Solo la carrozzeria. Non può essere così difficile, giusto? Sbagliato! Perché nella terza fase, anche se molti dei pezzi sono grandi e massicci, è chiaro che gli ingegneri Lego avevano già in mente quale sarebbe dovuto essere l'aspetto finale del kit sin dalle primissime fasi di progettazione. Così come accade nella versione reale, dall’esterno non si deve vedere la tecnologia nascosta all’interno. E in ogni caso fa più scena aprire il cofano per vedere il motore.
Va notato che Lego utilizza molti pezzi in modo assolutamente insolito per creare un effetto sorpresa e costruire forme completamente nuove. Si nota, tra l’altro, anche nel paraurti posteriore. Qui, alcuni pezzi che normalmente utilizzeresti come tiranteria per svolgere una qualche funzione sono impiegati in modo da comporre, alla fine, un paraurti davvero notevole.
Ecco perché ci sono gli adesivi. Solo due pezzi sono già stampati: i parafanghi posteriori su cui compare il logo del Raptor. Su tutto il resto – cofano posteriore, fari, cruscotto, pedane, mascherina del radiatore e targa – gli adesivi devi metterli tu. Anche se una volta applicati gli adesivi si presentano bene, questa cosa non mi è piaciuta. Sembra quasi che gli ingegneri Lego abbiano cercato la soluzione più rapida per risolvere il problema. Non è possibile montare dei fari veri per motivi di spazio? Vai con gli adesivi!
Ma, dopo 7 ore 56 minuti e 46 secondi, il Ford Raptor è finito. Le ruote girano, lo sterzo funziona, gli sportelli e i cofani si aprono e i sedili anteriori si ribaltano in avanti.
Confrontando il Raptor e il Raptor Lego, la prima cosa che mi colpisce è il colore. Il vero pick-up esiste soltanto in un colore chiamato Race Red, che è praticamente un rosso. Invece il Raptor Lego è arancione. È vero che in Svizzera esiste un Ford pick-up più o meno arancione, ma è il Ford Ranger, non il Ford F-150. Il Ranger esiste anche in un’edizione Raptor. Si differenziano soprattutto per le dimensioni.
Il motivo del colore va ricercato nelle origini della serie di Ford Raptor. Il Ford F-150 Raptor è sul mercato da gennaio 2010 e rappresenta la risposta Ford a quel trend in voga nei primi anni del millennio, identificabile nell’espressione «fast truck». Ma il mondo aveva già conosciuto il Raptor due anni prima, con il nome di Ford F-150 SVT Raptor. Subito dopo la presentazione a un salone dell’auto, il primo Raptor – poco dopo decurtato della sigla SVT – aveva affrontato il deserto partecipando, con la versione leggermente modificata Ford F-150 SVT Raptor R, al rally «Baja 1000». Ovvero quello che spesso viene definito «il rally più pericoloso degli Stati Uniti». Perché non soltanto bisogna percorrere le strade più dissestate e i terreni più accidentati degli Stati Uniti, ma ci sono da affrontare anche le trappole disseminate dagli abitanti lungo il tracciato.
Il Ford SVT Raptor del 2008, prototipo dell’attuale, ha sorpreso tutti: non solo il Raptor è risultato più veloce della concorrenza, ma si è dimostrato anche un vero «mulo». L’allora re dei truck veloci, il GMC Syclone, era sì capace di accelerare da 0 a 100 in 4,4 secondi, ma non era in grado di trainare carichi. L’SVT Raptor avrà perso la gara in velocità, ma durante la settimana si occupa di tutti i trasporti per una PMI. L’aspetto da truck dell’SVT Raptor non è di pura apparenza. Ha un’utilità pratica.
Di che colore era il primo SVT Raptor che ha partecipato alla Baja 1000? Ford lo chiama «Molten Orange», arancione ardente. Il «Molten Orange» non esiste più. La versione 2021 del veicolo è disponibile negli USA al massimo in «Code Orange». L’industria dell’auto non si risparmia quando si tratta di colori.
Ecco perché il modellino Lego è un moderno F-150 Raptor del colore del primo Raptor che ha partecipato alla Baja 1000. Infatti il pick-up Lego è giallo-arancio.
Metto il Raptor Lego a fianco del Ranger Raptor. Mi rendo subito conto che gli ingegneri Lego non si sono limitati a prestare particolare attenzione al colore. Ci sono dei dettagli davvero straordinari.
Confrontiamo le ruote dei due veicoli.
Certo, manca il marchio Ford, ma sono le stesse. E i fori sulla pedana sono uguali. Anche se Lego ha posizionato il logo del Raptor nel punto sbagliato dell’adesivo, gli elementi principali ci sono.
Poi c’è la grande sfida degli ingegneri Lego: dotare ogni ruota dell’ammortizzatore. Basta uno sguardo sotto al Ranger Raptor per capire chiaramente da dove è arrivata l’ispirazione.
Ci sono poi tutti quegli elementi del set Lego che sono troppo piccoli per essere raffigurati con precisione, tranne appunto in forma di adesivo, ma che sono comunque presenti nel modellino. A volte magari più come idea, ma è comunque facile riconoscere a cosa si sono ispirati i tecnici Lego. Ad esempio, le aperture di ventilazione poco prima dello sportello del conducente e del passeggero.
Certo: la vera apertura di ventilazione non è un semplice foro sulla fiancata dell’auto, ma la forma e l’idea sono chiaramente riconoscibili.
C’è però un componente che mi irrita davvero. Da qualche anno, Ford ha detto addio al tasto blu nella mascherina del radiatore. Al suo posto è l’intera mascherina ad essersi trasformata nel marchio di fabbrica. Il nome «Ford», infatti, è parte integrante della mascherina. «Quando è successo», mi chiederai? Facile: nel 2008. Nel Ford F-150 Raptor.
È iconica, e l’idea del massiccio logo fisico mi piace davvero molto. Perché, allora, la mascherina della griglia del Raptor di Lego è un adesivo?
«Forse perché produrre un singolo pezzo per un set lego non è conveniente?», penserai.
Potrei capirlo se non ci fossero i parafanghi posteriori, su cui è invece stampato il nome Raptor. Sarebbe troppo chiedere di realizzare una mascherina del radiatore con la stampigliatura Ford?
Dopo sette ore di montaggio, ho in mano un modellino che mi piace molto. A livello visivo il Raptor può essere solo un Raptor, e le linee dell’F-150 ci sono tutte. Ottimo. Ma le funzioni sono limitate. Le poderose ruote in gomma non ruotano molto bene, per il resto ci sono solo gli sportelli, lo sterzo e l’ammortizzazione.
Ma il processo di montaggio mi ha lasciato un bel ricordo: non ho soltanto ripreso a costruire Lego, ma ho anche scoperto le correlazioni meccaniche nel modellino. Non da slogan, tipo «vivi l’esperienza Lego», ma in senso molto reale. Pezzi che apparentemente non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro improvvisamente acquistano significato. Tutti insieme creano qualcosa di più grande, di colpo costruisci una funzione e un bullone diventa decisivo.
Ecco perché ti consiglio di costruire il set insieme a tua figlia, tuo figlio, tuo cugino. Prenditi un po’ di tempo e datti anche tempo. Forse per l’assemblaggio serviranno più di otto ore, ma passerai del tempo di qualità con tuo figlio o figlia e potrai mostrargli come funziona la tecnologia.
In realtà, la recensione sarebbe finita qui. Ma, se decidi di montare il Raptor insieme a un bambino, ti servono argomenti di cui parlare. Le poche informazioni che trovi nel libretto delle istruzioni non sono sufficienti. Ecco perché ho raccolto altri fatti e particolarità sul Ford F-150 che potrai condividere durante il montaggio, dall’alto della tua posizione di adulto onnisciente.
Lego mi ha spedito due set. Uno l’ho costruito io, l’altro aspetta qualcuno che lo faccia. Magari proprio tu. Ecco perché lo metto in palio. Prova a vincerlo!
Perché dovrei darti un Raptor?
Il concorso è terminato.
Giornalista. Autore. Hacker. Sono un contastorie e mi piace scovare segreti, tabù, limiti e documentare il mondo, scrivendo nero su bianco. Non perché sappia farlo, ma perché non so fare altro.