Nikon Z 8: shut up and take my money
Meno tozza della Z 9, ma più o meno con le stesse prestazioni, la Z 8 è un degna rivale della molto più cara Sony Alpha 1. La decisione di acquisto dipende soprattutto dalle preferenze personali.
Posso avere una Nikon Z 9 ma più piccola, più leggera e più economica? Ecco qui: la Z 8 ha lo stesso sensore, lo stesso processore e lo stesso autofocus. Sono pochissime le cose a cui rinunciare rispetto alla più costosa Z 9.
La Z 8, come la Z 9, è quindi una fotocamera per professionisti, oppure per fotografi amatoriali con grandi aspettative. Come orientamento, la Z 8 è una fotocamera per tutte le occasioni: non ha un uso specifico, ma sa fare tutto benissimo. Un po’ come la Sony Alpha 1 o la Canon EOS R5. In questo articolo, quindi, parlerò anche delle differenze tra questi modelli.
Ergonomia nel nome della praticità
Con i suoi 910 grammi, la Z 8 è più leggera della Z 9 che pesa 1340 grammi, ma è comunque piuttosto massiccia. La Sony Alpha 1 e la Canon R5 pesano decisamente meno, rispettivamente 739 e 738 grammi.
Per essere una fotocamera non dotata di impugnatura con batteria integrata, la Z 8 ha dimensioni importanti. Il che non è necessariamente uno svantaggio: è facile da usare per chi ha mani grandi. Il manico garantisce un’ottima presa non solo per la forma, ma anche per il materiale della superficie: ha un grip così efficace da sembrare persino appiccicoso. La cosa però non mi disturba. L’ergonomia, almeno per me, è funzionale. Il joystick della Z 8 si trova esattamente dove dovrebbe essere.
I pulsanti sono disposti come nelle Nikon, a differenza delle Canon dove ultimamente ogni modello ha un layout diverso. Nikon ha un’idea chiara di come deve funzionare la macchina e fa di tutto per realizzarla. Questo include anche il fatto che non si possono assegnare liberamente tutti i tasti. Questo può essere uno svantaggio, ma io lo vedo più come un vantaggio: solo così sono possibili diciture significative che siano anche corrette. A proposito: quando si accende l’illuminazione del piccolo schermo di controllo, si illuminano leggermente anche i tasti. Molto pratico quando sei al buio.
Mirino: ottimo, nonostante la risoluzione modesta
Trattandosi di un modello di punta la risoluzione del mirino è bassa: 3,69 milioni di pixel si trovano anche nelle fotocamere di fascia media, mentre il modello di punta Sony Alpha 1 ha ben 9,4 milioni di pixel. Fotografare con questo mirino, però, è molto divertente. L’immagine è grande, reattiva e, soprattutto, eccezionalmente luminosa. Tutti questi fattori si possono ridurre per aumentare la durata della batteria. Durante gli scatti in sequenza hai un’immagine dal vivo normale, senza blackout e senza movimenti a scatti.
Lo schermo si apre sia in formato orizzontale che verticale. Anche nel formato verticale ti permette di raggiungere un angolo di 90 gradi. L’impugnatura per l’apertura nel formato verticale è piccola e bisogna tirare con una certa forza. Manca la rotazione di 180 gradi per i selfie. La Z8 non è una fotocamera per il vlogging. Ma puoi vederti sullo smartphone se colleghi la fotocamera con l’app Snapbridge. Un’altra possibilità sarebbe quella di avvitare alla fotocamera un monitor da campo come il Godox GM55.
Velocità: a tutta birra
La Z 8 è veloce come la Z 9, ovvero velocissima. È dotata di un sensore impilato, ovvero del tipo di sensore più avanzato e costoso del momento. Il design consente una lettura molto rapida del sensore. Ciò rende superfluo l’otturatore meccanico. Per questo motivo né la Z 8 né la Z 9 ce l’hanno più. Quando si cambia l’obiettivo il sensore è comunque protetto dalla polvere grazie a una tendina di protezione richiudibile.
La velocità di scatto continuo è di 20 immagini RAW al secondo. Con JPEG sono possibili anche 30, 60 o 120 immagini. Con 60 immagini al secondo è utilizzata solo una parte del sensore, con conseguente riduzione dell’angolo di campo e della risoluzione. La risoluzione è comunque ancora di 5392 × 3592, vale a dire ben 19 megapixel. Con 120 immagini si ottiene l’inquadratura normale, ma con una risoluzione di soli 11 megapixel la risoluzione 4128 × 2752.
Rispetto alla concorrenza, anche la Canon EOS R5 offre 20 immagini RAW al secondo, ma non dispone di alcun sensore impilato. Di conseguenza c’è il rischio di effetti «rolling shutter», ovvero della visualizzazione deformata dei soggetti che si muovono rapidamente. Per evitare questo inconveniente è necessario usare l’otturatore meccanico, con il quale la fotocamera gestisce solo 12 fotogrammi al secondo. La Sony Alpha 1 ha un sensore impilato e produce 30 immagini, che però sono RAW con perdite – altrimenti anche lei ne ottiene soltanto 20.
La memoria tampone di 21 immagini RAW della Nikon Z 8 è piuttosto piccola per una fotocamera così costosa. Normalmente una memoria tampone poco capace significa che la fotocamera non può mantenere la velocità di scatto continuo al massimo per molto tempo. Ma con le schede di memoria superveloci che esistono oggi, il problema è relativo. Servono circa 3 secondi o 60 immagini RAW prima che si inizi a notare un rallentamento. Con 15 immagini al secondo questo non succede più.
A proposito di schede di memoria: a differenza della Z 9, nella Z 8 c’è un solo slot per schede CFexpress. L’altro è UHS-II, lo standard più veloce per le schede SD che però è più lento del CFexpress. Sotto questo aspetto la Sony Alpha 1 segna un punto a suo favore: entrambi gli slot possono accogliere sia schede SD sia CFexpress. Questo è possibile perché viene utilizzato il tipo A di CFexpress, che è più piccolo. La Canon R5 si comporta come la Z 8.
Per la fotografia sportiva e faunistica trovo molto utile che una fotocamera scatti già anche con il pulsante di scatto premuto a metà e quindi salva le immagini prima che tu prema completamente il tasto. La Z 8 offre questa funzione, che la Nikon chiama Prerelease Capture. È possibile impostare tre diversi tempi di esecuzione, il più lungo dei quali è di un secondo. Come già nella Z 9, però, questo è possibile solo a una velocità di 30, 60 e 120 foto al secondo e quindi solo in JPEG. Tecnicamente la potenza di elaborazione di questa fotocamera dovrebbe consentire il pre-scatto con RAW, quindi mi auguro che Nikon lo offra con un prossimo aggiornamento del firmware. Nikon ha abilitato l’attuale funzione di pre-scatto nella Z 9 sempre con un aggiornamento del firmware.
Stesso autofocus della Z 9
L’autofocus, con i suoi 493 campi di misurazione, offre le stesse prestazioni della Z 9. Puoi usare il riconoscimento del soggetto con persone, animali, veicoli e aerei. Però non funziona per tutti gli animali: l’algoritmo è stato addestrato su cani, gatti e uccelli. Puoi specificare quali soggetti vuoi che la fotocamera cerchi, ma non è indispensabile: c’è anche una modalità automatica con cui la fotocamera rileva da sola il tipo di soggetto.
Nei pochi giorni in cui l’ho provata non ho potuto testarla con scenari realistici con animali o attività sportive, tra le altre cose anche perché non avevo il teleobiettivo. È comunque difficile fare un confronto con altre fotocamere, perché ogni caso è differente. Questo aspetto è sottolineato anche dallo youtuber Jared Polin, che ha registrato un confronto diretto tra l’autofocus oculare della Nikon Z 9, della Canon R5 e della Sony A1. In un nuovo video sulla Z 8, Polin afferma che, benché l’autofocus sia molto buono, il riconoscimento del soggetto non è ancora all’altezza dei dispositivi di punta di Canon e Sony. Nel video qui sotto puoi vedere il tracciamento e trarre le tue conclusioni. Ma, per l’appunto: ogni situazione è diversa.
Nel mio semplice video di test, il riconoscimento degli occhi e del volto funziona senza problemi. La fotocamera riconosce anche l’occhio di profilo; frontalmente riconosce entrambi gli occhi e mette a fuoco quello più vicino. All’inizio del video si vede che la fotocamera ha già riconosciuto il volto, ma non è ancora bene a fuoco. Questa cosa si può regolare nelle impostazioni. Nei video è preimpostata una velocità bassa per evitare che l’autofocus salti nervosamente.
In alternativa al riconoscimento del soggetto, l’autofocus della Z 8 offre anche il tracking 3D. In questo caso scegli l’oggetto da seguire tramite il campo di messa a fuoco. La fotocamera sposta quindi il campo di messa a fuoco insieme al soggetto. In linea generale il 3D funziona con qualsiasi soggetto. La mia impressione è che funzioni in modo affidabile.
Video: un concentrato di potenza
La Nikon Z 8, la Canon R5 e la Sony A1 sono tutte in grado di girare video in 8K. Ma la Nikon è l’unica delle tre che può farlo a 60 FPS, in formato RAW. Inoltre, la risoluzione video massima è di 8256 × 4644 pixel, mentre gli 8K di Sony significano in realtà UHD-II. Ovvero 7680 × 4320 pixel
Chi è che usa una cosa del genere? L’8K si usa principalmente perché poi si può tagliare l’immagine e ottenere comunque una risoluzione a 4K. E visto che questo serve soprattutto quando si riprendono animali, tornano molto utili anche le sequenze di movimento fluide a 60 FPS.
La velocità della fotocamera si nota anche nel 4K: qui sono possibili 120 FPS e 60 FPS anche alla nitidezza massima. Perché funzioni devi però attivare l’opzione di «sovracampionamento esteso». Oversampling, ovvero sovracampionamento, significa che la fotocamera esegue il downscaling dell’immagine a 4K a partire da una risoluzione superiore. Si ottiene così un’immagine molto più nitida, ma a costo di una grande intensità di calcolo. Motivo per cui anche le fotocamere più moderne spesso riescono a farlo solo con frame rate bassi, fino a 30 fotogrammi al secondo. Grazie al sovracampionamento avanzato, la Z8 ottiene un’immagine estremamente nitida a 4K60, come anche a 4K30. Non ho verificato se la fotocamera a un certo punto si surriscalda.
Di seguito vedi una sezione di un’immagine video a 4K larga 750 pixel con diversi frame rate e qualità impostate. Nel video originale la qualità è generalmente migliore, perché il nostro sito web comprime ulteriormente le immagini. Tuttavia, è facile notare che con l’oversampling si ottiene un risultato buono tanto con 60 FPS quanto con 30 FPS.
Qualità dell’immagine: buona, ma non si notano progressi
La qualità dell’immagine del sensore mi sembra molto buona. A 6400 ISO il rumore delle immagini risulta debole e spesso con il downscaling scompare del tutto. I colori non sbiadiscono nemmeno ad alti valori ISO.
Non sono in grado di fare un confronto diretto e sistematico con la concorrenza. In generale, ho l’impressione che negli ultimi anni il rumore delle immagini e la gamma dinamica non siano cambiati quasi per nulla e che tutti i produttori siano più o meno allo stesso livello. La lista dei migliori di DxOMark.com conferma questa impressione. La Z 9 e quindi anche la Z 8 si trovano proprio accanto alla Sony A1 ed entrambe sono dietro alla Nikon D850 del 2017. Le differenze sono generalmente minime.
Ciò significa anche che non ci si devono aspettare miracoli: se c’è bisogno di fare molta post-elaborazione o se vuoi farlo tu, l’immagine comincerà a produrre molto rumore, proprio come con qualsiasi altra fotocamera. Un esempio: per trasformare l’immagine in alto in quella in basso occorre intervenire pesantemente. Per ottenere un’immagine a basso rumore qui la soluzione sarebbe usare un treppiede e il bracketing.
Altro: qui c’è molto di più
Se esamino le voci di menu della fotocamera mi rendo subito conto che il mio test coinvolge solo una minima parte delle funzioni disponibili. Ad esempio, c’è una modalità di visualizzazione detta «starlight» che illumina le immagini dal vivo, in modo che di notte non appaia soltanto una superficie nera. Oppure l’impostazione HLG, che fa in modo che venga utilizzato il formato file HEIF invece del JPEG. La profondità di colore delle immagini è di 10 anziché di 8 bit e le immagini appaiono diverse, almeno sulla fotocamera, con ombre meno spente e picchi meno sovraesposti. Il formato HEIF può essere utilizzato anche per i video oltre ad offrire innumerevoli opzioni di impostazione. Vorrei evidenziarne una in particolare: si può selezionare la velocità a cui viene spostato il campo di misurazione della messa a fuoco. Posso così muovermi rapidamente senza andare oltre la destinazione desiderata.
La durata della batteria secondo lo standard CIPA è all’incirca tra la Sony Alpha 1 e la Canon EOS R5. Si tratta di valori molto teorici: infatti il metodo CIPA, che risale al 2003, non è assolutamente all’altezza dell’applicazione delle telecamere di oggi. Molto dipende dalle impostazioni della fotocamera e soprattutto da come si filma e si fotografa. A sensazione, senza aver fatto misurazioni, dico che la durata della batteria della Z 8 è compresa tra discreta e buona. La Z 9, con la sua impugnatura verticale fissa e l’enorme batteria, in questo caso ha un chiaro vantaggio.
Conclusione: buona qualità in linea con le aspettative
«Shut up and take my money» è stata la mia reazione spontanea quando sono venuto a sapere della Z 8. Sappiamo già tutti che cosa è in grado di fare la Z 9. Quindi anche il test mi ha riservato poche sorprese, anzi una sola: mi ha sbalordito la qualità del mirino, nonostante la risoluzione relativamente bassa.
Come la sorella maggiore, la Z 8 è una tuttofare che non teme il confronto né con la Canon EOS R5 né con la ben più costosa Sony Alpha 1. Nel riconoscimento dei soggetti, è probabilmente leggermente indietro rispetto alla concorrenza. Ma quando si tratta di video, la considero la migliore delle tre. La Z 8, ad esempio, è interessante per i fotografi naturalisti che vogliono realizzare anche video.
Non ti consiglio, però, di fare un acquisto d’impulso. Un investimento del genere dev’essere valutato con attenzione. Tanto per cominciare, la Z 8 deve soddisfare le tue preferenze a livello di comandi e di corpo. Nel mio caso la cosa funziona, perché utilizzo fotocamere Nikon dal 2004. La questione va ponderata bene anche se sei nuovo di un sistema. In quel caso la tua decisione di acquisto deve tener conto anche degli obiettivi. Ad esempio la Nikon, a differenza della Sony, non ha (ancora) un super teleobiettivo che costi meno di 2000 franchi. Ed ecco che il prezzo molto più basso rispetto alla Sony Alpha 1 viene molto relativizzato. In compenso la Nikon ha un super teleobiettivo leggero da 400 mm con f/4,5 che non esiste presso la concorrenza. Devi quindi valutare quale marchio ha gli obiettivi che ti interessano. E se rientrano nel tuo budget. A mio parere, questo è molto più importante di quale delle tre fotocamere sia migliore delle altre in un aspetto o nell’altro. Perché in realtà tutte e tre sono eccellenti.
Come concezione la Z 8 è il successore mirrorless della reflex D850. Se ne possiedi una e finora non avevi avuto il coraggio di passare a una mirrorless, ora puoi farlo senza esitazioni. La qualità dell’immagine del sensore non sarà forse migliore di quella della D850 e la durata della batteria potrebbe essere persino peggiore. Ma sotto tutti gli altri aspetti, ad esempio autofocus, velocità o video, la Z 8 è chiaramente superiore.
Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.