Microsoft Surface Pro 9
13", Intel Core i5-1235U, 8 GB, 256 GB, Senza layout di tastiera
Il nuovo Surface Pro 9 si presenta con nuovi colori e nuovi processori. Ed è anche più facile da riparare. Le novità, però, si fermano qui. Detto così, sembra meno entusiasmante di quanto non sia in realtà. Perché messa alla prova, la CPU offre oltre il 40% di prestazioni in più nel multi-core rispetto alla versione precedente.
«Un colore fantastico!», commenta il collega Kevin durante la riunione di redazione. E ha ragione, perché questo blu zaffiro metallizzato fa davvero una splendida figura. Non mi sorprende, però, che non apprezzi altro del nuovo dispositivo 2-in-1 di Microsoft: in effetti, colore a parte, è identico ai suoi predecessori Surface Pro 8 e Pro X. Ad un’osservazione più attenta risulta più simile al Pro X. Infatti anche al Surface Pro 9 manca il jack per le cuffie.
In precedenza esistevano il Surface Pro 8 e il Surface Pro X. Ora c’è soltanto il Surface Pro 9 con processore Intel di 12a generazione o Microsoft SQ 3 – un processore ARM 5G. In questa recensione ti racconto come si comporta il tablet con Intel. Ho ricevuto il dispositivo da testare da Microsoft.
La versione Intel ha il vantaggio di permettere l’esecuzione di tutti i programmi del mondo x86, ad eccezione dei giochi che richiedono una scheda grafica potente. Nella versione con Microsoft SQ3, tutti i programmi adattati per il processore ARM funzionano senza problemi. Ai software non adattati ci pensa l’emulazione della CPU. Anche se con un possibile rallentamento delle prestazioni. Solo il cielo sa se darò un’altra possibilità all’“ARMata" Windows. Per come la vedo io, l’unico vantaggio è il 5G, che però nella versione Intel non c’è. Per cui devi collegarti alla rete usando l’hotspot dello smartphone.
Questo il dispositivo che ho usato nel test, con l’i5 raffreddato attivamente:
Queste le specifiche del dispositivo di prova in sintesi:
Processore (SoC): | Intel Core i5-1235U – 10 core (2 core ad alte prestazioni fino a 4,4 GHz e 8 core efficienti fino a 3,3 GHz), 12 thread, 12 MB di Smart Cache |
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Unità grafica integrata: | Intel Iris Xe-Grafik |
RAM: | 8 GB LPDDR5-5200 SDRAM |
Memoria dati: | 256 GB di SSD (M.2 2230, PCIe 3.0 x4, NVMe, rimovibile) |
Display: | Display IPS Multi-Touch da 13" (PixelSense Flow Display) con 2880 × 1920 pixel (267 ppi), formato 3:2, Gorilla Glass 5, lucido, 120 Hz, rapporto di contrasto di 1200:1, supporta l'input con penna |
Connessioni: | 2 × Thunderbolt 4 (USB-C), porte per tastiera (Surface Type Cover) e alimentazione (porta Surface Connect) |
Altoparlanti e microfono: | Altoparlanti stereo da 2 watt con certificazione Dolby Atmos, due microfoni da studio a distanza |
Fotocamera: | Fotocamera frontale con video a 1080p e fotocamera principale da 10 megapixel (autofocus, 1080p e UHD), fotocamera Windows Hello (riconoscimento del volto) |
WiFi, Bluetooth: | WiFi 6E, Bluetooth 5.1 |
Sensori: | Sensore di luce ambientale (luminosità e colore), accelerometro, giroscopio, magnetometro |
Sistema operativo: | Windows 11 Home |
Batteria: | Batteria agli ioni di litio con 47,7 Wh |
Alimentatore: | 65 watt |
Dimensioni: | 28,7 × 20,9 × 0,93 cm, 879 g |
Il Surface Pro 9 è disponibile con Intel Core i5-1235U, con i7-1255U o con Microsoft SQ 3. La versione Intel è disponibile con 8, 16 o 32 gigabyte di RAM (LPDDR5). La versione SQ 3 ha invece 8 o 16 gigabyte (LPDDR4). L’SSD è sostituibile. Per entrambe le versioni sono disponibili configurazioni da 128, 256 e 512 gigabyte, oltre a un terabyte per la versione Intel. Il case in alluminio viene prodotto nei già noti platino e grafite, e ora anche in verde bosco e blu zaffiro. Per vedere tutte le versioni di Surface Pro 9 disponibili nel nostro negozio visita questo link.
Se ordini il Surface Pro, Microsoft ti spedisce solo il tablet. Per usarlo come convertibile e quindi anche come notebook devi acquistare anche la Signature Keyboard. Se ti piace prendere appunti a mano o disegnare, ti conviene comprare anche la Surface Slim Pen 2. Esistono anche delle offerte combinate, con tastiera e penna.
L’alluminio anodizzato che Microsoft ha utilizzato al posto della lega di magnesio a partire dal Pro 8, risulta piacevolmente fresco e liscio, ma sempre antiscivolo. Il display ha un bordo di appena sei millimetri sui lati e di dodici in alto e in basso. La ragione è presto spiegata: il bordo inferiore sparisce con la tastiera inclinata e quello superiore ospita le videocamere.
Un piedistallo sottile, ma molto stabile, ti permette inclinare il dispositivo praticamente con qualsiasi angolazione fino a un massimo di 165 gradi. L’unico svantaggio è che, rispetto ai laptop normali, richiede una superficie di appoggio piana. La cosa però non mi disturba più di tanto, solo se, ad esempio, sono in treno e tengo il convertibile sulle ginocchia.
Sotto al supporto si può accedere all’unità SSD. Sul lato sinistro trovi due porte Thunderbolt 4. Thunderbolt è compatibile con USB-C e, oltre a una connessione dati veloce, permette anche di utilizzare display esterni. Puoi usare le porte anche per ricaricare il tablet, che però di solito si ricarica tramite la porta magnetica Surface Connect sulla destra. Anche se l’inserimento del connettore non è sempre immediato. L’attacco magnetico per la tastiera sotto all’unità, invece, è molto più comodo. Basta avvicinare la Signature Cover al tablet e la tastiera si aggancia come per magia, in modo stabile e preciso.
Se vuoi usare le cuffie devi ricorrere ai modelli wireless. Infatti non c’è più il jack, mentre nella parte alta del dispositivo ci sono ancora l’interruttore del volume e il pulsante di accensione.
Gli esperti della riparazione di iFixit hanno smontato completamente il Surface Pro 9 per valutare quanto sia facile da riparare. Nel test il tablet ha ottenuto una valutazione di 7 in una scala da 1 a 10: tutto sommato buona. È un risultato soddisfacente nonché un punto di svolta, perché solo tre anni fa il Surface Pro 7 aveva ottenuto un misero 3.
Il Display IPS multi-touch con Gorilla Glass 5 ha il tipico formato Microsoft 3:2 e una diagonale di 13 pollici. Grazie alla risoluzione di 2880 × 1920 pixel (267 ppi), le immagini del Surface Pro 8 sono estremamente nitide. Alla consegna la frequenza di aggiornamento è impostata su 60 Hertz per non consumare troppa batteria, ma puoi impostarla a 120 hertz.
Per verificare la luminosità e uniformità del pannello mi servo di un colorimetro x-rite i1Display Pro Plus che mi consente anche di testare la precisione e il contrasto della resa cromatica. Considero un buon valore della luminosità di picco a partire da 300 nit. Sono contento quando trovo più di 400 nit, perché vuol dire che posso lavorare anche in piena luce. A parte quando il sole illumina direttamente la superficie lucida, perché in quel caso si creano dei fastidiosi riflessi.
Nel Surface 9 la luminanza media al massimo livello di luminosità è di 453 nit. A titolo di confronto, quando ho testato il Surface Pro 8 ho misurato 454 nit. Nel Surface Laptop 5 il valore è un po’ inferiore, ma sono comunque sempre 393 nit. Il piccolo Surface Laptop Go 2, invece, raggiunge i 407 nit.
Se si considera l’uniformità, ovvero la regolarità dell’illuminazione, lo scostamento maggiore rilevato è di 25 nits (5,6%). Un valore relativamente ridotto, secondo me non percepibile a occhio nudo.
Misuro due volte la copertura dello spazio colore. Questo perché Microsoft, oltre al profilo colore sRGB, ha dotato questo tablet di un altro profilo denominato Vivid che dovrebbe rendere l’immagine più «viva» ed è attivo per default. E a ragion veduta, come dimostrano i risultati delle misurazioni. Mi chiedo perché Microsoft offra profili di colore diversi se uno dei due ha prestazioni inferiori in tutti gli spazi colore. Il profilo Vivid rappresenta lo spazio colore sRGB meglio dello stesso profilo sRGB. Questo non ha alcun senso e mi complica solo la vita in fase di test e di redazione delle tabelle.
Per fare un confronto, questa è la copertura dello spazio colore con i due profili:
Spazio colore | Valore misurato
Profilo colore Vivid | Valore misurato
Profilo colore sRGB |
---|---|---|
sRGB | 99,1% | 97,2% |
DCI-P3 | 81,8% | 69% |
Adobe RGB | 75,4% | 67,1% |
Lo spazio colore sRGB, comunemente utilizzato per lavorare e navigare, nel Pro 9 è coperto quasi alla perfezione, con un 99,1%. Questo è un bene per chi usa Office o naviga per motivi professionali. Negli altri spazi colore secondo me la copertura è insufficiente. Nel caso del DCI-P3, fondamentale per la produzione di film digitali, si arriva appena all’81,8%. Nel caso dell’RGB di Adobe, importante per la creazione di template di stampa, siamo al 75,4%. Misurando i valori di bianco e di nero rilevo un contrasto statico di 1447:1. È più del 1200:1 promesso da Microsoft nelle specifiche.
La tastiera del Surface Pro 9 è uguale a quella del Surface Pro 8 e X. Si aggancia magneticamente al tablet appena la avvicini al punto di attacco. Dispone inoltre di un alloggiamento in cui puoi riporre la Surface Slim Pen o la Pen 2 quando non ti serve. Un pratico effetto collaterale: mentre è nell’alloggiamento, la penna si ricarica.
La tastiera pesa 310 grammi e può essere utilizzata sia in posizione orizzontale che leggermente inclinata. La base è rivestita in alcantara, un materiale che al tatto ricorda la pelle di daino. I tasti dispongono di retroilluminazione a tre intensità. Quando digiti sulla tastiera, che misura 29,5 x 21,7 x 0,5 centimetri, i tasti rispondono con una certa resistenza e all’inizio della corsa si avverte chiaramente il punto di attivazione. La corsa massima dei tasti è di appena un millimetro. La digitazione è piacevole e silenziosa. Il trackpad con supporto per gesti a più dita funziona bene.
La Slim Pen 2 è una penna piatta con batteria integrata. Si ricarica per induzione o tramite un costoso cavo supplementare e fornisce un feedback aptico a intensità regolabile. L’effetto dovrebbe riprodurre la sensazione di quando si scrive o disegna sulla carta. Apprezzo la sensazione che dà, anche se è ancora molto lontana da quella di carta e penna.
I diffusori sono certificati Dolby Atmos, che non ha nulla a che vedere con l’effetto surround. Nonostante questo e una potenza stereo di soli due watt, non mi sembrano affatto male. Sono collocati in alto, sui due lati dello schermo. Il suono si espande molto oltre la distanza fisica che separa i due diffusori. L’ottimo effetto stereo è arricchito da medi e alti molto nitidi oltre che dai bassi, che di solito nei notebook non sono molto potenti.
Testo la durata della batteria a 47,7 Wh nello streaming video continuo guardando «Stranger Things» su Netflix con una luminosità di picco di circa 400 nit. Nel Surface Pro 9 ciò corrisponde a un livello di luminosità del 94%.
Dopo 6 ore e 4 minuti di streaming, la batteria del tablet scende al tre percento e il computer si spegne. La durata è simile a quella del Surface Laptop 5. Con un processore identico (Core i5-1235U), una batteria più o meno delle stesse dimensioni ma un display più grande di 0,5 pollici, quest’ultimo riesce a raggiungere 6 ore e 21 minuti. Tra i notebook di 12a generazione testati quest’anno, riesce a fare meglio il Dell XPS 13 Plus, più grande di 0,4 pollici e con Core i5-1240P. Con una batteria solo leggermente più grande (55 Wh) ha una durata di 8 ore e 37 minuti.
Non ci si può aspettare un grande miglioramento delle prestazioni dall’unità grafica integrata dell’Intel Core i5-1235U rispetto al predecessore. Sono anni, ormai, che le unità grafiche integrate si confermano di un livello inferiore rispetto alle schede grafiche dedicate di Nvidia e AMD. La situazione è diversa, invece, per quanto riguarda la potenza di elaborazione. I sei core aggiuntivi (per un totale di dieci) garantiscono quel salto in più rispetto all’undicesima generazione per quanto riguarda le attività multi-core.
Il benchmark per CPU Cinebench di Maxon verifica le prestazioni del processore durante il rendering dei modelli 3D. Nella versione R23 il risultato si determina sulla base del lavoro svolto nell’arco di dieci minuti. Questo è un bene, perché permette di ottenere valori più realistici per i sistemi di raffreddamento di cattiva qualità.
Il secondo benchmark che eseguo sul processore è il Geekbench 5 che utilizza scenari simulati per testare la CPU in funzionamento single-core e multi-core. Il test è rapido e può quindi dare risultati relativamente buoni anche con dispositivi raffreddati in modo inadeguato. In compenso il benchmark funziona su Windows, MacOS, Linux, Android e iOS, per cui è possibile effettuare confronti incrociati tra diverse architetture di processori, che devono essere comunque presi con le pinze. Per i processori basati su x86, la modalità single-core utilizza solo un thread e quindi non sfrutta l’intero core (a livello di prestazioni). I sistemi ARM hanno invece il vantaggio di utilizzare un core intero. Questo è un altro punto importante da considerare quando si confrontano i risultati nel Geekbench Browser.
Benchmark | Risultati: Microsoft Surface Pro 9
(i5-1235U, 10 core, 12 thread) | Risultati: Microsoft Surface Pro 8
(i7-1185G7, 4 core, 8 thread) | Risultati: Microsoft Surface Laptop 5
(i5-1235U, 10 core, 12 thread) | Risultati: Dell XPS 13 Plus
(i5-1240P, 12 core, 16 thread) | Risultati: Lenovo Yoga 9i
(i7-1260P, 12 core, 16 thread) |
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Cinebench R23 – CPU Multi Core | 6858 punti | 4818 punti | 6556 punti | 6829 punti | 10 094 punti |
Cinebench R23 – CPU Single Core | 1601 punti | 1508 punti | 1598 punti | 1613 punti | 1651 punti |
Geekbench 5 – CPU Multi Core | 8579 punti | 5920 punti | 8565 punti | 7177 punti | 10 326 punti |
Geekbench 5 – CPU Single Core | 1587 punti | 1562 punti | 1576 punti | 1611 punti | 1742 punti |
Nello scontro tra Surface Pro 9 e Pro 8, o tra i5 di 12a generazione e i7 di 11a generazione ha la meglio il nuovo modello. Nelle attività single-core l’aumento delle prestazioni identificate dal Geekbench è dell’1,6%. Nel Cinebench, invece, la percentuale è comunque del 6,2%. Nelle attività multi-core il nuovo tablet è nettamente superiore e ottiene un punteggio superiore del 44,9% nel Geekbench e del 42,3% nel Cinebench. Se ti interessa sapere che cosa è possibile fare con un i7 di 12a gen, dai un’occhiata ai risultati dello Yoga 9i nella parte destra della tabella.
Il confronto incrociato con il Surface Laptop 5 e l’XPS 13 Plus mostra che il Pro 9 offre le prestazioni previste per quel processore. Sono più che soddisfatto di questi dati e felice di lavorare con questi dispositivi.
Il 3DMark Night Raid è stato ideato per testare le prestazioni grafiche dei dispositivi con una GPU integrata. Si tratta in pratica di un misuratore delle prestazioni per il livello base del gaming. Il Surface Pro 9 monta una scheda grafica Intel Iris Xe con 80 unità di esecuzione e una velocità di clock fino a 1,2 gigahertz.
Con il Pro 9 raggiungo un punteggio Night Ride di 13 961, ottenuto con 15 280 punti di grafica e 9376 punti di CPU.
Il Surface Laptop 5 con la stessa CPU ha raggiunto 15 554 punti grafici. Il Dell XPS, con una velocità di clock superiore di 100 MHz e una GPU per il resto identica, ha ottenuto 16 129 punti grafici. Quindi con l’8,3% di velocità di clock in più si ottengono prestazioni superiori del 5,6%.
Il benchmark PCMark 10 permette di testare la capacità dei PC e dei notebook di gestire le svariate attività sul posto di lavoro: la velocità di apertura dei programmi, il funzionamento della navigazione, dell’elaborazione testi o delle videoconferenze e molto altro ancora.
Il Pro 9 ha ottenuto 5045 punti. Ciò significa che il Pro 8 dell’anno scorso, avendo ottenuto 5042 punti nel test, dovrebbe essere altrettanto valido per «le attività d’ufficio».
Quando lavori, di solito la ventola non la senti. Oppure la senti soltanto se appoggi l’orecchio al tablet. Le fessure di ventilazione sono integrate nel bordo superiore del tablet. Se è in corso l’installazione di aggiornamenti in background o se apri molti file in Photoshop, il tablet inizia a frusciare.
Quando lavora a pieno ritmo, il fruscio si trasforma in un sibilo un po’ più intenso e rumoroso di quello del Surface Laptop 5. Ma non tanto forte quanto qualsiasi portatile da gaming. Se dopo nove minuti di test Cinebench multi-core rilevo il volume con il mio fonometro Testo dalla posizione in cui sono seduto, registro un valore di 38,6 decibel. A una distanza di 30 centimetri dalla ventola sono 41,3 decibel.
Durante il test, i core della CPU arrivano fino a 97 °C, con una temperatura media di 71 °C. Secondo Intel la CPU può raggiungere i 100 °C.
Durante il test la telecamera FLIR rileva fino a 48,1 °C sul case, come da immagine termica. Nel Surface Laptop 5 ho misurato 50,7 °C e nel Lenovo Yoga 9i con l’attuale i7 fino a 60 °C.
Nuovi colori e processori più moderni sono le principali novità del Surface Pro 9 di Microsoft nella versione Intel. E la CPU Intel di 12a generazione dà una marcia in più al dispositivo. Con un i5 nel Surface Pro 8 si annuncia oltre il 40% di prestazioni in più nelle attività multi-core rispetto a un i7 di 11a generazione. Nel single-core, invece, l’incremento è più contenuto. E secondo il benchmark PCMark 10 questo incremento riguarderebbe solo marginalmente l’impiego classico che se ne fa in ufficio, presumibilmente perché si utilizzano per lo più solo pochi core.
Per quanto riguarda la qualità, con il Pro 9 ottieni un dispositivo di alta qualità con un bel design in alluminio. Un dispositivo che, secondo quelli di iFixit, finalmente si riesce a riparare bene. Se sei alla ricerca di un convertibile su cui usare Windows, ti consiglio questo dispositivo. A meno che non ti serva la presa per le cuffie o che utilizzi spesso il tablet in treno appoggiato sulle ginocchia: in quel caso un portatile con la tastiera fissa è senz’altro meglio.
Per quel che riguarda il costo, se ti interessa un dispositivo flessibile, ci sono notebook più economici con display ribaltabile a 360 gradi, sempre con i5 di 12a gen e otto gigabyte di memoria di lavoro. Che oltretutto hanno il vantaggio della tastiera inclusa nel prezzo. Anche se sono un po’ più pesanti.
Immagine di copertina: Martin JudLa mia musa ispiratrice si trova ovunque. Quando non la trovo, mi lascio ispirare dai miei sogni. La vita può essere vissuta anche sognando a occhi aperti.