Retroscena

Andare in ufficio in e-bike – terza parte: «Tarzan» mi motiva a muovermi di più

Ho deciso di diventare un pendolare a cavallo di una bici elettrica. Da qualche settimana a questa parte, percorro quasi 30 chilometri al giorno in bicicletta per recarmi al lavoro. Sarà un modo anche per rimettermi in forma?

Dopo aver deciso di passare all’e-bike scegliendo il modello giusto e aver commesso i miei primi errori da principiante, ho iniziato a pedalare alla grande. Io e il modello «Tarzan» di Ego Movement, che il marchio mi ha gentilmente prestato per il mio esperimento personale, siamo diventati un buon duo, percorrendo insieme più di 400 chilometri. La pedalata è assistita fino a 25 km/h, ma devo pur sempre pedalare io per ottenere il pieno sostegno del motore elettrico. Bisogna guadagnarsi la pagnotta insomma. La mia e-bike appartiene alla categoria delle cosiddette Pedelec. Le e-bike più veloci e potenti sono dette S-pedelec e si riconoscono dalla targa gialla.

Per molto tempo, dubitavo sul fatto che una bici a pedalata assistita potesse avere benefici fisici e mentali. Non facevo altro che pensare a quelle coppie di pensionati in sella a un’e-bike, vestiti a tema, che sembrano tutt’altro che sportivi.

Ma ora ho cambiato idea: io stesso sono passato all’e-bike e questa mossa è stata utile sotto molti aspetti. Pur non dovendomi spostare in bicicletta tutti i giorni, grazie alle generose regole sul telelavoro del mio datore di lavoro, mi sento decisamente più in forma, ho una buona sensazione in strada e arrivo a casa più rilassato. Può confermarlo anche la mia consorte. Questa mia percezione positiva da e-biker, per quanto soggettiva possa essere, può essere dimostrata anche da fatti e studi.

Studi: le persone si muovono di più e più spesso con Pedelec

In uno studio con 101 partecipanti la Hannover Medical School ha esaminato in modo specifico quali siano i reali effetti sulla salute di una bicicletta a pedalata assistita rispetto a una bici normale. Trovo questa domanda stimolante anche dal punto di vista personale. Perché ovviamente potevo anche affrontare i 14 chilometri di percorso di sola andata con la mia semplicissima bici da trekking del 2009 invece che con la sciccosissima «Tarzan». Ma come hanno scoperto i ricercatori, chi ha a disposizione una Pedelec, la usa più spesso di una bicicletta tradizionale. E così facendo, fa qualcosa di buono per la sua salute perché, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, una qualsiasi attività fisica aiuta a prevenire soprattutto le malattie cardiovascolari.

Un altro studio condotto in Norvegia dimostra che chi ha una bici a pedalata assistita oltre a usarla più frequentemente la adopera per distanze più lunghe rispetto a una bici tradizionale, il che aumenta l'effetto sulla salute. Pare siano soprattutto le donne a sentirsi più motivate a usare bici elettriche ed essere più attive.

I ricercatori dell'Università di Basilea hanno esaminato gli effetti della bici elettrica analizzando per quattro settimane la capacità massima di assorbimento dell'ossigeno nel sangue a persone in sovrappeso. Tra l’altro, questo valore viene contrassegnato con «VO2 max» negli sportwatch. La conclusione dello studio pare quasi una pubblicità per biciclette elettriche.

In entrambi i gruppi, con bici normali e bici elettriche, la capacità di assorbimento massimo di ossigeno si è sviluppata nel medesimo modo. In confronto, le persone in e-bike hanno percorso più chilometri e hanno completato più metri di dislivello. Sembra che il supporto elettrico motivi a essere più attivi.

La mia e-bike è anche un attrezzo sportivo

Posso confermarlo: grazie alla Pedelec, riesco a fare molti più minuti di attività alla settimana rispetto a prima. La cosa piace anche alla mia applicazione Garmin. Impiego circa 38 minuti per percorrere i 14 chilometri che mi separano dall'ufficio. Considerando anche il percorso di ritorno, sono 76 minuti di sano esercizio fisico al giorno. La mia frequenza cardiaca media è di 100 pulsazioni al minuto, leggermente più bassa all'andata che al ritorno, quando pedalo con una forza maggiore e spesso senza pedalata assistita. In tal modo, oltre a muovere un corpo di 80 chili spingo anche un veicolo di 25 chili con la pura forza muscolare. Così l'e-bike diventa anche una sorta di attrezzo sportivo su ruote.

Sui quasi 40 minuti, la mia frequenza cardiaca media è di 93 battiti, cioè a metà strada tra il «riscaldamento» e un «allenamento leggero» – un sano esercizio insomma.
Sui quasi 40 minuti, la mia frequenza cardiaca media è di 93 battiti, cioè a metà strada tra il «riscaldamento» e un «allenamento leggero» – un sano esercizio insomma.

I dati che registro con il Garmin Venu 2 plus mostrano piccoli effetti già dopo i circa 400 chilometri percorsi in sei settimane. La frequenza cardiaca tende a essere leggermente più bassa alle velocità medie che sono tendenzialmente maggiori rispetto all'inizio.

Ho anche trovato il famoso «sweet spot» nella pedalata, di cui mi aveva parlato il CEO di Ego-Movement Daniel Meyer durante la consegna della «Tarzan» ad aprile. Con la giusta marcia e la giusta velocità, ottengo la migliore assistenza alla pedalata, senza dovermi sforzare più di tanto rispetto a una camminata veloce. Così posso anche godermi la natura mentre mi reco al lavoro. Al mattino respiro aria fresca di bosco invece dell'odore degli adolescenti che indossano troppo profumo sui treni di periferia.

Viaggiando oltre 25 km/h oltrepasso il cosiddetto «Sweet Spot», ricevo ancora un po’ di assistenza alla pedalata, visibile sulla destra, ma non troppa. Ed è proprio qui che posso fare qualcosa per la mia forma fisica.
Viaggiando oltre 25 km/h oltrepasso il cosiddetto «Sweet Spot», ricevo ancora un po’ di assistenza alla pedalata, visibile sulla destra, ma non troppa. Ed è proprio qui che posso fare qualcosa per la mia forma fisica.

Nei miei prossimi articoli di questa serie sulle e-bike, mi concentrerò sull’abbigliamento e gli accessori. E presto farò visita al meccanico di Ego Movement per una revisione alla mia bici. Se hai domande specifiche a cui vorresti trovare risposta o consigli per le persone che si recano al lavoro in e-bike, lascia un commento in fondo alla pagina. Seguimi come autore per non perderti il mio prossimo articolo su questo argomento. Di seguito trovi gli articoli precedenti di questa serie.

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Giornalista dal 1997 con sedi in Franconia, sul lago di Costanza, a Obvaldo e Nidvaldo e a Zurigo. Padre di famiglia dal 2014. Esperto in organizzazione editoriale e motivazione. Focus tematico sulla sostenibilità, strumenti per l'ufficio domestico, cose belle in casa, giocattoli creativi e articoli sportivi. 

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