Andare in ufficio in e-bike – prima parte: qual è il modello giusto?
E se andassi al lavoro in e-bike, come sarebbe? Il mio percorso giornaliero è di 14 chilometri. Altrimenti ho molte altre domande a cui ancora non so rispondere.
Finora, in tutta la mia carriera professionale, mi sono sempre spostato o in macchina o in treno per recarmi al lavoro. Non ho ancora avuto la fortuna di poter andare a piedi in ufficio. Ecco il mio attuale tragitto da pendolare:
- 5 minuti in bicicletta fino alla stazione
- 14 minuti per due tratte in treno
- 10 minuti a piedi dalla stazione di Hardbrücke fino all'ufficio
- 5 minuti di attesa/cambio treno in stazione
Ne consegue un tragitto totale di circa 34 minuti da porta a porta. La combinazione dei tre mezzi di trasporto ha certamente i suoi vantaggi. Pedalando prendo un po' d'aria, camminando alimento il mio contapassi e in treno posso leggere almeno qualche e-mail o ascoltare un breve podcast.
Ma la S-Bahn, la rete celere dei treni di Zurigo, ha anche i suoi svantaggi. Nelle ore di punta i vagoni sono spesso sovraffollati, le persone sono stressate e spesso poco rispettose. Inoltre, ora possono anche tossire spudoratamente senza filtri. Ero sensibile a tutto questo già in passato, ma da quando il virus è in circolazione lo sono diventato ancora di più.
Questo mi ha spinto a cercare una soluzione alternativa per i miei tragitti da pendolare. E se mi spostassi in bicicletta? Purtroppo, nel mio garage, c'è solo solo un vecchio catorcio. La mia bici ha più di dieci anni e funziona senza pedalata assistita. Dubito che possa servirmi per un percorso di 14 chilometri. O sono io il vecchio catorcio? In che stato arriverei in ufficio dopo aver pedalato 14 chilometri con circa 100 metri di dislivello? Ad aspettarmi, non ci sarà certamente una tenda dell'ossigeno, ma una serie di riunioni decisionali.
In realtà, non ho mai guidato un’e-bike. Anzi, ho sempre definito questa forma di locomozione uno sport da pensionati. Ma è ora di sgombrare la mente da questi pregiudizi.
Fortunatamente, le e-bike fanno parte anche della nostra gamma. Chiedo dunque al nostro category manager Nicolas Pulfer se può organizzare un’e-bike da prestarmi. Prima di comprare un oggetto così costoso, vorrei innanzitutto provarlo per capire se è adatto al mio scopo. Nelle prossime settimane ti farò conoscere il risultato del mio test.
La bici elettrica adatta a me
Qualche giorno dopo aver delineato la mia idea, sento Daniel Meyer. È il fondatore e CEO di Ego Movement, azienda produttrice di e-bike con sede a Zurigo. Dice di potermi mettere a disposizione una delle sue bici elettriche per otto settimane. Vedremo quale scegliere quando ci troveremo in negozio. Così conosco Tarzan e Jane, nonché Cesare, Cleopatra e Giulia. Sono questi i nomi scelti da Daniel per le sue biciclette elettriche, che mi mostra nello showroom. Ci concentriamo soprattutto su Cesare e Tarzan, che sono i modelli da uomo.
Discutiamo sul da farsi e prendiamo la mia prima e importante decisione sorseggiando un caffè nella sala dell'elegante e accogliente showroom. Meglio un’e-bike con pedalata assistita fino a 25 km/h o fino a 45 km/h?
Vi è una differenza sia tecnicamente che legalmente. La variante a 45 km/h, oltre a farmi viaggiare più rapidamente, implica anche determinati oneri. La targa gialla con vignetta assicurativa, lo specchietto retrovisore, la patente di guida e il casco sono infatti obbligatori. Ma tutto questo è comunque scontato per me.
Insieme a Daniel, decido di iniziare con un modello più «debole» per il momento. Vorrei innanzitutto prendere confidenza con una bicicletta motorizzata. Vado a correre regolarmente e mi reputo abbastanza in forma per raggiungere autonomamente il mio obiettivo, senza ambizioni da tempi record.
Motore da 350 watt
Abbiamo chiarito tutti i dati tecnici. Daniel mi mette a disposizione tre biciclette davanti alla porta del negozio. Posso provarle tutte brevemente. Inizio con Cesare, che vanta una comodissima sella in pelle. Daniel mi spiega brevemente i cinque livelli di pedalata assistita che possono essere selezionati sulla sinistra del manubrio. Dopodiché faccio i miei primi metri su questa bici imperiale. Il vecchio casco da bicicletta che mi sono portato sembra alquanto banale su un veicolo di questo calibro. Pedalo in posizione piuttosto eretta ma avanzo comunque velocemente. Il vento primaverile mi accarezza le orecchie mentre guido con la marcia più alta e con il massimo livello di pedalata assistita del motore centrale da 350 watt.
A proposito di marce: faccio un secondo giro di prova con un altro modello di nome Cesare che al posto del deragliatore ha un cambio al mozzo, che seleziona automaticamente la marcia giusta in base alla pressione sui pedali. Il cambio automatico mi piace quando guido una macchina, ma su una bici mi dà una strana sensazione. Questo modello di Cesare può tornare tranquillamente allo showroom.
Per finire mi faccio un giro con Tarzan. È un modello più sportivo sul quale posso sedermi in posizione meno eretta. La sensazione di guida si avvicina a quella della mia vecchia bici da trekking. Inoltre, questo modello è più potente rispetto ai due imperatori romani (95 Nm di coppia anziché 80). Dispone anche di gomme leggermente più larghe e di una forcella ammortizzata da 80 mm, che dovrebbero garantirmi un comfort maggiore.
Sia Cesare che Tarzan hanno un’autonomia sufficiente per il mio percorso di andata e ritorno da casa all’ufficio. Il modello Cesare ha una batteria da 504 wattora (wh) con 120 chilometri di autonomia, mentre Tarzan ha una batteria da 672 wh con 140 chilometri di autonomia. Usando le bici nella vita di tutti i giorni potrò verificare se le cifre su carta corrispondono anche alla realtà. Sia come sia, entrambi i modelli hanno un peso di 20 kg e sono certo di poter guidare queste bici anche con la semplice forza dei miei muscoli, nel caso si scaricasse la batteria.
La decisione è presa: Tarzan sarà il mio veicolo di prova. Dopo qualche giorno, l’officina di Wallisellen finisce di montare per me il modello desiderato. Daniel Meyer e il product manager Josh Arn mi danno un briefing dettagliato. Mi spiegano come accendere l’e-bike e come caricare la batteria. Guidare un’e-bike è una sensazione che bisogna provare di persona, spiega Daniel.
Ora posso davvero tornare a casa in e-bike per la prima volta. Finalmente, troverò risposta a tutte le mie domande. Impiegherò lo stesso tempo che con i mezzi pubblici? Quanto suderò? Quante volte mi perderò nella giungla urbana?
Nella prossima parte, ti farò sapere com’è andato il primo giro in e-bike e quali errori da principiante ho commesso. Se hai domande specifiche a cui vorresti trovare risposta o consigli per le persone che si recano al lavoro in e-bike, lascia un commento in fondo alla pagina. Seguimi come autore per non perderti il mio prossimo articolo su questo argomento.
Giornalista dal 1997 con sedi in Franconia, sul lago di Costanza, a Obvaldo e Nidvaldo e a Zurigo. Padre di famiglia dal 2014. Esperto in organizzazione editoriale e motivazione. Focus tematico sulla sostenibilità, strumenti per l'ufficio domestico, cose belle in casa, giocattoli creativi e articoli sportivi.