Novità e trend
8K, Micro e Mini LED: ecco il futuro della TV
di Luca Fontana
I produttori TV presentano i televisori del futuro al CES di Las Vegas. Cosa c’è sul menu? 8K, micro LED e mini LED. Un attimo... mi sembra di avere un déjà-vu.
Ogni anno la storia si ripete: i produttori TV si riuniscono al CES – la più importante fiera del mondo dedicata all'elettronica di consumo, che si svolge a Las Vegas – e presentano le loro innovazioni. Anche quando non ce ne sono. Ma va bene così, non se ne accorgerà nessuno! L’importante è usare espressioni come «revolutionized» e «best viewing experience ever», che significano tutto e non significano niente. È una fiera del prodotto «felice», né più né meno.
Troppo sarcastico?
OK, scusa. Proverò a trattenermi. Sei qui per scoprire le ultime novità dell'industria dei TV. C'è molto di cui parlare... ma di novità ben poche. Sono quasi tentato di riciclare l'articolo sul CES 2020 dell'anno scorso. Già leggendo il titolo si capisce che non è successo molto nell'arco di un anno.
Ma partiamo dall'inizio!
Quest'anno LG lancia una nuova generazione di televisori OLED. La «X» nel nome del prodotto – conosci già CX, BX, GX – ora viene sostituita da un «1». Ad esempio C1, B1, G1 e via dicendo.
Allora, quali sono le novità?
Nel video keynote, realizzato molto bene, i sudcoreani dimostrano di essere disposti ad affrontare la seconda debolezza più grande degli schermi OLED: la luminosità. I LED organici sono tradizionalmente meno luminosi dei LED di sfondo dei televisori LCD. Ecco perché gli OLED raggiungono spesso i loro limiti, soprattutto nei salotti luminosi.
Questo sta per cambiare grazie al pannello «OLED evo». Tuttavia solo nella serie G, il modello «Gallery», che fino ad ora si è differenziato dalla serie C, la serie consumer, solo per il design.
Di quanta luminosità stiamo parlando? Quanti nit? Nel keynote non se ne parla. Peccato.
In ogni caso, LG sta cambiando la sua strategia: se vuoi il meglio di LG nel 2021, dovrai optare per la costosa serie G. La serie C gira sullo stesso processore Alpha 9 di quarta generazione – nessuno dice quanto il processore sia stato migliorato – ma è meno luminosa. In ultimo, la serie B sta scomparendo per far posto alla nuova serie A. Ma il principio non cambia: è dotata del processore Alpha 7 di quarta generazione, che è leggermente meno potente, ma d’altra parte meno costoso.
Che altro?
Gli OLED di LG, nonostante tutto il polverone sollevato sull’HDMI 2.1, sono ottimi televisori e monitor da gioco per la prossima generazione di console e schede grafiche. Le argomentazioni sono sempre queste: bassi ritardi di input, tempi di risposta veloci tipici dei pixel OLED, supporto G-Sync e FreeSync.
LG vuole partire da qui. La versione UHD degli OLED sarà disponibile in una nuova dimensione ridotta – 42 pollici – per chi vuole usare il TV come monitor. Inoltre, LG annuncia la sua collaborazione con Google Stadia: a partire dalla seconda metà dell'anno sarà il primo produttore a offrire questo servizio cloud come app su un TV.
E non è tutto: la generazione 2021 ha un nuovo sottomenu, «Game Optimizer», grazie a cui sarà molto più facile cambiare le impostazioni di gioco come FPS, VRR e HDR, o semplicemente il genere: sport, corse, sparatutto e via dicendo. Non dovrai più metterti ad armeggiare per trovare i parametri perfetti ogni volta.
Samsung offrirà un prodotto simile a partire dal 2021.
Per finire, attualmente i televisori UHD e 8K OLED sono in fase di produzione. Per quanto riguarda gli OLED, questo è quanto. Non ci sono altre novità. Per una volta, è più emozionante quello che sta accadendo sul fronte LCD proprio in casa Samsung, pioniere dell'OLED: il mini LED.
Mini LED significa che migliaia di LED a distanza ravvicinata forniscono la luce di sfondo. Esattamente come accade con il Full Array Local Dimming (FALD), è possibile oscurarli o anche spegnerli in aree specifiche. L'unica differenza rispetto al FALD è il numero di zone di oscuramento: i mini LED sono molto più piccoli dei LED FALD, quindi c'è molto più spazio per molte più zone di oscuramento. Da qui il nome. Lo scopo è quello di migliorare i livelli di nero – e quindi il contrasto – dei televisori LCD, riducendo al contempo il fastidioso effetto chiamato «blooming».
Questa tecnologia non è nuova: TCL ha già lanciato il suo primo mini LED TV l'anno scorso, LG e Samsung ora seguono l'esempio. In LG, la tecnologia prende il nome di QNED. Ahah! Con la «Q». Divertente. Perché? Perché Samsung ha fatto la stessa cosa anni fa con i suoi QLED, TV LCD con uno strato di nanoparticelle che l’azienda chiama «Quantum Dots». Marketing intelligente. C'è il rischio di confonderli con l'OLED.
LG ora sta semplicemente ribaltando le carte in tavola.
Anche LG e Sony usano lo strato di nanoparticelle che converte la retroilluminazione bluastra degli LCD a LED in bianco puro. Il risultato? Una miscela di colori più puri. Per LG e Sony la tecnologia si chiama (rispettivamente) «Nanocell» e «Triluminos», ma LG arriva con un’innovazione: aggiunge «Quantum» davanti a Nanocell, la chiama «Quantum Nanocell» e la abbrevia in QNED. Voilà!
Quante zone di oscuramento avrà il mini LED LG? Questa è la domanda da un milione di dollari... a cui LG non ha ancora risposto.
Ultime novità da LG: il sistema operativo WebOS 6.0 è attualmente in fase di revisione. Cliccando sul pulsante home del Magic Remote non si apre più una barra delle applicazioni nella parte inferiore dello schermo, ma un'intera finestra fatta di «tessere». Simile a ciò che abbiamo visto con altri produttori su Android TV.
Ah: in alto a sinistra c'è della pubblicità, così puoi optare per i contenuti «suggeriti», cioè sponsorizzati dall'inserzionista. A parte questo, il nuovo WebOs sembra ben organizzato. Io però rimpiango un po' il vecchio design, piacevolmente sobrio.
Samsung non ha voluto aspettare fino al CES 2021 e ha già presentato le prossime novità in un comunicato stampa la settimana scorsa. Ne ho già parlato nell'articolo qui sotto.
In sintesi: Samsung presenta il Neo QLED. In realtà, «neo» si riferisce alla tecnologia di retroilluminazione del mini LED. Stessa cosa per LG. L’obiettivo è lo stesso: migliori contrasti e meno blooming. E il numero di zone di oscuramento? Sconosciuto. Un'altra cosa che Samsung e LG hanno in comune.
Un'altra novità del Neo QLED è il processore migliorato. Non ci è dato sapere esattamente quanto sia stato migliorato, ma almeno abbiamo un’idea leggermente più concreta rispetto al TV LG: ciò che migliora è l’upscaling. Fino ad ora, il processore di Samsung aveva una singola rete neurale che decideva (e a volte imparava) come scalare al meglio i contenuti in UHD o 8K in autonomia. Ora ne ha 16, ognuna dedicata a un’area specifica: risoluzione, colore, sfocatura, rumore e suono, tra le altre.
Neo QLED sarà in grado di spodestare il re dell'upscaling di LG? In ogni caso, i televisori 8K di Samsung in particolare dovrebbero beneficiarne: di contenuti in 8K non ne esistono ancora. Ecco perché l'upscaling è così importante.
L'altra grande novità – che in realtà viene annunciata ogni anno dal 2018, ma non importa – è il micro LED. È un po' come la Seconda Venuta del Gesù dei TV. Il micro LED TV dovrebbe essere in grado di riprodurre un'immagine luminosa, colori ricchi, livelli di nero perfetti e – cosa più importante – nessun burn-in.
Il micro LED non è semplicemente una bella promessa di marketing da parte di Samsung. Lo prova il fatto che anche Sony e LG stanno facendo ricerche approfondite su questa tecnologia e ogni tanto propongono un prototipo. La differenza è che non lo pubblicizzano tanto quanto Samsung. Dopo tutto non è il caso di «superare» la tecnologia OLED troppo in fretta. Detto questo, nessuno dubita dell'avvento dei micro LED. L'unica domanda è: quando?
Qui Samsung vuole fare un passo avanti lanciando i primi schermi di «piccole» dimensioni, cioè tra i 99 e i 110 pollici. A partire dalla seconda metà dell'anno, dovrebbero essere ancora più piccoli. La variante da 110 pollici costerà solo 140 000 franchi, più o meno. Un vero affare. A meno che tu stia aspettando le prossime due o tre CES perché Samsung abbia l’opportunità di parlare di questo TV del futuro.
In casa Sony, la videocamera riprende due donne in piedi in una stanza (computerizzata) mentre presentano le novità: televisori OLED e LCD alimentati dal nuovo processore XR.
Cos’ha di così speciale questo processore? A quanto pare, la sua intelligenza artificiale sarebbe superiore a quella della concorrenza: è in grado di pensare e razionalizzare come gli esseri umani. Parole grosse. Il colosso giapponese lo spiega così:
In parole povere, Sony promette che il suo processore XR riconoscerà e distinguerà aree come il primo piano, lo sfondo e l'elemento centrale dell'immagine simultaneamente, proprio come fa il cervello umano. Questo dovrebbe creare una maggiore profondità spaziale. Una sorta di immagine tridimensionale senza occhiali 3D.
Pubblicità con poca sostanza? Chi lo sa. C'è solo un modo per scoprirlo con certezza. Il processore XR si trova nei nuovi TV Bravia XR, ovvero:
*TV OLED Master Series A90J e A80J
Per quanto riguarda Sony, a parte il processore, non ci sono nuove funzionalità né OLED 8K. Attualmente li produce solo LG.
TCL continua a collaborare con Google. L'anno scorso ho testato l'X10, il suo primo mini LED TV. Sistema operativo: Android TV. Al CES il gigante cinese annuncia che andrà oltre, lanciando il primo Google TV alla fine di quest'anno.
A questo punto ti starai chiedendo cos'è Google TV.
Google TV si basa su Android TV, ma è un sistema operativo a sé stante, simile al WebOS di LG o al Tizen di Samsung. Si tratta di un portale per accedere ad applicazioni come Netflix, Amazon Prime e Play Store. Il suo vantaggio dovrebbe essere la facilità di ricerca dei contenuti. Spesso infatti perdiamo più tempo a cercare un contenuto che a guardarlo. Con Google TV, le cose cambieranno. Per impostazione predefinita, il servizio Google TV Home visualizzerà una panoramica di tutti i contenuti già avviati o che potrebbero essere rilevanti per te, attraverso tutti i servizi di streaming a cui hai sottoscritto un abbonamento.
Ora che ci penso, il nuovo webOS di LG potrebbe funzionare secondo un principio simile.
Sul fronte hardware, TCL attira l'attenzione sulla sua nuova serie XL – TV 8K fino a 85 pollici – e la sua nuova tecnologia mini LED, che ora si chiama OD Zero. «Zero» perché la distanza tra lo strato del mini LED e gli strati di diffusione che distribuiscono la luce di fondo in modo uniforme sull'immagine è stata ridotta da circa 10 a 20 millimetri a 0 millimetri, permettendo a TCL di fabbricare OD Zero particolarmente sottili.
A proposito degli strati di diffusione: l'anno scorso ho smontato un televisore LCD. Vetro, strati di diffusione, LED inclusi. Guarda il video qui sotto se vuoi sapere com’è andata.
Tutto molto interessante. Se per caso qualcuno in casa TCL stesse leggendo questo articolo: mi offro volontario per testare l'OD Zero. Testare, non smontare; lo prometto.
E, infine, la prima vera innovazione di cui ho già scritto in un altro articolo: uno schermo OLED avvolgibile, spesso 0,18 millimetri e con una diagonale di 17 pollici. È davvero incredibile perché viene realizzato con la tecnologia di stampa a getto d'inchiostro più moderna.
Sì, la tecnologia che c'è dietro è impressionante, ma probabilmente è ancora lontana dall'essere pronta per il mercato dei TV, specialmente per i televisori a grande schermo. È più plausibile che venga prima utilizzata su smartphone e tablet.
Come puoi vedere, le grandi novità annunciate sono i mini LED, i micro LED e gli 8K. Tutte cose che abbiamo già visto in passato. Naturalmente, ci sono anche processori migliorati che riescono ad elaborare ancora più contenuti dalla fonte (o una cosa del genere). Telecomandi ottimizzati, scatole ecologiche, pannelli ancora più sottili, sistemi operativi collegati in rete ancora più efficienti... ma nessuno ha dato il massimo.
Sarà per l’anno prossimo. Ah: ovviamente, nel caso mi sia sfuggito qualcosa, puoi sempre lasciare un commento qui sotto.
La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot».