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Cinque punti salienti e irrisori della mia buon vecchia libreria
La mia libreria è un guazzabuglio inestricabile, brutto e decrepito. Ma ha le sue buone ragioni. Un inventario, una giustificazione e cinque libri speciali.
Non ne sono orgoglioso. Visivamente, la mia libreria è ripugnante quanto una micosi sull’alluce. E ti risparmio la veduta intera del mobile. È un classico Billy di Ikea e non era una gioia per gli occhi neanche appena comprato. Ma ora è completamente ingiallito. I libri sono sbiaditi. I dorsi, costantemente esposti alla luce, hanno un colore completamente diverso dalle copertine. Guardo con invidia il gioiello di libreria ben strutturato di Natalie.
D'altra parte, ciò che conta è il contenuto. Non me ne sto sempre seduto sul divano a contemplare la mia libreria e a pensare: o mia libreria, quanto sei bella, la tua vista mi rende felice. Lo stesso vale per i libri: non devono essere per forza esteticamente belli. Ciò che conta è il contenuto.
Sfortunatamente, ho fallito anche in questo. La maggior parte dei libri ha più di vent’anni e non ha nulla a che fare con le mie attuali preferenze letterarie. E tanto per peggiorare le cose, molti degli oggetti esposti sugli scaffali non sono affatto dei libri. Raccoglitori, riviste, album di foto, CD musicali, DVD di software, dischi in vinile, nastri a bobina e quant’altro. Vi sono anche molte cose che non assomigliano neanche lontanamente a un libro: un termometro, dei puffi, vecchie fotocamere digitali, un sacco della spazzatura nero contenente delle vecchie tastiere, giochi da tavolo, un modellino di me stesso creato con una stampante 3D, un Macintosh SE/30 del 1987, un hard disk per il backup, la confezione del mio ultimo mouse da computer, una sveglia del 1950.

Com’è potuto succedere? Ai tempi del liceo e dell’università ho dovuto comprare diversi libri, molti dei quali hanno lasciato un segno o hanno perlomeno un valore affettivo. Per questo non li butto via anche se sono brutti da vedere.

Oggi compro molti meno libri. Non uso più dizionari o manuali cartacei e molti libri li acquisto in formato e-book. Inoltre, ho meno tempo per leggere e se lo faccio, mi addormento dopo cinque pagine.
E poi mi sento più a mio agio con pochi beni fisici, a causa delle esperienze che ho avuto da giovane adulto. Ho traslocato spesso e i libri in questi casi diventano un peso. Anche i mobili in realtà. Spesso non avevo comunque spazio per altri mobili. Per questo la mia libreria funge anche da porta-CD, portaoggetti e scaffale da ufficio.
Ma ora passiamo al contenuto. Iniziamo dai punti salienti.
Il mio libro più grande e più pesante
Il libro di fotografie «Eden» di Art Wolfe misura 29 x 36,5 centimetri e pesa 3788 grammi. L'ho comprato piuttosto recentemente, quando mi sono chiesto quale tipologia di libro fosse ancora il caso di acquistare in forma stampata piuttosto che in formato e-book. Sono arrivato alla conclusione che i libri di fotografia devono essere grandi e stampati su carta. Non posso e non voglio proprio sfogliarli sul tablet.

Il mio libro più vecchio
Il tomo più vecchio della mia libreria è del 1933 ed è intitolato «Kleines Handbuch der Musik» (piccolo manuale di musica). È una specie di enciclopedia, nella quale l'autore presenta la sua visione personale come una verità assoluta. Il capitolo sulla musica da ballo dimostra come il razzismo e la presunzione fossero cosa scontata all'epoca.

Il mio libro più intelligente
Il mio maggiore insegnamento mi è stato concesso da Understanding Intelligence, un’opera del mio ex professore di informatica Rolf Pfeifer e del suo collega Christian Scheier. Perché le formiche sono così ben organizzate nonostante abbiano un cervello minuscolo? E perché, d'altra parte, un robot che effettua calcoli molto più velocemente di qualsiasi essere umano non riesce a versare un bicchiere di birra? Tutto ciò è relazionato al fatto che l'intelligenza può essere compresa solo insieme al corpo. E che bisogna capire l'intelligenza naturale prima di poter fare qualcosa con l'intelligenza artificiale. Oggi, queste considerazioni sono standard: l'IA funziona quasi esclusivamente su reti neurali e non più su database conoscitivi e formule.
Il mio libro più stupido
Il mio minore insegnamento mi è stato fornito dal fumetto tascabile MAD «Snappy Answers to Stupid Questions!». Tutte le vignette in esso contenute sembrano seguire il motto «Non fare domande stupide». Un esempio? Chiedere «Stai uscendo?» a una persona sulla porta d'ingresso che indossa stivali e giacca invernale. La risposta: «No, qualcuno ha appiccicato la sua gomma da masticare sulla maniglia e la mia mano è rimasta incollata». L'unica intuizione del libro: esistono domande molto stupide.

Il mio libro più divertente
Valley of The Far Side di Gary Larson. Se a 45 anni un libro riesce a divertirmi ancora come quando avevo 18 anni, significa che è veramente un buon libro. A proposito, è un ottimo regalo, se per una volta intendi comprare i tuoi regali di Natale del 2022 in anticipo.
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In maniera caotica, cronologica, alfabetica, geografica, autobiografica, tematica o per colore, dimensione, umore? Ogni persona ha il suo modo di organizzare una libreria. Le redattrici e i redattori di Galaxus ci mostrano il loro. La prossima volta toccherà a Simon Balissat.
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Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.