La seconda vita dei prodotti può essere molto più bella della prima
Astrid Haury è la fondatrice della piattaforma di upcycling «Trash2Treasure». La ricercatrice di tendenze ha dato uno sguardo al passato ed è convinta dell’idea di usare gli scarti come materia prima.
I prodotti cosmetici hanno sempre una data di scadenza. Almeno questo è ciò che pensavo. Prendiamo l’esempio di un normale smalto per unghie: dura circa due anni, come indicato. Poi diventa viscoso o la chiusura diventa appiccicosa. Se non viene venduto, finisce nell’inceneritore. Ma perché? La futurologa e ricercatrice di tendenze Astrid Haury ha una soluzione migliore. Con la start-up Trash2Treasure vuole dare una seconda vita agli smalti e ad altri scarti industriali di prodotti cosmetici.
Astrid ha lavorato per diversi anni nel reparto di comunicazione e innovazione dell’azienda tedesca di cosmetici Cosnova, di cui fanno parte anche le marche Catrice ed Essence. In un think tank interno si è occupata della tipologia e della quantità di rifiuti che si creano nel processo di produzione dell’azienda. In particolare, ha notato che l’amore per i dettagli nella produzione di un prodotto cosmetico manca in altre fasi. «Trovo che un prodotto debba essere accompagnato dall’idea, passando per la realizzazione e fino al termine del suo ciclo di vita», mi racconta Astrid nella nostra conversazione da remoto – lei si trova a Francoforte e io a Zurigo.
Focus sulla bellezza: il trucco non abbellisce solo all’esterno
Gli smalti per unghie scaduti vengono gettati via e inceneriti. Inoltre, al contrario di altri prodotti di bellezza in imballaggi realizzati con un solo materiale, non possono essere riciclati. I componenti, lo smalto e il vetro, non possono essere separati bene l’uno dall’altro, mi spiega Astrid. Nell’estate 2019 gli affari non sono andati bene e diversi milioni di smalti per unghie sono rimasti da Cosnova, perché non è stato possibile venderli prima della loro data di scadenza. Per cercare di salvare il materiale, in un workshop Astrid ha chiamato designer e sviluppatori di prodotti e ha chiesto loro di riutilizzare gli scarti in modo creativo mantenendo i flaconcini il più possibile intatti.
Il design del duo di Berlino llot llov ha colpito Astrid. Si tratta di un terrazzo nel quale vengono pressati dei flaconcini di smalto. Ha apprezzato la profondità della marmorizzatura ottenuta dal vetro e dai resti di smalto. Poco dopo, con il sostegno finanziario di Cosnova, ha fatto produrre una lastra lunga più di tre metri. «Con una lastra puoi scoprire se un materiale è adatto per lo sviluppo di prodotti, perché oppone più resistenza». Ed è stato così. A partire dalla lastra è poi stato realizzato il tavolo da pranzo Bob, che ho potuto ammirare di persona al Salone del Mobile 2019.
La miscela di sabbia di marmo colorata può essere scelta a piacimento per la cucina, come scaffale, come tavolo o molto altro. Oltre al pezzo unico Bob, sono nati anche un tavolino e una lampada. In futuro, Trash2Treasure, abbreviato T2T, vorrebbe produrre lastre più grandi, in modo da renderle scalabili. Questo sarà possibile non appena ci sarà di nuovo una grande quantità di smalti scaduti. «Le aziende spesso hanno i bei materiali e i soldi», afferma Astrid. «I designer hanno le belle idee. Tuttavia, le due parti si incontrano raramente, perché non sanno di cosa parlare. Dovrebbero considerarsi più come un ecosistema». Il progetto di upcycling di smalti ha favorito il dialogo e ha dato il via a Trash2Treasure.
Nel processo di design bisogna prima guardare indietro
T2T vuole avvicinare le aziende a chi lavora nell’ambito creativo. «Vogliamo favorire il riciclaggio degli scarti industriali, perché la gestione ecologica dei presunti rifiuti può essere combinata bene con la bellezza», dichiara Astrid. Secondo l'esperta, gli sviluppatori di prodotti dovrebbero «connettere i prodotti tra loro», come ha detto Steve Jobs parlando di creatività. Bisognerebbe «guardare al passato per costruire il presente».
La start-up non guadagna ancora soldi (almeno per ora) con i suoi progetti di upcycling. Al momento, per Astrid è più importante condurre ricerche e guadagnare visibilità per trovare nuovi partner. Proprio per questo, all’ultimo Salone, il team di tre persone ha presentato un altro progetto: Creamlight Cloud, una lampada realizzata da 290 contenitori per ombretti che sarebbero finiti nella discarica a causa della chiusura difettosa. «Di solito il vetro può essere fuso senza problemi, ma volevamo mostrare cos’altro si può fare», racconta Astrid.
È di nuovo il duo Llov Llot che ha ideato questa installazione luminosa. Due contenitori per ombretti in vetro smerigliato formano una luce LED regolabile e sono appesi a cavi coassiali sottilissimi. La parte centrale è in alluminio anodizzato oro opaco. Al momento, il design è un pezzo unico. Su ordinazione è disponibile una versione più piccola in edizione limitata. Non è rimasto altro materiale per realizzare ulteriori modelli. In cambio, però, la prossima idea è già in cantiere. Per esempio, le pochette Trash'chen, che sono composte da vecchi striscioni pubblicitari di Cosnova e potranno essere usate come beauty case, clutch o astuccio portapenne. Sono il primo prodotto commerciale che T2T vuole presto vendere nel suo negozio online.
Portare l’upcycling a un nuovo livello
Secondo Astrid si parla ancora troppo poco di sostenibilità: «Le persone cercano sistemi circolari e possibilità di riciclaggio, ma questo non basta a cambiare le cose. Dovremmo creare una nuova percezione per gli oggetti usati in modo da mantenere il valore di un prodotto». T2T mostra come la collaborazione tra industrie e chi lavora nell’ambito creativo permette di realizzare qualcosa di nuovo a partire da materiali già presenti. «La bellezza è molto più bella quando la vediamo anche nei rifiuti», afferma Astrid.
Per la futurologa, le aziende moderne dovrebbero rendere i prodotti sostenibili più abbordabili e interessanti. Per farlo, possono prendere esempio da Astrid, che al primo tentativo ha fatto produrre una lastra enorme e fin dall’inizio si è lanciata in una grande sfida. Chissà cosa potrebbe ancora nascere di bello se diamo una seconda vita ai prodotti invece di distruggerli.
Chi sono le persone che continuano a cercare delle soluzioni di design migliori? Che creano una nuova sedia o un nuovo tavolo nonostante ce ne siano già a volontà? In questa serie ti presento queste persone. Seguimi per non farti scappare il prossimo articolo.
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