Perché mi piace andare ai funerali
Retroscena

Perché mi piace andare ai funerali

Di solito mi piace andare ai funerali, anche se si tratta di circostanze tristi. Posso dire che mi piace andarci? Chiedo a un’officiante che celebra funerali e onoranze funebri.

Lunedì, tutti noi guarderemo i funerali della Regina Elisabetta II: mi piacerebbe molto andarci di persona, perché i funerali mi hanno sempre affascinato. Anche se in realtà sono una cosa triste. In realtà. Eppure, tutte le volte che sono andato a un funerale, mi sono ritrovato a viverlo come un «bel momento». Finora, ho avuto la fortuna di non dover andare a molti funerali e, salvo rare eccezioni, le persone defunte avevano «vissuto la loro vita». Mi vergognavo quasi di non vedere l’ora di andare a questi funerali e di percepirli come qualcosa di positivo.

Ogni volta che si manifestavano questi sentimenti, mi veniva in mente il personaggio di Harold Chasen del romanzo «Harold e Maude», scritto dall’australiano Collin Higgins. Nel 1971, questa commedia drammatica è stata trasformata in un film. Parla di un giovane che cresce in una sontuosa casa di campagna. In realtà, Harold potrebbe godersi una vita di lusso spensierata. Invece, cerca di sconvolgere la madre con una teatrale messa in scena di suicidio. La donna cerca a sua volta di trovare una moglie per il figlio, cosa che Harold riesce a impedire abilmente. Solo andare ai funerali lo rende felice. Così acquista un carro funebre nero come la pece.

A un funerale, Harold incontra la 79enne Maude. Questa donna lo colpisce con il suo umorismo pungente e la sua irrefrenabile gioia di vivere che rimane indenne da tutti i colpi del destino.

Harold adora partecipare ai funerali e durante uno di questi incontra Maude.
Harold adora partecipare ai funerali e durante uno di questi incontra Maude.
Fonte: Keystone

Qualche anno fa mi sono immaginato da pensionato, a sfogliare i necrologi con un misto di fascino e noia, per poi scegliere i funerali più emozionanti a cui andare.

In realtà, i motivi per cui mi piace andare ai funerali sono i seguenti. Primo: per il bisogno umano di dire addio e di rendere omaggio alla persona defunta. Secondo: per dimostrare a chi è in lutto quanto sia stata importante anche per me la persona defunta. E spesso, soprattutto se muore un familiare lontano, si incontrano persone che non si erano mai incontrate prima o che non si vedono da tempo. Terzo: fa sempre bene confrontarsi con la finitezza della vita che troppo spesso respingiamo in questa nostra società dal ritmo sfrenato. E quarto: per goderci la vita che abbiamo ancora, durante il successivo pasto funebre, che il più delle volte è allegro e gioioso.

Officiante: «Spesso al funerale si impara a conoscere diversamente la persona defunta»

La mia inclinazione per i funerali è normale? Decido di contattare Michaela Tobler. È un’officiante e come tale celebra funerali e onoranze funebri. «Ovviamente, il funerale e la sepoltura sono occasioni fondamentalmente tristi, perché celebrano la morte di una persona cara», afferma Michaela Tobler, che presta servizi funebri da un anno e mezzo. In fondo, si tratta di ringraziare e rendere omaggio alla persona che è venuta a mancare. Se si tratta di una persona di cui si può dire che ha «vissuto la sua vita», di solito prevale un sentimento di gratitudine. «Naturalmente, la situazione è diversa se si tratta di bambini o giovani, se la morte è stata improvvisa o è avvenuta in circostanze particolarmente tragiche».

L’officiante Michaela Tobler afferma: «Chi è in lutto ha bisogno della solidarietà delle altre persone».
L’officiante Michaela Tobler afferma: «Chi è in lutto ha bisogno della solidarietà delle altre persone».

Le cerimonie d'addio e i funerali sono importanti anche per chi è in lutto, perché in questa occasione si rendono conto di quanto la persona deceduta abbia significato per tante altre persone. «E in questa occasione chi è in lutto viene sostenuto nel suo dolore», spiega Tobler.

Di norma, il funerale è «l'ultima celebrazione». I funerali spesso riuniscono persone che si conoscono da una vita o che non si sono mai incontrate. Inoltre, «spesso al funerale si impara a conoscere diversamente la persona defunta. Non è raro che vengano mostrate foto o diapositive durante il pasto funebre e che le persone condividano i ricordi più belli», afferma Tobler.

Anche i desideri di chi è in lutto sono importanti

Anche se molte persone si sentono sempre meno legate a una religione o a una chiesa, il desiderio di un rito d'addio rimane. «Fortunatamente in Svizzera sono consentite tutte le forme di sepoltura, anche e soprattutto quelle nella natura», sottolinea Tobler. E proprio perché non è vincolata dalle direttive della Chiesa, è libera di organizzare le cerimonie come desiderato. Un ragazzo deceduto appassionato di heavy metal aveva richiesto di fare suonare la canzone «Highway to Hell» per il suo funerale, perché non vedeva l'ora di riunirsi con gli amici morti prima di lui.

Un messaggio importante da parte di Michaela Tobler: «Quando muore una persona cara, spesso ci si dimentica che è lecito prendersi il tempo necessario, senza avere fretta». Per esperienza, sa bene che vale la pena prendersi il tempo necessario per decidere come dire addio alla persona cara: «Naturalmente, è utile conoscere i desideri della persona defunta, ma è anche importante essere in chiaro su ciò che è importante per sé, come persona in lutto».

I funerali non devono essere solo tristi e il film del 1994 «Quattro matrimoni e un funerale» con Hugh Grant e Andie MacDowell lo ha dimostrato sul grande schermo.

Ma che desideri ho io per il mio funerale in un futuro auspicabilmente lontano? Naturalmente, ho già dato alcune istruzioni a mia moglie e ai miei figli: «Dovete riprodurre questa canzone o voglio che le mie ceneri siano sparse in quel luogo». E ovviamente, spero che molte persone mi facciano l'onore di partecipare al mio funerale e che insieme condivano i ricordi più belli, come faccio sempre anche io.

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Doppiamente papà, terzogenito, fungiatt, pescatore, danese per metà, spettatore hardcore e campione di gaffe.


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