Platone in un'escape room: «Talos Principle 2» alla prova
Recensione

Platone in un'escape room: «Talos Principle 2» alla prova

Simon Balissat
2/11/2023
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Enigmi, filosofia e scarpe da corsa: «Talos Principle 2» mira a combinare un open world, una storia profonda e molti enigmi in un unico gioco. Non sempre funziona, ma è comunque molto divertente.

Un battito di ciglia e la porta si apre. Vengo accolto nella Nuova Gerusalemme da una trentina di androidi. Dopo tutto, sono l'ultimo della specie a poter esistere. L'umanità si è estinta da tempo e il mondo è governato dai robot. Gli «umani», come si autodefiniscono i robot umanoidi, hanno limitato il loro numero a mille unità. Sono il millesimo. Il mio nome è 1K.

Fresco di sala parto. Il mio benvenuto al mondo.
Fresco di sala parto. Il mio benvenuto al mondo.
Fonte: Simon Balissat

Non ci vuole molto perché «Talos Principle 2» chiarisca inequivocabilmente che si tratta di domande esistenziali: chi sono? Perché sono qui? Qual è il mio scopo in questo mondo? Stiamo creando o distruggendo? O facciamo entrambe le cose? Queste domande filosofiche costituiscono la base di «Talos Principle 2».

Poco dopo la mia nascita, un Prometeo sovradimensionato appare per dare insegnamenti all'«umanità» robotica. Si procede con un susseguirsi di allusioni alla mitologia greca, alla religione, ai grandi pensatori e alla fantascienza. Un esempio: mentre sono ancora nella capitale, mi viene offerto un patto faustiano con il diavolo. Il numero di serie dell'androide ambiguo? 666.

Appena arrivo, questo signore mi propone un affare. Come andrà a finire?
Appena arrivo, questo signore mi propone un affare. Come andrà a finire?
Fonte: Simon Balissat

Amor fati: ama il tuo destino

Come Messia appena nato, esploro la capitale della Nuova Gerusalemme solo per un breve periodo prima di essere inviato in missione su un'isola misteriosa dove qualcosa nell'energia sembra non funzionare come dovrebbe. Non è l'unica cosa misteriosa: l'isola offre ogni bioma immaginabile tra deserto, giungla e artico su pochi chilometri quadrati, separati da pratici collegamenti ferroviari. Che coincidenza geografica! Oppure è solo un trucco dei progettisti del gioco per dare un po' di varietà al ripetitivo gioco di enigmi e ammortizzare le costose risorse acquistate?

Lezione di storia e di filosofia in una.
Lezione di storia e di filosofia in una.
Fonte: Simon Balissat

Presto arriviamo al fondo del mistero: un'enorme piramide è accessibile solo a chi risolve un numero sufficiente di enigmi e si sottopone al terzo grado filosofico di divinità greche virtuali. Rispondiamo a domande retoriche, veniamo rimproverati e interrogati ulteriormente. Ciò che mi aveva sopraffatto all'inizio del gioco si è rivelato una gioia alla fine. Non ci sono risposte sbagliate alle domande di carattere morale. Questi intermezzi hanno un'influenza marginale sul corso del gioco e anche gli enigmi non cambiano.

Panta rei: tutto scorre

Mi chiedo quindi perché lo sviluppatore Croteam abbia dovuto impacchettare il nucleo del rompicapo in così tanta ovatta open-world. Protagonisti del gioco sono gli enigmi in stile «Portal», conditi con un po' di «Tetris» o «The Witness». Si tratta di bocconcini in aree chiuse, simili a piccole escape room. Ci sono otto enigmi di questo tipo in ognuna delle dodici aree, che non devo necessariamente completare nell'ordine indicato. Lo faccio in prima persona, ma c'è anche la prospettiva in terza persona. Poiché i movimenti del mio protagonista sono più duri di Rocco Siffredi, faccio volentieri a meno del cambio di prospettiva.

Un tipico rompicapo in cui vengono reindirizzati i raggi di luce.
Un tipico rompicapo in cui vengono reindirizzati i raggi di luce.
Fonte: Simon Balissat

Ma veniamo ora alla carne che circonda l'osso filosofico: gli enigmi sono semplici all'inizio e consistono in pochi componenti. Reindirizzo i raggi laser colorati nei ricevitori in modo che le porte si aprano, posiziono le casse sugli interruttori a pavimento o attivo le ventole che mi sollevano in aria. I rompicapo diventano sempre più complicati e si aggiungono continuamente nuove attrezzature per ampliare le mie opzioni. Una volta completata un'area o quando rimango bloccato, posso passare al puzzle successivo e sbloccare altre aree. Oltre a questi enigmi principali, ci sono enigmi secondari opzionali più difficili da risolvere. Se mi blocco, posso camminare per l'area e cercare oggetti luccicanti che mi permettono di saltare gli enigmi. Altrimenti, i registri audio e i manufatti umani dovrebbero incentivare l'esplorazione del mondo. Ho saltato anche questa parte open-world per la maggior parte, perché gli enigmi sono il grande punto di forza di «Talos Principle 2».

Tempus fugit: il tempo vola

I primi enigmi sono ancora del tipo «blocco rotondo in un buco rotondo»; «Talos Principle 2» ingrana davvero solo nella seconda metà. Un paio di volte ho dimenticato l'ora e mi sono messo a giocare fino a tarda notte, andando a letto frustrato perché non avevo la soluzione. Solo per riavviare il PC mezz'ora dopo, perché ho avuto un'illuminazione mentre mi stavo addormentando. Per me questo è il requisito minimo per un buon puzzle game che mi metta alla prova. Non ho mai dovuto prendere carta e penna per risolvere gli enigmi. Ciò significa che «Talos Principle 2» non raggiunge il mio standard di riferimento per essere classificato come enigma difficile.

Va per le lunghe anche perché corro una mezza maratona tra un enigma e l'altro nei livelli più ampi e la mia squadra di spedizione continua a interrompermi e a interrogarmi con nuove scoperte. I dialoghi sono a metà strada tra l'accettabile e il pessimo. Ma per questo non me la prendo con il gioco, dopotutto sono robot e devono imparare il linguaggio umano. Possono ricordarti lo zio ambizioso che devi subire una volta all'anno in un ruolo di supporto nel teatro amatoriale. È buffo che nella versione inglese tutti parlino dialetti molto diversi. Dopotutto, quando sono stati creati, hanno tutti ricevuto una biblioteca linguistica diversa, spiega uno dei miei compagni robotici, che parla in modo piuttosto becero. Non potevo fare a meno di sorridere di fronte a scene come questa.

Alea iacta est: il dado è tratto

«Talos Principle 2» vola come Icaro verso il sole: cerca di colmare il divario tra un'esperienza narrativa e un puzzle game autonomo, il tutto avvolto in un universo filosofico. Un compito erculeo: «Nier: Automata» getta uno sguardo più preciso sugli argomenti dell'esistenzialismo, della morale e della coscienza dell'intelligenza artificiale. «Portal» combina narrazione ed enigmi con maggiore maestria. E gli enigmi di «The Witness» sono più difficili. Ciononostante, «Talos Principle 2» non fallisce.

Il pacchetto complessivo di buoni enigmi, una storia avvincente e grandi livelli che posso esplorare, ma non devo, rende «Talos Principle 2» un must per gli appassionati di puzzle game. Il piacevole livello di difficoltà dovrebbe essere adatto anche a chi non ha mai giocato a questo tipo di gioco.

«Talos Principle 2» è disponibile per il download per XBox, Playstation, PC, Mac e Linux e costa circa 30 franchi.

Immagine di copertina: Croteam / Devolver Digital

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Quando 15 anni fa ho lasciato il nido di casa, mi sono improvvisamente ritrovato a dover cucinare per me. Ma dalla pura e semplice necessità presto si è sviluppata una virtù, e oggi non riesco a immaginarmi lontano dai fornelli. Sono un vero foodie e divoro di tutto, dal cibo spazzatura alla cucina di alta classe. Letteralmente: mangio in un battibaleno.. 


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