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Retroscena

Riparare invece di buttar via: ecco cosa prevede il diritto alla riparazione dell'UE

Jan Johannsen
26/4/2024
Traduzione: Leandra Amato

L'UE vuole che i dispositivi elettronici difettosi vengano riparati più spesso e sostituiti con quelli nuovi con minore frequenza. Per questo motivo, in futuro i produttori dovranno offrire riparazioni, pezzi di ricambio e istruzioni, in modo che i consumatori possano intervenire da soli.

Il 23 aprile 2024, il Parlamento UE ha adottato il «diritto alla riparazione». Dopo anni di trattative, i prossimi passi sono solo formalità. Tuttavia, potrebbero essere necessari più di due anni perché la nuova direttiva abbia pieno effetto.

Qual è il motivo della nuova direttiva?

Per conservare le risorse, risparmiare denaro e proteggere il clima. Secondo la Commissione europea, ogni anno nella sola UE si producono 261 milioni di tonnellate di CO₂ a causa dello smaltimento di apparecchi ancora utilizzabili. Inoltre, si sprecano 30 milioni di tonnellate di risorse e si producono 35 milioni di tonnellate di rifiuti.

In aggiunta, i consumatori spendono circa 12 miliardi di euro in più per nuovi acquisti rispetto a quelli necessari per le riparazioni. L'UE prevede che la direttiva porterà 4,8 miliardi di euro di crescita e investimenti.

A quali dispositivi si applica il diritto alla riparazione?

Il nuovo diritto alla riparazione si applica ai «prodotti domestici più comuni». Tra gli esempi ci sono televisori, lavatrici, aspirapolvere e smartphone. Non esiste un elenco definitivo. Personalmente includerei anche ad esempio cuffie, computer portatili e monitor. Tuttavia, se le fotocamere digitali saranno tra i dispositivi comuni potrebbe essere chiarito in tribunale.

I produttori sono obbligati a riparare e sostituire i dispositivi

Secondo la nuova legge, i produttori sono obbligati «a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione». Inoltre, «le merci in garanzia legale beneficeranno di un'ulteriore estensione di un anno».

Scaduta la garanzia, «il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni, che sono tecnicamente riparabili». Durante il periodo di riparazione, i clienti potranno prendere in prestito dispositivi sostitutivi. Se la riparazione non è possibile, possono optare per un dispositivo ricondizionato invece di acquistarne uno nuovo.

Maggiori informazioni sulle condizioni di riparazione e sui servizi

Una piattaforma online europea con sezioni nazionali ha lo scopo di aiutare le persone a trovare negozi di riparazione locali, venditori di dispositivi ricondizionati, potenziali acquirenti di dispositivi difettosi e iniziative di riparazione come i repair café.

I consumatori devono essere in grado di valutare e confrontare i servizi di riparazione utilizzando un modulo standardizzato a livello europeo. Vengono raccolte informazioni sul tipo di difetto e sul costo e la durata della riparazione.

Abilitare le riparazioni private e indipendenti

Come ulteriore misura, l'UE vuole facilitare le riparazioni private e quelle indipendenti. «I produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni». Ad esempio, non possono vietare l'uso di pezzi di ricambio usati o prodotti con stampanti 3D. Se qualcuno presenta loro un dispositivo da riparare, non possono rifiutarlo per motivi economici o perché qualcun altro lo ha riparato in precedenza.

Promuovere le riparazioni

Gli Stati membri dell'UE devono attuare almeno una misura per promuovere le riparazioni. Si potrebbe trattare, ad esempio, di buoni acquisto per riparazioni, di campagne informative, di corsi di riparazione o della promozione di centri di riparazione.

Come procederà la situazione

Il Consiglio dell'UE deve ancora approvare formalmente la nuova direttiva. Con la successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, gli Stati membri hanno 24 mesi di tempo per recepire il diritto alla riparazione nella legislazione nazionale. Al momento non è chiaro in quale forma i regolamenti saranno adottati in Svizzera né se i produttori modificheranno il loro servizio indipendentemente dalle leggi locali per tutta l'Europa.

Lodi e critiche: la nuova legge si applica solo agli acquisti privati

L'UE è soddisfatta della nuova direttiva. René Repasi (SPD), relatore della direttiva, ne è certo: «Questo non solo renderà le riparazioni più facili ed economiche, ma costituirà anche un'alternativa interessante all'acquisto di costosi prodotti nuovi».

I produttori e le associazioni industriali sono pubblicamente restii a fornire valutazioni. Tuttavia, alcuni di loro hanno già iniziato a offrire kit di riparazione o hanno reso i loro dispositivi più riparabili. Ad esempio, Apple ha iniziato a vendere pezzi di ricambio e strumenti per l'iPhone 12 e l'iPhone 13 nel 2022. Il Fairphone è facile da riparare fin dall'inizio e HMD si sta concentrando su una migliore riparabilità anche per i suoi primi smartphone.

Per «Right to Repair Europe», un'associazione di oltre 100 organizzazioni, la direttiva UE è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, le ONG, gli attivisti e le aziende che si occupano di riparazioni, nonché i fabbricanti di pezzi di ricambio e di dispositivi usati non sono del tutto soddisfatti. Infatti, criticano che il diritto alla riparazione si applica solo agli acquisti privati. Non esistono inoltre linee guida su cosa costituisca un prezzo ragionevole per i pezzi di ricambio o gli utensili. Apple viene citata come esempio negativo, in quanto riparare un iPhone da soli è più costoso che recarsi in un Apple Store.

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Inoltre, «Right to Repair Europe» ritiene che per le aziende sia troppo facile impedire una riparazione indipendente facendo leva su fattori legittimi e oggettivi, tra cui la loro proprietà intellettuale. Anche l'impatto sui nuovi prodotti sarebbe minimo: esistono già direttive dell'UE che richiedono che la maggior parte dei prodotti domestici comuni siano riparabili per cinque-dieci anni.

Immagine di copertina: shutterstock.com/ronstik

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