Come sopravvivere ai tanto odiati giorni di carnevale
Il tanto temuto periodo di carnevale è arrivato, ecco sette consigli su come sopravvivere o superarlo (quasi) senza conseguenze durature.
Il carnevale si svolge solitamente nei giorni tra il Giovedì grasso e il Mercoledì delle ceneri o come dicono a Basilea i «drey scheenschte Dääg» (i tre giorni più belli). Con costumi, trucchi e musica (sì, c'è gente che chiama musica il soffiare nelle trombe e il battere i tamburi), i fan del carnevale sfilano per le strade con l'obiettivo di scacciare l'inverno. Tuttavia, non esiste alcuna prova scientifica che riescano veramente a farlo.
Quello che è sicuro, è che i «giullari del carnevale» riescono a far scappare un sacco di gente. Se le corporazioni del carnevale sono unite, lo sono anche le persone che lo odiano. Non mi definirei esattamente un odiatore del carnevale, anche se in realtà non mi fa impazzire molto tutta questa follia (vedi sotto). Ma siccome non vogliamo rovinare il divertimento di tutti gli «Stinkklopfer», «Beckebödeler» e «Tönlifurzer», ecco sette consigli su come si può essere divertenti e al contempo divertirsi.
1. Chiudiamo gli occhi per il bene dei bambini
Il mio motto: guardare il mondo dagli occhi di un bambino. Io e mia moglie non siamo amanti del carnevale. I nostri figli, invece, amano travestirsi e quest'anno – dopo due anni di assenza dovuta alla pandemia – non vedevano l'ora di partecipare al carnevale dei bambini a scuola. In fin dei conti il carnevale è un po’ come Halloween (sono consapevole che questa analogia farà arrabbiare molti fan del carnevale). Per i bambini è qualcosa di eccezionale e i genitori chiudono gli occhi sperando che questa passione diminuisca rapidamente o, nel migliore dei casi, si trasformi in pura antipatia. Questo è quello che è successo domenica con nostro figlio di nove anni secondo cui «tutto era noioso».
Beh, ovviamente, questo può anche avere una svolta diversa: i tuoi figli potrebbero venire infettati dal virus del carnevale e unirsi a una Guggen.
2. Dai spazio alla tua creatività
Usa l'euforia del carnevale – anche se solo per amore dei figli – per dare spazio alla tua creatività. Così, la domenica mattina, anch'io sono ricorso a fogli di alluminio, colla e tubi di cartone. Il risultato è discutibile. L’aver ricevuto alcuni sguardi di ammirazione durante la sfilata in strada, mi ha dato un forte senso di appartenenza alla folle comunità.
3. Travestirsi fino a essere irriconoscibili
Per le persone come me che si vergognano di andare in giro conciati per le feste, si consiglia vivamente di travestirsi in modo da non essere riconoscibili. Purtroppo il coronavirus ha scelto di fare una pausa proprio quando avevamo più bisogno di una maschera... Ben vestito e con una voce camuffata, si può ostinatamente negare di essere chi si crede (correttamente) di essere. «Martin Rupf?! No, non lo conosco, e certamente non andrebbe mai al carnevale!»
4. Fai passare il tuo messaggio
Prova ad andare al carnevale con una una scritta sulla maglietta del tipo: «Odio il carnevale, perché anche i sobri si ubriacano». In questo modo, potrai avviare rapidamente una conversazione con con altre persone e metterai a prova il livello di umorismo di questi «pazzi».
5. Combattere ad armi pari
Puoi anche intonare una Schnitzelbank per attaccare senza pietà i festaioli del carnevale e farli diventare oggetto dei tuoi versi in rima. Resta da vedere se saranno ricettivi a questo meta-esperimento.
6. Il ballo in maschera è meglio di qualsiasi sito di incontri
Hai provato tutti i siti di incontri, compreso Tinder, senza successo? Nessun problema: a un ballo in maschera, non sono poche le persone in cerca di un compagno o compagna. Il bello è che grazie al trucco e alla maschera di carnevale, non si vede bene a cosa si va incontro. E una volta che le maschere sono cadute, di solito è già troppo tardi. Se, nonostante tutte le precauzioni, dalle avventure carnevalesche dovesse nascere un bambino si potrà almeno affermare di aver assicurato una nuova generazione a una tradizione che rischia di estinguersi.
7. L'alcol non è la soluzione, ma può aiutare
L'ultimo consiglio è tanto banale quanto ovvio: tanto, tanto alcol. Dopo quattro birre e otto Jägermeister la musica della Guggenti sarà «la cosa più bella», la vicina vestita da Puffetta «molto intrigante» e tutto il trambusto sulla piazza del paese «una bella tradizione e una grande opportunità di conoscere nuove persone». Ovvio, la sbornia del giorno dopo è sgradevole e starai da cani. Ma quale sarebbe l'alternativa? Molto semplice: non andare al carnevale.
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Doppiamente papà, terzogenito, fungiatt, pescatore, danese per metà, spettatore hardcore e campione di gaffe.