Il feticismo
Una scarpa rossa laccata. Un comunissimo maglione di lana. Tutto può diventare fetish. Ma come nascono i fetish? La terapista del sesso Dania Schiftan ci parla di una vita intrappolata nell’area conflittuale tra il piacere e la paura di non essere compresi.
Immagina che un amico ti confidi di avere un fetish per i maglioni di lana. Come ti sentiresti? A disagio, irritato, per te sarebbe incomprensibile? Con queste reazioni non saresti solo. «Il fetish è un argomento che spaventa la gente. Questo perché è una forma estrema della sessualità con cui molti non possono relazionarsi o identificarsi», spiega la sessuologa Dania Schiftan. Eppure, secondo lei, l'argomento è molto meno esorbitante di quanto si pensi – ma lo stigma persiste.
Preferenza vs. fetish: qual è la differenza?
Per capire perché i fetish vengono percepiti come «estremi», bisogna prima porsi una domanda: che cos’è un fetish esattamente? «In poche parole, è la specializzazione di una persona su un oggetto o uno scenario che innesca in lei emozioni ed eccitazione». A differenza di una preferenza, un fetish è definito dalla sua esclusività. Questo significa che un feticista si eccita solo includendo uno specifico scenario o oggetto. «Un fetish limita gravemente chi ne è colpito, perché non può provare eccitazione al di fuori del suo fetish», spiega l’esperta. Una preferenza, invece, concede margine di gioco. «Per esempio, se si ha una preferenza per l’intimo in pizzo, si può semplicemente fantasticare su di esso o anche tralasciarlo. L’assenza non è motivo per cui non si prova eccitazione».
Dall'esperienza all'eccitazione
Ma come avviene questa specializzazione? Fondamentalmente, un fetish può svilupparsi a qualsiasi età, secondo Schiftan. «Le origini di un fetish, tuttavia, nella maggior parte dei casi risalgono agli anni giovanili. Dipende da quanto è sviluppata la persona e quando scopre la sua sessualità. Ad esempio, tra il settimo e il tredicesimo anno di vita».
Schiftan fa il seguente esempio: un ragazzo si mette a curiosare nel cassetto dell’intimo di sua madre, anche se sa che gli è proibito farlo. Lo fa comunque e si mette l’intimo. Così facendo prova una certa agitazione, che, come abbiamo imparato in un altro articolo, non si discosta tanto dall'eccitazione. Il ragazzo ripete l'azione più e più volte perché si accorge che gli piace la sensazione che prova nel farlo. In questo modo, associa la sua eccitazione all’intimo. Se questa procedura viene ripetuta spesso, può succedere che la persona si ecciti solo quando c’è in gioco anche la biancheria intima.
«Questo fetish può diventare sempre più specifico nel corso degli anni. Se all’inizio può trattarsi di qualsiasi tipo di biancheria intima, ad un certo punto potrebbe essere esclusivamente intimo di seta in pizzo». Oltretutto Schiftan spiega che è possibile che le tendenze feticiste emerse in gioventù, perdano di importanza una volta appresi nuovi concetti e meccanismi.
Ciò da cui una persona è attratta può sembrare inconcepibile e strano ad altri. «Da qui la paura e la mancanza di comprensione da parte della gente. Quello che osservo spesso è anche una tendenza di 'Sensation Seeking' quando si tratta di fetish: più un fetish è stravagante, più attenzione riceve dalla società». Eppure anche oggetti o cose appartenenti alla quotidianità possono diventare oggetto di fetish.
Chi diventa feticista?
«In base alle mie esperienze, chiunque può sviluppare un feticismo. I fetish non nascono da una particolare predisposizione o condizione psicologica», dice Schiftan. Il genere, d'altra parte, può giocare un ruolo. «Il feticismo è più una questione maschile perché gli uomini sono più reattivi agli stimoli visivi rispetto alle donne. Ovvero, vengono eccitati da ciò che vedono. Con le donne, invece, osservo più spesso fetish legati all’umore e all’atmosfera». Secondo l’esperta, parliamo ad esempio di un fetish per il romanticismo. Serve un’atmosfera romantica per provare eccitazione – lume di candela, profumi particolari o anche musica.
Questione di negoziazione: fetish nella coppia
La mancanza di comprensione di un fetish è una sfida, soprattutto in una coppia, che Schiftan non di rado incontra nel suo studio. Con lei, le coppie imparano come comportarsi in presenza di un fetish. «Se solo un soggetto della coppia è feticista si lavora per trovare un denominatore comune. Da un lato, la persona con il fetish può imparare a espandere la propria sessualità in modo che possa essere eccitata anche da altre cose, fino a raggiungere una sessualità che include anche il partner e non presuppone solo un oggetto o uno scenario (il fetish in sé). Dall’altro, il partner non feticista è motivato ad "assecondare" il fetish in una certa misura».
Un esempio: Sebastiano ha un fetish per i pannolini. La sua compagna Sara propone a Sebastiano di mettere il pannolino sul comodino accanto al letto durante il sesso, in modo che Sebastiano possa vederlo e toccarlo in ogni momento. Tuttavia, Sara non vuole che Sebastiano indossi il pannolino. Quello va oltre il suo limite. «Si tratta di negoziare nei limiti di ciò che va bene per entrambi. Non esiste una regola, nulla è giusto né sbagliato. È importante concordare insieme cosa può essere una soluzione e cosa no. Cosa è fattibile, cosa no. Cosa voglio e cosa non voglio». La comunicazione è fondamentale.
«La maggior parte delle volte, i feticisti inizialmente cercano di nascondere il loro fetish», dice Schiftan. Prendiamo come esempio Mirco, che ha un fetish per le donne che indossano tacchi molto alti. Continua a regalare a sua moglie Lisa tacchi alti. Lisa si sente lusingata e compiaciuta, finché sospetta che l’oggetto del desiderio non sia lei, ma i tacchi. C’è un impellente bisogno di chiarimento. «In un caso come questo, sarebbe stato vantaggioso se la coppia fosse stata onesta su questo argomento fin dall’inizio».
Fetish nella quotidianità
Le cose possono complicarsi se il fetish è un oggetto/una situazione comune, che la persona incontra nella vita quotidiana. «Questa circostanza può impedire alle persone con un fetish del genere di intraprendere attività e può alimentare pesantemente la paura di essere fraintesi». Per esempio, qualcuno che ha un fetish per gli animali gonfiabili e ama osservarli nella piscina all’aperto, ha paura che le persone intorno a lui pensino che stia guardando i bambini che ci giocano, quando in realtà si tratta solo dell’oggetto stesso.
Tuttavia, la domanda sorge inevitabilmente: un fetish può essere pericoloso per chi ne è affetto o per chi vi entra in contatto come persona esterna? «Finché il fetish è legale e non compromette se stessi o gli altri, non c’è pericolo», spiega Schiftan. A seconda del fetish, può essere utile valutare la situazione insieme ad un esperto. «Basta poco affinché una persona venga etichettata come pervertita. Prendiamo come esempio il fetish dei pannolini; il fatto è che di solito il fetish nasce perché le persone lo associano a sensazioni piacevoli come l'essere accuditi, l’essere al sicuro. Il pannolino diventa simbolo di quei sentimenti, di quelle sensazioni».
Tuttavia, Schiftan sottolinea anche che è proprio qui che si trova la difficoltà per i terapeuti. Bisogna osservare attentamente e scoprire insieme al paziente cosa si cela nel suo fetish. «Noi terapeuti dobbiamo essere in grado di comprendere cosa sta succedendo nei pazienti a livello emotivo in modo da poter identificare precocemente potenziali pericoli».
Solitudine condivisa
La paura di non essere compresi o capiti male porta molti feticisti a sentirsi soli. «Molte persone vengono confrontate con il fatto che non se ne parla neanche tra amici. Internet attutisce un po' questo fenomeno: persone con fetish simili o uguali si trovano e condividono i loro pensieri». Secondo Schiftan, questo dà loro sicurezza e una familiarità che altrimenti percepiscono solo di rado. Allo stesso tempo, possono esprimersi, capire meglio se stessi e sperimentare. «Il rovescio della medaglia è che questo rende ancora più difficile uscire da quella bolla». Significa che si approfondisce l'argomento e ci si sostiene a vicenda così tanto all'interno della comunità, che il fetish può diventare più concreto e ancora più specifico nel tempo. Ma finché tutto ciò non nuoce a nessuno, Schiftan non vede alcun problema. «Vorrei che noi, come società, ci interessassimo di più alla sessualità delle persone e non cadessimo regolarmente dal pero ogni volta che veniamo confrontati con qualcosa di poco familiare. Se mostriamo un interesse genuino, nessuno deve sentirsi solo».
Questo è il quarto di una serie di articoli con Dania Schiftan sul tema della sessualità. Vuoi contribuire con qualche aneddoto o hai domande interessanti da chiarire nei prossimi articoli? Scrivilo nei commenti o mandami una e-mail al seguente indirizzo: natalie.hemenguel@digitecgalaxus.ch
Schiftan lavora da 13 anni come sessuologa e psicoterapeuta nel suo studio di Zurigo. Scopri di più su di lei e sul suo lavoro in questa intervista:
Trovi gli altri articoli della serie qui:
Sono una fanatica estrema di Disney e il mio mondo è tutto rosa e fiori. Venero le serie tv anni '90 e sono devota alle mie sirenette. Se non sto danzando sotto una pioggia di glitter, mi trovi a un pijama party o a incipriarmi il naso. P.s.: con la giusta tecnica puoi conquistarmi.