Il segreto di Alan Smithee: il fantasma di maggior successo di Hollywood
Retroscena

Il segreto di Alan Smithee: il fantasma di maggior successo di Hollywood

Patrick Vogt
23/8/2024
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Steven Spielberg, Ridley Scott o Quentin Tarantino: ci sono molti registi più noti e di maggior successo di Alan Smithee. Quando si tratta di produttività, tuttavia, nessuno può superarlo, e per una buona ragione.

«Ne rispondo con il mio nome»: Hipp utilizza da decenni questo slogan per pubblicizzare i suoi alimenti biologici per l'infanzia. Naturalmente, il nome è sinonimo di qualità impeccabile. Esiste un nome per il contrario, almeno a Hollywood: Alan Smithee. Se vedi questo nome nei titoli di coda, c'è una buona probabilità che il film sia terribile.

Non tutti i film brutti sono uguali

Esistono film talmente brutti che sono di nuovo belli e che col tempo raggiungono addirittura lo status di cult. Uno di questi è «Attack of the Killer Tomatoes» del 1978, che ha anche generato diversi sequel. Nel 1988, ad esempio, si può vedere un certo George Clooney in «The Return of the Killer Tomatoes». Pensa te!

E poi esistono film talmente brutti da essere semplicemente brutti. Così brutti che persino il regista non vuole metterci il suo nome. In questi casi, Alan Smithee assume spesso il ruolo di capro espiatorio. Non è un problema per lui, perché ad Alan la cattiveria e le critiche gli scivolano addosso, ostinandosi a seguire la sua strada costellata di film e tagli discutibili.

Essere o non essere, questo è il dilemma

Lo testimonia anche IMDb, il più grande database online sulla cinematografia internazionale. Secondo questo, Alan Smithee ha diretto più di 150 film e viene citato decine di volte in categorie come sceneggiatura, direzione della fotografia, produzione e musica. E come se non bastasse, ha lavorato anche a fumetti e videogiochi.

Alan Smithee è responsabile anche di questa parodia italiana di «Avatar» del 2023.

Come vedi, Alan Smithee è un vero e proprio factotum, un tuttofare, per non dire un genio universale – e perdipiù uno che lavora nel cinema da sempre. Addirittura più a lungo di Steven Spielberg! Ma sai cos'è la cosa più assurda di Alan Smithee?

Non è mai esistito.

Lo pseudonimo raccomandato dal sindacato

Nel 1968, durante le riprese del western «Death of a Gunfighter», nacque una disputa tra il regista Robert Totten e l'attore protagonista Richard Widmark, che culminò con la sostituzione di Totten con Don Siegel. Siegel completò il film, ma non volle essere indicato come regista nei titoli di coda perché ci aveva lavorato per meno tempo di Totten e il film portava comunque chiaramente la sua firma. Anche Robert Totten, d'altra parte, rifiutò di essere nominato regista dopo il suo licenziamento.

Un dilemma, perché secondo la Directors Guild of America (DGA), il regista doveva essere indicato nei titoli di coda come la forza creativa trainante di un film. Perciò, il sindacato dei registi statunitensi consigliò l'uso di uno pseudonimo, contrariamente alle sue precedenti linee guida.

Nacque così Allen Smithee, in seguito Alan Smithee. Poiché le voci non si diffondevano con la stessa rapidità di oggi, questo nome è stato preso per oro colato. Il critico cinematografico Roger Ebert, ad esempio, ha scritto in modo altruista nella sua recensione di «Death of a Gunfighter»:

Director Allen Smithee, a name I'm not familiar with, allows his story to unfold naturally.

Ma perché proprio Alan Smithee? Perché questo nome è unico e al contempo poco appariscente, dice la DGA. Inoltre, la probabilità che venga confuso con un nome reale è bassa. La voce che Alan Smithee non sia altro che un anagramma di «The Alias Men» persiste da decenni. La DGA, a sua volta, nega questa affermazione e sostiene fermamente che sia un mito. Nessuno sa perché, dopotutto il nome calza a pennello.

Coincidenza? Io non credo.
Coincidenza? Io non credo.
Fonte: Wikimedia Commons / Leefeni de Karik

L'uomo dai mille volti

Da allora, Alan Smithee si è occupato principalmente di differenze artistiche e creative. Negli anni '80, David Lynch non voleva essere associato alla versione modificata di «Dune» per la televisione. La versione televisiva corrispondeva ancora meno alla sua visione di quella cinematografica, per la quale non aveva il diritto di effettuare il taglio finale. Cosa che, tra l'altro, Lynch rimpiange ancora oggi.

Per la versione cinematografica di «Dune», David Lynch ne ha risposto con il suo nome...
Per la versione cinematografica di «Dune», David Lynch ne ha risposto con il suo nome...
... ma non per la versione televisiva.
... ma non per la versione televisiva.
Fonte: Dino De Laurentiis Company

La controversia su «Dune» di David Lynch è forse l'esempio più noto del ricorso ad Alan Smithee. Ma ci sono altri nomi noti che erano talmente insoddisfatti delle versioni tagliate dei loro film da farsi sostituire nei titoli di coda. Il creatore di «Easy Rider» Dennis Hopper non voleva avere nulla a che fare con la versione di 90 minuti di «Backtrack» del 1990. Solo nel director's cut di due ore su VHS si è rivelato come regista nei titoli di coda. Kiefer Sutherland, star di «24», si è fatto successivamente rimuovere come regista di «Woman Wanted»... Forse perché il film, in cui, nota bene, ha anche un ruolo da protagonista, è davvero brutto? Anche il creatore di «Evil Dead» e «Spider-Man» Sam Raimi e suo fratello maggiore potrebbero essersi vergognati: hanno scritto la sceneggiatura di «The Nutt House» (1992) con i nomi Alan Smithee Junior e Alan Smithee Senior.

La fine di Alan Smithee

Dal 1968 al 2000, la DGA ha ufficialmente raccomandato Alan Smithee come pseudonimo quando i registi non volevano essere associati al prodotto finale. Tuttavia, nonostante questa raccomandazione, il sindacato non ha autorizzato l'uso dello pseudonimo in tutti i casi. A Tony Kaye, ad esempio, non è stato permesso di essere cancellato come regista di «American History X» nel 1998: ha violato la regola d'oro della DGA e ha fatto commenti pubblici negativi sul film perché era stato tagliato più volte senza che lui ne fosse a conoscenza e senza il suo consenso.

La fine di Alan Smithee è stata annunciata nel 1997 dal film mockumentary «An Alan Smithee Film: Burn Hollywood Burn», in cui un regista di nome Alan Smithee (interpretato dal veterano di «Monty Python» Eric Idle) vuole che il suo nome venga rimosso dai titoli di coda del prodotto finale. E questo non è così facile, perché il suo vero nome è uguale allo pseudonimo ufficiale per questi casi.

Nonostante il film sia costellato di nomi noti come Sylvester Stallone e Whoopie Goldberg, «Burn Hollywood Burn» sembra essere pessimo. Anche il regista Arthur Hiller non era soddisfatto del montaggio finale e si fece sostituire da Alan Smithee.

La DGA ne aveva abbastanza di tutti questi Alan Smithee. Lo pseudonimo era diventato troppo noto e la sua reputazione è stata rovinata. I film con questo nome nei titoli di coda erano automaticamente considerati scadenti, il che rendeva ancora più difficile per i boss degli studi e gli operatori cinematografici distribuire il film con successo. Il sindacato ha cancellato la raccomandazione dello pseudonimo ufficiale nel 2000. Ora raccomanda altri pseudonimi, come Thomas Lee. Questo nome è stato usato per la prima volta in «Supernova», dove il vero regista Walter Hill si è fatto cancellare dai titoli di coda.

L'eredità di Alan Smithee

Quindi è finita con Alan Smithee? Niente affatto. Dal 2000, ha continuato a lavorare diligentemente come regista per film, episodi di serie, video musicali e altro ancora. È anche apparso in diversi progetti non ancora pubblicati. Da un lato, le differenze artistiche sono probabilmente ancora alla base dell'uso di questo pseudonimo. Dall'altro, mandare Alan Smithee sul ring probabilmente è una mossa calcolata – un nome così popolare attira l'attenzione. E, come si ama dire nel mondo del marketing: «Anche la cattiva pubblicità è buona pubblicità».

Con queste premesse, è improbabile che Alan Smithee rimanga presto senza lavoro, anche se nell'era digitale è quasi impossibile nascondere chi c'è dietro un film. Per inciso, questo articolo non è stato scritto da Alan Smithee. Ne rispondo con il mio nome.

Immagine di copertina: Dino De Laurentiis Company

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Sono un papà e un marito di razza, un nerd part-time e un allevatore di polli, un domatore di gatti e un amante degli animali. Vorrei sapere tutto e invece non so nulla. Ne so ancora meno, ma imparo qualcosa di nuovo ogni giorno. Quello che so fare bene è trattare con le parole, parlate e scritte. E posso dimostrarlo qui. 


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