Retroscena

Perché le chiavi dei lucchetti hanno una qualità così infima?

La chiave del lucchetto della mia bici si è spezzata. Una parte è rimasta appesa al portachiavi e l'altra incastrata nella serratura. Stavo già per andare di matto quando si è innescata la mia vena investigativa: perché le chiavi dei lucchetti vengono prodotte con una qualità così infima?

Ho un lucchetto a catena. È solido, ma comunque flessibile. È abbastanza lungo per assicurare le ruote di due biciclette insieme o un’unica bici a un palo. Se non lo uso, lo arrotolo e lo ripongo nella cesta. Sarebbe un lucchetto perfetto se non fosse per la chiave che è tutt'altro che solida: un’impugnatura in plastica scadente e un fusto in metallo ultrasottile. Nel corso delle settimane, quest’ultimo si è piegato ogni volta di più ad ogni giro della serratura.

Finché si è spezzato del tutto.

Fase 1: peggiorare le cose

Dopo una breve ricerca su Google e un sondaggio tra amici e amiche, è chiaro che non sono l’unica a cui è accaduta una tale sciagura. Su Internet trovo varie istruzioni su come rimuovere la parte rotta della chiave dalla serratura. Provo a darvi dei colpetti, poi agisco con ago e pinzetta, con del lubrificante, ma non faccio che peggiorare le cose perché il pezzo di chiave scivola ulteriormente all’interno della serratura e non riesco più a tirarlo fuori. Dannazione! Ammetto la sconfitta e non posso fare altro che ordinare un nuovo lucchetto da bici.

A questo punto mi chiedo: forse dovrei prenderne uno con combinazione numerica onde evitare ulteriori fastidi? Stavo per prenderne proprio uno di questi, ma secondo «Kassensturz», i lucchetti a combinazione numerica sono più facili da scassinare rispetto a quelli chiusi a chiave. Siccome vivo nel pieno centro di Zurigo e dei brutti ceffi ronzano continuamente intorno alla mia bici di notte, rimango fedele al lucchetto tradizionale anche se il mio mezzo non mi è costato più di 50 bigliettoni.

Fase 2: chiedere consiglio

Ma la questione chiave rimane. Cioè la questione della chiave. Se fosse stata anche solo un po’ più solida, non avrei dovuto comprare un nuovo lucchetto. Il fatto che io possa ordinare una chiave di riserva presso Abus, il marchio del lucchetto, serve poco dal momento che metà della chiave è rimasta bloccata nella serratura. Dimostra solo quanto il produttore sia consapevole di questo problema di qualità. È uno scandalo. Ma può anche darsi che la gente perda continuamente le chiavi dei lucchetti.

«Siamo consapevoli del fatto che le nostre chiavi non siano certamente solide quanto i nostri lucchetti e capita che si rompano», afferma Nicolas Moinat, Sales Manager nel dipartimento Bike Security presso Abus. Ecco: un punto di rottura che mira a incrementare le vendite dei lucchetti da bicicletta. Truffatori. O mi sbaglio? Perché segue la frase: «Cerchiamo di eliminare continuamente i punti deboli delle nostre chiavi, ma una chiave in sé non sarà mai indistruttibile».

Così Abus cerca di migliorare la qualità delle sue chiavi pur sapendo di non poterle mai rendere veramente solide. Perché?

Fase 3: sconcerto

Moinat me lo spiega con questi termini: «Le chiavi non possono essere troppo solide, perché vengono fresate durante la produzione o il servizio delle chiavi. Se il metallo utilizzato fosse più duro, l'usura dei macchinari sarebbe disastrosa e insostenibile. Si tratta definitivamente di un compromesso che dobbiamo accettare».

Quindi il motivo è semplice e chiaro: è una questione di soldi, come spesso accade. Se le chiavi fossero più solide, riordinare le chiavi da Abus, o anche dal fabbro, sarebbe molto più costoso perché i macchinari dovrebbero essere sostituiti più spesso. Una chiave di riserva come oggetto di lusso potrebbe simboleggiare un’altra questione chiave, come la disuguaglianza sociale? Probabilmente non si arriverebbe a questo punto, ma la clientela potrebbe non comprendere del tutto cosa si cela dietro a dei prezzi così alti, spiega Moinat.

Mi dà anche una dritta per la mia chiave rotta: «A volte la parte spezzata rimane proprio incastrata, ma il modo migliore per tirarla fuori è usare la lama di un seghetto». Mi segno il consiglio per la prossima volta.

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