Se giri con una mountain bike elettrica sei un pigrone sfrontato?
I ciclisti che girano in mountain bike sono degli sfrontati, mentre quelli che vanno in e-bike sono dei pigroni. Dunque quelli che usano le mountain bike elettriche sono dei pigroni sfrontati. Aspetta un attimo! È ora di cambiare prospettiva.
Fermati! Prima di iniziare a insultarmi nei commenti, lasciami spiegare. In fondo è tutta una questione di punti di vista. L’essere umano in generale e il traffico nella sua complessità, cioè quello su strada, sul marciapiede e sui sentieri in particolare. È tutta una questione di prospettiva o di cambio di punti di vista.
Tutti idioti o cosa?
Per entrare nell’argomento, iniziamo con un’infarinatura di psicologia e una breve autoanalisi del mio carattere: mi piacerebbe essere un filantropo, ma purtroppo tendo ad essere un po' misantropo. Non che io odi o disprezzi le persone in generale. Ma a volte trovo più difficile di quanto voglia provare un affetto incondizionato per la nostra specie. Il motivo? Non saprei, forse non riesco a piacermi abbastanza da accogliere tutte le altre persone nel mio cuore. Forse alcuni dei miei coetanei sono semplicemente degli idioti. Chissà.
Recentemente ho letto questa frase meravigliosa: «Il cinico è un romantico che indossa un preservativo». Non potrei descrivere meglio il mio stato d'animo. Cosa c’entra tutto questo con le e-bike? Ci arriverò tra un minuto.
Controcorrente
Devo sempre nuotare controcorrente. È un po' un’ossessione, ma è sempre stato così. La cosa si manifesta anche per delle banalità. Il cinema ad esempio: se c’è un bel film che vanno a vedere tutti, io non lo voglio vedere. Voglio dire, se tutta la massa (di idioti) pensa che sia un buon film allora non può essere un buon film. Punto e basta. Ricordo ancora vivamente Fight Club di David Fincher. «Bisogna vederlo, è un capolavoro, semplicemente geniale». Era questa l’opinione dei critici cinematografici di tutto il mondo e della mia cerchia di conoscenti alle mie latitudini, nel lontano 1999. Dopo una fase di sfida durata due anni, mi sono deciso a guardare questo film, interpretato da Edward Norton e Brad Pitt. Un capolavoro brillante che bisogna vedere! E con il trend delle e-bike è stato più o meno come con Fight Club.
Grazie a Bosch con pedalata assistita
Improvvisamente, tutti quanti pedalano con una bici elettrica, ma si può? Che cavolata, non ci penso proprio a provarla perché è un fenomeno di massa. Punto e basta. Era questo il mio atteggiamento nei confronti delle biciclette elettriche. E anche se per anni non avevo messo piede sui pedali di una bicicletta, non riuscivo a cambiare attitudine al riguardo. Era una questione di principio.
Da quando ho iniziato a pedalare la mia gravel bike volutamente NON elettrica, la mia avversione per tutti i ciclisti di bici elettriche si è intensificata. Andare in bicicletta è uno sport che mi fa arrivare al limite e sputare sangue. Che senso ha la pedalata assistita? E come se sulla panca volessi sollevare un manubrio da 200 chili con un aiutino elettrico. Proprio così. E provo un gran fastidio quando fatico su un sentiero sterrato con una pendenza del dieci percento e mi passano continuamente davanti dei vecchi signori con la panzetta che pedalano fischiettando serenamente. Fa male al mio ego. Inoltre, è molto strano vederli sfrecciare su per la collina a 20 chilometri orari pedalando al rallentatore. I conti non tornano. Punto e basta.
Ultimamente non sono aumentati solo i vecchietti con la panzetta, ma anche il numero di infortuni gravi a seguito di incidenti con le biciclette elettriche. L'e-biker medio di regola ha circa dieci anni in più di un ciclista non motorizzato, ma indossa un casco con maggiore frequenza. Eppure, sembra che questo non aiuti a evitare gli infortuni gravi. Perché mai? L'ipotesi è ovvia: senza rendersene conto, vanno troppo veloce, non conoscono i punti di frenata, hanno troppa poca esperienza con dispositivi tecnologici e guidano biciclette troppo pesanti. E l’infrastruttura è inadeguata: pedalano con una tecnologia del 21° secolo in zone pianificate e in parte ancora costruite a metà del 20° secolo. E raggiungono luoghi a cui non accederebbero mai senza l’aiuto della pedalata assistita. Gli escursionisti di montagna hanno certamente qualcosa in più da ridire.
Un mio amico che ha guidato una MTB per trent’anni recentemente è passato a un’e-bike. Da allora, abbiamo avuto alcune discussioni dal tono vivace ed acceso e quest'estate, durante una settimana di vacanza insieme, abbiamo deciso di fare semplicemente un «tour électrique» nella Bassa Engadina. Quella che qui nel video sembra una salitina tranquilla sarebbe stata una vera tortura senza pedalata assistita.
Da Saulo a Paolo
Il nostro tour ci ha condotti da Scuol a Prui, passando da Ftan. Da lì abbiamo proseguito per l'Alp Laret e infine, dopo una deviazione in una valle laterale, siamo tornati a Scuol passando per Ftan. Qualche giorno prima, avevo fatto parte del percorso in sella a una gravel bike. Dopo 90 minuti sono giunto a Ftan, esausto. Con la pedalata assistita, siamo riusciti a concludere questa prima parte in mezzora con il sorriso sulle labbra, passando accanto ad escursionisti perplessi che probabilmente avranno detto peste e corna su di noi.
Basta qualche watt a fare la differenza ed è tutta una questione di punti di vista. Una volta rientrato a Basilea, mi sono noleggiato una mountain bike elettrica per il fine settimana seguente. Attorno a casa mia ci sono due o tre sentieri impossibili con una gravel bike. Troppo ripidi, troppo trail. Ho passato una giornata indimenticabile con tanto sole, sudore e qualche lacrima di gioia. Così ho capito: non devo sempre spingermi al limite. Ogni tanto va bene anche divertirsi e basta, assaporare l'incredibile bellezza della natura, senza ansimare su per la montagna con la lingua di fuori. Ogni tanto va bene anche godersi la vita su un’e-bike, mostrando un filo di panzetta, fischiettando serenamente su per la montagna.
Annotazione finale per me: cambiare prospettiva conviene. Rimanere fedele ai propri principi è una buona cosa, ma essere ottusi no. E non è detto che tutti i fenomeni di massa siano sbagliati. A volte c'è una buona ragione per cui tutti fanno la stessa cosa o guardano lo stesso film. Non tutti sono degli idioti.
Da giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.