Guida
Utilizzare tastiera, mouse e monitor esterni con iPhone e iPad
di David Lee
Mouse, tastiera e monitor sugli «iDevice»: hanno un senso? Ho lavorato per diversi giorni in questa modalità un po’ strana. Mi hanno sorpreso le grandi differenze tra iPhone e iPad.
All’iPhone e all’iPad è possibile collegare mouse, tastiera e monitor. In questo articolo ti racconto com’è andata nei singoli casi.
È una cosa utile? Si lavora bene così? Sono poco più di gadget o sono qualcosa di davvero pratico nell’uso quotidiano? Voglio approfondire la questione lavorando in modo produttivo con l’iPhone e l’iPad.
Gli smartphone e i tablet non sono in grado di sostituire appieno i PC o i Mac. Lo capisco bene anch’io. Ma mi attira la prospettiva, in futuro, di poter collegare solo il mio smartphone al lavoro, invece del notebook come faccio oggi. I tempi però non sono ancora maturi per questo passo. Caricare 200 foto RAW dalla scheda di memoria allo smartphone, visualizzarle e modificarle in Lightroom, esportare le migliori e utilizzarle in un articolo? No, grazie. O creare un video da 150 clip? Sì, si può fare: l’ha dimostrato il nostro collega Armin Tobler. Ma sono cose che non faccio di mia spontanea volontà nella vita di tutti i giorni.
Il mio test riguarda più che altro semplici attività da ufficio. Nel mio caso, si tratta di cose come:
Per queste attività posso immaginare di collegare l’iPad o l’iPhone alla mia postazione di lavoro. E quindi di avere meno peso da scarrozzare nel tragitto casa-ufficio.
Per quanto riguarda il collegamento delle periferiche, gli ultimi iPhone e iPad con USB-C sono superiori a quelli con Lightning. Si collegano più facilmente e la compatibilità è migliore. Trovi i dettagli nell’articolo già citato.
In generale anche la velocità di trasmissione dei dati è superiore con l’USB-C rispetto alla Lightning. Con il mouse e la tastiera non ha importanza, ma se colleghi un’unità SSD o un monitor, la differenza si vede. Ma attenzione: nonostante la connessione USB-C, alcuni dispositivi Apple raggiungono solo la velocità di trasmissione dati dell’USB 2.0, quindi non sono più veloci dei dispositivi con connessione Lightning. Come l’iPhone 15 nella versione più economica, cioè senza il «Pro» nel nome. Lo stesso vale per l’iPad meno caro, che ha una porta USB-C solo dalla decima generazione in poi.
Ancora più importante della connessione è la differenza tra iPhone e iPad. Dal 2019 l’iPad ha un proprio sistema operativo. Molte cose sono uguali a quelle dell’iPhone, ma cominci a notare chiaramente le differenze quando colleghi le periferiche esterne. L’iPad ha alcune utili funzioni di produttività che mancano all’iPhone.
Con Alt-Tab (Windows) o Command-Tab (MacOS) passi da un programma aperto all’altro su un notebook. Questo funziona anche sull’iPad, se c’è una tastiera esterna collegata. Nella schermata iniziale puoi selezionare un’app con i pulsanti freccia.
Con l’iPhone, questo è possibile solo se attivi l’accesso completo con tastiera nelle impostazioni alla voce «Accessibilità». Puoi anche passare da un’app aperta all’altra, non con il tabulatore, ma con Ctrl e la freccia verso l’alto. Ci vuole comunque un po’ per abituarsi a usare i comandi da tastiera. Devi imparare un sacco di nuove scorciatoie e ti può capitare di premere il comando sbagliato.
Un’altra cosa possibile solo sull’iPad: se tieni premuto il tasto di comando, appare una panoramica delle scorciatoie utilizzabili nell’applicazione aperta, una specie di menu. Puoi usare le scorciatoie da tastiera anche sull’iPhone, ma iOS non ti mostra una panoramica dei comandi.
Per utilizzare il multitasking devi selezionare i tre punti nella parte superiore centrale dello schermo. Compaiono quando apri un’applicazione e questa supporta il multitasking, ovvero quasi sempre. Quando tocchi o fai clic sui tre punti, si apre un piccolo menu che ti permette di visualizzare due applicazioni affiancate, con le stesse dimensioni (Split View) o una più grande dell’altra (Slide Over). Lo trovo molto pratico quando devo copiare tante cose da un posto all’altro. In alcune applicazioni, ad esempio Safari o Note, puoi anche aprire più finestre e passare da una all’altra. Le relative icone sono visualizzate nella parte inferiore dello schermo.
I tre punti del multitasking si possono usare anche per chiudere una finestra o un’applicazione, se è presente una sola finestra. L’operazione funziona molto bene con il mouse esterno, mentre lo swipe dal basso risulta poco pratico.
Lo Stage Manager va ancora oltre. Si tratta di una modalità di gestione delle finestre in cui una finestra o un’app viene visualizzata in formato grande e tutte le altre vengono visualizzate come piccole icone sul lato sinistro. Lo Stage Manager esiste anche su Mac e personalmente lo trovo fantastico. Un’idea semplice ma molto efficace per evitare il solito caos delle finestre.
Tuttavia, lo Stage Manager non funziona sul mio iPad, perché è troppo stupido. La maggior parte degli iPad è dotata di un chip presente anche sugli iPhone. Lo Stage Manager, però, richiede un chip per Mac, ovvero quelli con la M nel nome. Per ora li trovi solo nell’iPad Air del 2022 e nell’iPad Pro del 2021. (Aggiornamento: pare che funzioni anche con l’iPad Pro del 2020, come scrive l’utente kalebmw09).
Senza averlo provato, sono sicuro che troverei lo Stage Manager ottimo anche sull’iPad. Perché offre due vantaggi evidenti. Normalmente, sul monitor esterno è riprodotta semplicemente l’immagine dell’iPad. Con lo Stage Manager puoi utilizzarlo come un secondo schermo con contenuti propri, esattamente come con un notebook. Il secondo vantaggio è che funziona in modo simile al Mac e all’iPad. E questa per me è una delle principali difficoltà per lavorare in modo produttivo con l’iPad: il fatto che va usato in modo completamente diverso da quello a cui sono abituato. Poiché si tratta di automatismi, la cosa mi frena.
L’iPhone non ha le fantastiche funzioni appena descritte. Ma non è tutto qui. Quando l’ho provato al lavoro per un giorno, colleghe e colleghi mi hanno compatito e hanno riso di me.
Lavorare con il monitor esterno presenta delle insidie, per dirla in modo garbato. Diversamente da quanto succede con un notebook, il display non viene adattato allo schermo esterno, ma semplicemente riflesso. L’iPhone ha un rapporto d’aspetto di 20,5:9, quindi è piuttosto allungato. Nel formato orizzontale su uno schermo 16:9, la cosa funziona abbastanza bene, ma nel formato verticale si vede solo una striscia stretta, mentre il resto dello schermo resta nero. Quindi, per sfruttarlo al meglio devi scegliere il formato orizzontale.
Tuttavia, a differenza dell’iPad, il formato orizzontale non è sempre disponibile. La schermata iniziale e le impostazioni di sistema appaiono sempre in formato verticale. Se hai l’iPhone in formato orizzontale di fronte a te, lo vedrai in formato verticale, ma il mouse si comporterà come se la visualizzazione fosse orizzontale. Quindi se muovi il mouse verso l’alto, il puntatore si sposta a sinistra. La cosa mi infastidisce a tal punto che preferisco lavorare in formato verticale, anche se la maggior parte dello schermo resta inutilizzata.
A proposito di mouse. Per poterli utilizzare, sono già necessarie diverse impostazioni: trovi le informazioni dettagliate nell’articolo sull’impostazione delle periferiche. Devi inoltre modificare il colore del puntatore del mouse, poiché nell’impostazione predefinita non è utilizzabile. A differenza dell’iPad, infatti, il puntatore non diventa chiaro quando si trova su una superficie scura. E quindi non lo vedi più. In particolare, sullo smartphone, dove lavoro in modalità dark per risparmiare la batteria, non funziona per niente. In «Accessibilità» > «Controllo puntatore» scegli il colore bianco. La parte interna del puntatore resta scura ed è quindi visibile in ambienti luminosi. All’esterno, però, c’è un bordo bianco, che ti permette di vedere sempre il puntatore.
A questo punto penserai che usare l’iPhone per il lavoro d’ufficio sia molto frustrante per me. Ma non è così. Dopo un po’ di tempo, mi sono abituato ai limiti del dispositivo e li trovo addirittura rilassanti: niente mi può distrarre. La semplicità dello smartphone mi permette di concentrarmi in un modo a cui non ero più abituato. Quando scrivo, vedo solo il testo. Non ci sono decine di icone e menu. Niente salta fuori all’improvviso, niente è visibile sullo sfondo.
Posso impostarmi anche il notebook allo stesso modo, ad esempio con la modalità «iA Writer» che favorisce la concentrazione. Ma le altre finestre e gli altri programmi sono a un clic di distanza e spesso non riesco a frenare a lungo l’impulso di controllare le ultime e-mail, le notifiche o altro. Sull’iPhone è diverso. Passare dall’app di scrittura alla posta elettronica o a Microsoft Teams è così scomodo che lo faccio solo se è assolutamente necessario.
Il risultato è che sono meno disturbato dal rumore di fondo, meno distratto, meno propenso a perdere il filo del discorso e quindi mi irrito meno facilmente. L’essere così concentrato può certamente rendermi più produttivo in termini di risultati, anche se il lavoro in sé non è molto piacevole.
Sull’iPad la mia concentrazione è migliore rispetto al Mac o al PC, ma peggiore rispetto all’iPhone.
Naturalmente, molto dipende dalle applicazioni che usi. L’app «iA Writer» è perfetta per scrivere. Non ho avuto problemi nemmeno con l’app per gli appunti preinstallata e con l’elaboratore di testi «Pages» proprietario di Apple. Facendo clic con il tasto destro del mouse si apre un menu contestuale, come quello che conosci già sul PC o sul Mac. Con iA Writer, i menu si possono anche configurare. Anche la funzione di annullamento è piacevole da usare: non cancella ogni singola lettera, ma piuttosto blocchi di testo collegati.
L’applicazione Word di Microsoft fa subito un’ottima impressione, ma non include un menu contestuale attivabile con il tasto destro del mouse. La funzione di annullamento è così così. Non l’ho provata per molto tempo.
Di solito scrivo con Google Docs per le funzioni di collaborazione che offre. Purtroppo, proprio questo servizio non è granché sui dispositivi mobili. Sull’iPhone e, a seconda del browser web, anche sull’iPad, Google non mi permette di modificare i miei documenti. Quindi devo per forza usare l’app. Che non è adatta per lavorare con un mouse e una tastiera esterni. Non ci sono menu contestuali, quindi lavorare con i commenti e i suggerimenti è molto complicato. Mi frena anche la funzione di annullamento lettera per lettera. A cui si aggiungono dei bug fastidiosi. Quando utilizzo Shift e il tasto freccia in giù per selezionare il testo, questo viene evidenziato verso l’alto. E lo stesso succede se uso il tasto freccia in su. Se uso il mouse riesco a selezionare del testo solo se è stata già selezionata una parola, quindi non come si fa solitamente su un Mac o un PC. Sull’iPhone si aggiunge il problema che non vedi quello che scrivi, perché la riga più in basso è coperta da icone. Probabilmente quest’applicazione non è mai stata testata con una tastiera hardware.
La gestione dei file è probabilmente una delle più importanti argomentazioni a favore dei notebook. Sebbene su iPhone e iPad sia possibile accedere a una struttura di directory globale e integrare anche unità esterne, molte cose sono più scomode che su un notebook. Sull’iPad, è possibile utilizzare varie scorciatoie da tastiera per passare direttamente a directory come Download, Cronologia o iCloud. Anche il comando «Vai alla cartella» con Command-Shift-G consente di specificare una cartella qualsiasi a cui poi si può accedere. Sull’iPhone queste scorciatoie non funzionano.
La sola porta USB-C non rende l’iPhone un dispositivo da utilizzare per il lavoro d’ufficio. È decisamente meno ottimizzato per lavorare con mouse, tastiera e monitor rispetto all’iPad. Per quanto riguarda l’iPad, invece, Apple ha fatto molto per renderlo un dispositivo di lavoro utilizzabile. Ad esempio, con l’aggiunta del menu delle app con le scorciatoie da tastiera. Soprattutto i nuovi iPad con M-Chips sono adatti al lavoro d’ufficio con l’aggiunta di mouse, tastiera e monitor esterno. Su questi dispositivi è disponibile lo Stage Manager e quindi un vero e proprio sistema di gestione delle finestre, presente anche su Mac.
L’iPad, però, non è un sostituto perfetto del notebook. Ha dei limiti, soprattutto se devi passare spesso da un programma all’altro e gestire numerosi file e cartelle. Proprio per questi suoi limiti, però, l’iPhone è ideale per scrivere con concentrazione e senza distrazioni. Ma per le attività d’ufficio più complesse, al momento, offre troppo poco.
Non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserva il futuro. Grazie alla connessione USB, l’iPhone ha anche i requisiti tecnici per lavorare comodamente con mouse, tastiera e monitor. Forse Apple aggiungerà all’iPhone alcune funzioni che prima erano riservate all’iPad.
Immagine di copertina: David LeeIl mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo.