20 anni di «World of Warcraft»: quando ero ancora giovane e il mondo era enorme
Retroscena

20 anni di «World of Warcraft»: quando ero ancora giovane e il mondo era enorme

Luca Fontana
6/11/2024
Traduzione: Nerea Buttacavoli

Il portale per Azeroth si è aperto 20 anni fa. I ricordi dei miei primi passi in «World of Warcraft» sono ancora vividi come non mai. Uno di loro è il mio tesoro più grande.

Ricordo ancora vividamente la sensazione di stupore che provai nel vagare per i boschi della Foresta di Elwynn nel febbraio%nbsp;2005, con il mio paladino nuovo di zecca e gli occhi spalancati su tutte le meraviglie da scoprire. L'accogliente crepitio del fuoco nella conviviale locanda di Borgodoro, ad esempio. O il lontano ululato di un temibile Gnoll chiamato Hogger: ogni momento era pervaso da una magia quasi tangibile che non avevo mai vissuto prima.

Stento a credere che siano passati quasi 20 anni da quando sono entrato per la prima volta nel mondo di Azeroth. È tempo di ricordare e celebrare un gioco che ha avuto un'influenza significativa sul genere degli MMO – e che continua ad averla.

Quando viaggiare era ancora un'avventura

Una volta, ad esempio, io e il mio compagno di gilda ci siamo messi in testa di viaggiare da Borgodoro a Valtetra. Quindi dal mondo degli umani a quello degli Elfi della Notte, che ci è stato detto essere l'area più bella di tutto il gioco.

Ci aspettava un viaggio nell'ignoto: all'epoca non avevamo ancora raggiunto il livello 15 dei 60 massimi. Nel 2005 non c'erano quasi video che anticipassero la sorpresa su internet – YouTube è stato fondato solo nello stesso anno. E creare semplicemente un personaggio Elfo della Notte sarebbe stato troppo semplice. Dopotutto, eravamo avventurieri!

Spinti dalla nostra curiosità, il fascino dell'ignoto era l'unica guida di cui avevamo bisogno. Nella nostra immaginazione, eravamo i compagni de «Il Signore degli Anelli». L'obiettivo: andare e tornare. Cosa sarebbe potuto andare storto?

Qui a Borgodoro, nel cuore della Foresta di Elwynn, è iniziata la nostra avventura.
Qui a Borgodoro, nel cuore della Foresta di Elwynn, è iniziata la nostra avventura.
Fonte: Luca Fontana

Per prima cosa abbiamo preso il Tram degli Abissi da Roccavento a Forgiardente verso nord. Lì un Nano Guerriero esperto ci ha spiegato che dovevamo prima attraversare le colline innevate di Dun Morogh e poi prendere il passo di montagna di Loch Modan e arrivare alle paludi. Da qualche parte ci sarebbe stata una nave che ci avrebbe portato nell'altro continente. Da quel momento in poi, saremmo stati da soli: il nostro cammino ci avrebbe condotto attraverso terre pericolose dove si annidavano mostri e bestie ben al di sopra del nostro livello – e persino nel territorio nemico dell'Orda!

Imperterriti e stupiti, abbiamo camminato attraverso un paesaggio mozzafiato. Gole innevate e laghi giganteschi ci hanno accompagnati per ore. Abbiamo ammirato la maestosa diga del Loch, costruita da nani, e siamo fuggiti da ragni e altre creature terrificanti il cui livello era così alto che al posto del numero c'era solo un teschio.

Dalla capitale nanica Forgiardente in poi, non si poteva assolutamente tornare indietro: ci siamo lasciati alle spalle un territorio sicuro.
Dalla capitale nanica Forgiardente in poi, non si poteva assolutamente tornare indietro: ci siamo lasciati alle spalle un territorio sicuro.
Fonte: Luca Fontana

Quando abbiamo raggiunto la savana di Kalimdor, le cose si sono fatte davvero rischiose. In realtà non abbiamo mai voluto uscire dai sentieri battuti, perché il pericolo di attirare inavvertitamente creature maligne contro cui non eravamo all'altezza era troppo grande. Ma poi il nostro cammino ci ha condotti attraverso il centro di un insediamento dell'Orda: il Crocevia.

Arrendersi non era un'opzione. Avevamo fatto troppa strada per questo. Ma poi, il nostro incubo peggiore è diventato realtà: mentre cercavamo di passare inosservati davanti all'insediamento, un gruppo di orchi e troll ci ha scoperti. Io e il mio compagno di gilda, collegati via TeamSpeak in chat vocale, abbiamo gridato contemporaneamente:

«CORRI! METTITI IN SALVO!».

Nel mezzo del nostro percorso verso gli Elfi della Notte: Crocevia, uno dei più noti insediamenti dell'Orda.
Nel mezzo del nostro percorso verso gli Elfi della Notte: Crocevia, uno dei più noti insediamenti dell'Orda.
Fonte: Luca Fontana

Abbiamo corso a più non posso, pregando di non imbatterci alla cieca in un gruppo di mostri o, peggio, in un'orda ancora più terrificante. Siamo stati fortunati. Con quelle che sembravano le «ultime» forze, abbiamo raggiunto le prime propaggini di una foresta incantata: Valtetra, il regno degli Elfi della Notte.

Avevamo raggiunto la nostra destinazione.

Chiaro di luna e magia: nel regno dei sussurri degli spiriti

Valtetra, l'antico cuore di Kalimdor, un regno di crepuscoli smeraldini e venti sussurranti. Era già passata da un pezzo la mezzanotte. Il bagliore della luna danzava sulle chiome e dipingeva disegni scintillanti sul terreno muschioso, dove antichi alberi scavavano le loro radici nodose in profondità nella terra. Misteriose fontane lunari brillavano in radure nascoste; le loro acque scorrevano con la magia dei sogni addormentati. Gli ordaioli e le ordaiole? Non osavano oltrepassare i confini della foresta sacra.

Ma per me e il mio compagno di gilda, gli spiriti della foresta cantavano in ogni foglia frusciante e ruscello gorgogliante. Ci sembrava quasi di sentire il profumo dei pini e della terra umida che riempiva l'aria mentre i sentieri si snodavano in un labirinto di alberi e fiori imponenti. Eravamo al sicuro, per ora. Ma sotto la bellezza pacifica si nascondeva una profonda ferocia.

Ombre si aggirano nel sottobosco e il sussurro dei venti notturni ci porta le grida delle cacciatrici e dei cacciati. Nelle profondità della foresta si nascondevano antiche rovine che raccontavano di battaglie dimenticate e segreti del passato. Valtetra era un luogo di magia e meraviglia, dove la natura regnava in tutto il suo splendore – e crudeltà.

Per un po' abbiamo vagato per le foreste mistiche del regno degli elfi, raccogliendo esperienza, equipaggiamento e armi degli Elfi della Notte. Quando finalmente siamo tornati nelle città e nei villaggi degli abitanti di Roccavento al livello 25, ci siamo sentiti trasformati. I nostri occhi riflettevano la saggezza delle antiche foreste, i nostri ricordi le avventure di Valtetra – esperienze che erano ancora nascoste ai giovani avventurieri della tranquilla foresta di Elwynn.

Ah, se solo sapessero cosa li aspetta!

Un anniversario di leggende: 20 anni di World of Warcraft

Sì, «World of Warcraft» è sempre stato in grado di stimolare la mia immaginazione come nessun altro gioco. Un tempo era la mia seconda casa. Un luogo dove ho stretto amicizie e vissuto avventure che non avrei mai pensato possibili. Dalle epiche incursioni con la mia prima gilda a Molten Core alle accoglienti serate davanti alla casa d'aste di Forgiardente: ogni ricordo è un tesoro prezioso che porterò per sempre nel mio cuore.

Ancora oggi, mi viene la nostalgia quando visito la locanda di Borgodoro con Alodon, il mio personaggio principale fin dal primo giorno in World of Warcraft.
Ancora oggi, mi viene la nostalgia quando visito la locanda di Borgodoro con Alodon, il mio personaggio principale fin dal primo giorno in World of Warcraft.
Fonte: Luca Fontana

E così, due decenni fa, si è aperto un portale verso un altro mondo, un mondo pieno di magia, avventura e possibilità infinite. Da allora, «World of Warcraft» ha affascinato milioni di giocatrici e giocatori e plasmato una generazione. È un gioco che ci ha insegnato a lavorare insieme, a superare le sfide e a non arrenderci mai, nonostante le avversità.

Abbiamo combattuto fianco a fianco con eroine coraggiose e leggende iconiche, sconfitto antichi draghi ed esplorato gli angoli più oscuri di Azeroth. Abbiamo stretto amicizie che dureranno per tutta la vita e vissuto momenti indimenticabili che ci legheranno per sempre. Per me, «World of Warcraft» è ancora oggi più di un gioco.

È un'epopea che tutti noi stiamo contribuendo a scrivere.

Immagine di copertina: Luca Fontana

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


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