Guida
Cosa ho imparato durante il mio «training per la toilette»
di Natalie Hemengül
Ci piace discutere del contenuto dei pannolini e della toilette dei nostri figli. Un’esperta spiega perché è importante dare un'occhiata da vicino e fare un respiro profondo. E perché dovremmo parlare anche degli escrementi degli adulti.
Con la nascita di un bambino, il rapporto con le feci cambia. Diventano argomento di discussione. Il bambino è andato di corpo oggi? Se sì, quanto? E di che colore era? La forma? La consistenza? E che odore emanava? Improvvisamente ti ritrovi a chiacchierare con altri genitori durante un aperitivo degli escrementi della tua prole e ti senti del tutto a tuo agio. Delle tue esperienze in bagno, invece, non racconteresti mai aneddoti. E nemmeno con il tuo o la tua partner ne parleresti. Per molte persone è imbarazzate fare i grandi bisogni davanti al partner, anche dopo anni di relazione.
Così, mentre la cacca dei bambini è la cosa più normale del mondo, quella degli adulti è qualcosa di imbarazzante e puzzolente. Un paradosso.
Rifletto su tutto questo mentre cambio le lenzuola sporche dei miei figli per la quarta notte di fila e parlando nei minimi dettagli con mio marito di vomito e diarrea delle nostre figlie a letto con la gastroenterite.
Soprattutto della diarrea della bimba di due anni e mezzo. È così acquosa e gialla, come non l'avevamo mai vista prima. E nei quasi sei anni da genitori, ne abbiamo viste di tutti i colori e consistenze. Così ancora una volta cerco su Google informazioni sugli escrementi umani e confronto gli schemi di colore con il contenuto della nostra toilette. Non ti dico come mi sono sentita. Mi chiedo se altre madri e padri fanno lo stesso.
Sì, lo fanno, me lo conferma Lucia Cremer durante un’intervista telefonica qualche giorno dopo. L'infermiera pediatrica tedesca è autrice di libri di consigli per bambini e gestisce il portale d'informazione Babytipps24.de. «I miei post sulle feci dei bambini ricevono relativamente molti clic», dice. E questo non è né un segno iperprotettivo né di panico: «Un cambiamento nei movimenti intestinali dovrebbe sempre essere preso sul serio dai genitori. Anche se spesso è innocuo, soprattutto nei più piccoli».
Insieme a lei come esperta, voglio scoprire quali segnali dovrebbero effettivamente destare preoccupazione. Lucia Cremer condivide due regole empiriche: in primo luogo, i campanelli d'allarme dovrebbero suonare non appena cambia l'odore: «Se le feci hanno improvvisamente un odore aspro, può essere segno di un’infezione», dice. «Per fortuna, le annusiamo sempre, anche se inconsapevolmente. Questo è il nostro sistema di allarme intuitivo». In secondo luogo, i genitori dovrebbero consultare un pediatra se istintivamente hanno una sensazione strana, oltre all’odore sgradevole. Quindi la legge non scritta che i neo-genitori devono affidarsi al loro istinto si applica anche alle feci.
Insieme analizziamo i diversi colori delle feci. E mi rendo conto che ce ne sono più di quanto avrei pensato. Fondamentalmente, il colore ha a che fare con l'età del bambino e con l’alimentazione, chiarisce Lucia Cremer. «Non bisogna mai trascurare questo aspetto».
Il meconio è il primo escremento intestinale, quasi inodore, che viene evacuato poco dopo la nascita. L’intestino del bambino contiene ancora ciò che ha ingerito nella pancia della mamma.
Nelle prime settimane di vita, le feci diventano più chiare sia nei bambini allattati al seno sia in quelli che prendono il biberon. «Le feci schiumose sono tipiche di un bambino allattato al seno che non si attacca correttamente», dice lo specialista. In questi casi, è raccomandato richiedere una consulenza per l'allattamento al seno. I bambini che prendono il biberon vanno di corpo una volta al giorno, afferma Lucia Cremer, che forma anche specialisti dell'allattamento al biberon. «Nei bambini allattati al seno, invece, è normale anche fare delle pause di alcuni giorni».
Tra il quarto e il sesto mese di vita, inizia lo svezzamento e non è strano trovare anche i colori di quello che si mangia nel pannolino. Gli spinaci, per esempio, sono responsabili di feci verdastre. Oppure gli integratori di ferro. «Tuttavia, il verde può anche essere un segnale di un'infezione gastrointestinale o un raffreddore». L'odore leggermente acido è decisivo in questi casi.
Insieme all'odore acido, potrebbe essere presente un'infezione del tratto gastrointestinale o un'altra malattia. Se, oltre alle feci gialle, si presentano anche sintomi come dolore addominale o diarrea, è necessario consultare il pediatra. A volte anche le uova o i latticini possono causare un colore giallo.
Se le feci sono di colore rosso, è normale allarmarsi. Il bambino ha mangiato della barbabietola? «Se sulle feci vi è del sangue, i genitori dovrebbero consultare immediatamente un pediatra. Vale anche nel caso di una gocciolina di sangue nelle urine».
Gli integratori di ferro potrebbero rendere le feci scure. Molto raramente, potrebbe esserne causa un'emorragia intestinale. Al di fuori del meconio, in caso di evacuazioni nere è sempre meglio consultare uno specialista, dice Lucia Cremer.
L’esperta consiglia un consulto medico anche in caso di feci molto chiare. Le possibili ragioni sono molteplici: una mancanza di bile potrebbe essere una possibile causa. A volte, lo sono i farmaci antidiarroici. O acqua ricca di calce usata per preparare il latte artificiale.
Ho discusso con l'esperta di pediatria e blogger per tre quarti d'ora su tutti i diversi tipi e colori di feci nei bambini, senza provare una sola volta un briciolo di disgusto. Come se avessimo parlato dell'ultima tendenza in fatto di giocattoli o di vestiti per bambini. Se, invece, dovessimo sezionare gli escrementi degli adulti in modo così dettagliato, probabilmente mi sarei vergognata tantissimo e avrei avuto i conati di vomito.
«Per gli adulti, la defecazione è in realtà un argomento tabù», mi conferma Lucia Cremer. Secondo l’esperta è sbagliato pensarla così e «non dovrebbe essere liquidato come un qualcosa di sgradevole e appiccicoso». Vorrebbe un approccio più rilassato e quindi raccomanda regolarmente ai suoi studenti di leggere il bestseller «L’intestino felice» (disponibile solo in tedesco) per rompere le inibizioni.
«La digestione è un business da miliardi di dollari, vediamo ogni giorno tante pubblicità con rimedi per l'intestino. Ma non possiamo ancora parlarne apertamente», sottolinea Lucia Cremer. E aggiunge: nelle cure geriatriche, l'argomento è di nuovo onnipresente, proprio come con i bambini.
È davvero assurdo, soprattutto perché una volta defecare non era un argomento tabù. Gli antichi romani, per esempio, erano soliti accovacciarsi nella cosiddetta latrina per fare i loro bisogni uno accanto all'altro e senza divisioni. Nel Medioevo, la gente evacuava senza vergogna in strada o fertilizzava direttamente i campi con le proprie feci. E oggi ci chiudiamo in un cubicolo e lo chiamiamo «stanza della riflessione». Non approfondiamo oltre, il mio collega ha già riferito in dettaglio la storia della toilette.
A proposito, dopo il quinto cambio lenzuola, una visita dal pediatra, un sacco di fette biscottate e bretzel salati e altrettanti nervi persi, le mie bimbe si sono riprese. Fino alla prossima infezione. Ma stavolta con lo schema dei colori in mente a guardare nel water.
Mamma di Anna ed Elsa, esperta di aperitivi, fanatica del fitness di gruppo, aspirante ballerina e amante del gossip. Spesso addetta al multitasking e persona che vuole tutto. Talvolta chef del cioccolato e regina del divano.