Di corsa al lavoro con il KingSmith WalkingPad R1 Pro
Anne Chapuis ha perfezionato lo «sport office»: ogni giorno, mentre lavora, percorre fino a 25 chilometri sul suo WalkingPad. Un ottimo tapis roulant, che però ha ancora qualche margine di miglioramento.
Anne cammina senza spostarsi. Sopra la scrivania, insieme al nostro team di traduzione, si assicura che digitec e Galaxus si presentino nel migliore dei modi in inglese, francese e italiano. Sotto la scrivania si tiene in forma. Quando un lunedì mattina mi apre la porta già in tenuta sportiva capisco subito che non è una da mezze misure. La sua postazione da telelavoro con la scrivania regolabile in altezza sembra una centrale di comando: efficiente e funzionale. Il «KingSmith WalkingPad R1 Pro» si trova sotto la scrivania. KingSmith è un marchio di Pechino affiliato a Xiaomi. E l’R1 Pro è un tapis roulant extra piatto che Anne sfrutta al massimo fino a 10 km/h. «Ce l’ho da tre settimane e ho percorso circa 300 chilometri», racconta Anne. «Anche se al totale mancano un paio di chilometri, perché ci sono stati dei giorni in cui l’app proprio non funzionava». Insieme cerchiamo di valutare che cosa del tapis roulant funziona bene e che cosa meno.
Consegna e manutenzione
In passato avevo già avuto il piacere di trasportare e montare un tapis roulant di quelli «normali» in un appartamento. Un’esperienza che mi ha fatto sudare e faticare. Molto. Ecco perché voglio sapere innanzitutto che cosa bisogna fare prima del primo utilizzo. «Arriva tutto già installato», mi informa Anne. L’apparecchio, che pesa 38 chilogrammi, si ripiega al centro, entra tranquillamente in un cartone ed è praticamente subito pronto all’uso.
«Se ci cammini tutto il giorno, ogni tanto lo devi oliare», mi rivela Anne. Non ci sono intervalli di manutenzione prestabiliti: «L'azienda non fornisce un chilometraggio, ma dice che dovresti oliare l’apparecchio quando il nastro si riscalda troppo in fretta». Per mostrarmi cosa intende, solleva la parte posteriore del nastro: la superficie di corsa si stacca con uno schianto dalla plastica sottostante. «È tutto a posto», mi tranquillizza. Basta versare qualche goccia di olio siliconico sul tappeto e tutto torna a funzionare perfettamente. Se il tappeto dovesse spostarsi, basta qualche giro di brugola per regolare nuovamente la posizione.
Installazione e conservazione
Aperto, il tapis roulant è lungo 146 centimetri e largo 72, con un’altezza massima di 15,5 centimetri. Ripiegato e riposto in verticale, occupa meno spazio di una valigia. Ha anche delle rotelle per il trasporto e può essere spostato senza fatica nell’appartamento. «Solo il cavo di alimentazione non è studiato benissimo», si lamenta Anne. «Prima di riporre l’apparecchio bisogna staccarlo, altrimenti intralcia». Secondo me sarebbe più comodo un attacco sul fianco.
Camminata e corsa
Ma il tappeto resta ripiegato e appoggiato alla parete soltanto il fine settimana. Dal lunedì al venerdì, invece, è sempre in funzione. Anche oggi Anne sta per iniziare a lavorare e il tappeto si mette in moto cigolando. Se il motore è relativamente silenzioso, i passi invece rimbombano nella stanza. Secondo Anne «ci si abitua abbastanza velocemente al rumore». Io mi chiedo, invece, come riesca a scrivere così bene mentre cammina. E anche se i suoi vicini si sono già abituati a tutto questo sottofondo sonoro. A quanto pare, la cosa non li disturba: «Finora nessuno si è lamentato, anche se spesso sono già qua che cammino alle sei del mattino».
In questo edificio, nuovo e ben isolato, il rumore non sembra essere un problema, ma altrove potrebbe dare fastidio. Qualche giorno più tardi racconto a una collega dello sport office di Anne, che sbotta: «Anche quelli dell’appartamento sopra al nostro hanno un aggeggio del genere: sentiamo ogni singolo passo!». Quindi, se stai valutando se acquistare un tapis roulant come questo, pensa prima alla tranquillità dei vicini e almeno mettici sotto un tappetino di protezione. Ma per la durezza percepita durante la corsa il tappetino può fare ben poco: «All’inizio ho pensato di correre a piedi nudi, ma quella scanalatura dà troppo fastidio», si lamenta Anne. Poiché l’apparecchio è pieghevole e la superficie su cui si corre è sottile, a ogni passo i piedi ci prendono contro. «Dopo una giornata avevo talmente male ai piedi che mi sono detta: mai più senza scarpe!».
Modalità automatica
Di solito Anne cammina a una velocità compresa tra i quattro e i cinque chilometri l’ora e regola la velocità manualmente. Ma il WalkingPad R1 Pro ha anche una modalità automatica: se cammini sulla parte anteriore della superficie di corsa la velocità aumenta, se invece ti sposti verso il fondo la velocità diminuisce. «Non mi piace molto», commenta Anne. «Per utilizzarla dovrei posizionare il tappeto più indietro e non voglio farlo». Quando ho provato a vedere la rapidità con cui l’apparecchio reagiva a un cambio di velocità in modalità automatica, mi sono sbilanciata indietro e ho quasi sbattuto il naso. È comprensibile che Anne preferisca mantenere il pieno controllo e andare alla velocità che preferisce.
In teoria l’apparecchio funziona anche in posizione verticale. Per farlo bisogna sollevare la maniglia che include una clip per l’arresto d’emergenza e una scanalatura dove alloggiare smartphone o tablet. Anche se, forse, guardare uno schermo mentre si corre su una superficie di soli 41 centimetri, a una velocità di max 10 km/h, non è proprio una grande idea.
«Non l’ho ancora provato da sollevato, perché preferisco correre all’aperto», spiega Anne. La superficie è sufficiente per le sue esigenze: «Quando lavoro mi accorgo che a volte tendo a deviare di lato, ma non sono mai caduta durante una call». Chi invece necessita di più spazio dovrebbe dare un’occhiata al più costoso modello R2, che ha una superficie di corsa un po’ più ampia.
Anne macina chilometri su chilometri fintanto che il tapis roulant non le ordina di smettere: «Se cammini per due ore di seguito ti obbliga a fare mezz’ora di pausa». Questa imposizione mi irrita. Ma Anne non la vede come un problema e suppone che la pausa forzata sia dovuta anche ad altri motivi. «Probabilmente fa bene anche al motore». Con i suoi 1,25 CV l’apparecchio è tarato per carichi fino a 110 chilogrammi e ha un consumo energetico di 918 watt. Se Anne corresse per otto ore al giorno, con un prezzo della corrente di 21 centesimi al chilowattora, spenderebbe circa un franco e mezzo.
Telecomando
Dal momento che il tapis roulant non ha una console fissa, il piccolo telecomando è molto importante: permette di avviare e arrestare il nastro, regolare la velocità o attivare la modalità automatica. «È comodissimo», commenta Anne, e per questo motivo tiene l’oggettino ovale, grande come le chiavi di un’automobile, sempre a portata di mano sulla scrivania. «Si può comandare anche dal cellulare, ma l’app non è il massimo».
Display e app
Per regolare le impostazioni e tenere sott’occhio tutte le statistiche è disponibile un’app dedicata. Quando il tappeto è sotto la scrivania, il piccolo display è fuori dal campo visivo. Vengono visualizzati, a rotazione, il tempo trascorso, la distanza, il numero di passi e la velocità. L’app non fa molto di più di questo e a volte nemmeno questo. «Ogni tanto si blocca. Magari hai camminato per due ore e i dati non vengono salvati», spiega Anne. «Perché i dati si sincronizzino, quando ti allontani dal tappeto devi ricordarti di lasciare aperta l’app».
Altrimenti le informazioni vanno perse, perché dopo un paio di minuti di inutilizzo il tapis roulant si spegne. «Se nel frattempo devi fare qualcos’altro, ad esempio perché è arrivato il postino, spesso quando ritorni è già spento». Quindi alla fine hai percorso dei chilometri che non risultano dalle statistiche, che invece era ciò che interessava Anne, soprattutto all’inizio. «Dopo un po’ riesci a farti i calcoli da sola», spiega. «Io faccio una media di circa 18 chilometri al giorno». Non importa quello che dice l’app.
Conclusione
È passata da otto ore seduta alla scrivania a fare quasi una mezza maratona al giorno: il bilancio personale di Anne non mi sorprende. «Ho speso soldi per cose molto meno utili». Ma questo non vuol dire che l’apparecchio sia perfetto. Per quanto riguarda l’hardware mi disturbano soprattutto la posizione del cavo di alimentazione e la durezza della superficie di corsa. Poi, a livello di software, ci sono anche i problemi dell’app. Complessivamente il KingSmith WalkingPad R1 Pro fa il suo lavoro abbastanza bene. Il design è piacevole, si ripone in un attimo ed è un ottimo incentivo a muoverti durante la giornata di lavoro. Non è il top di gamma, ma secondo Anne si può comunque consigliare: «Qualitativamente non credo sia il miglior tapis roulant che c’è in giro, ma va comunque bene per quello che costa».
Scrittore semplice, papà di due bambini. Ama essere in movimento, si muove nella vita familiare di tutti i giorni, si destreggia con diverse palline e di tanto in tanto fa cadere qualcosa. Una palla. O un'osservazione. O entrambe.