Dichiarazione d'amore alla corsa
26/1/2021
Traduzione: Nerea Buttacavoli
Ho corso per sette anni. Ma presto sarà finita. Una dichiarazione d’amore per dire addio al mio sport preferito.
Sette anni fa ho smesso di fumare e ho iniziato a mangiare cioccolato. Risultato: dieci chili in più sulla bilancia. Non ci siamo. Sono riuscito a rinunciare anche ai «Milky Way» e in cambio mi sono allacciato le scarpe da corsa. Da allora, ho corso mille mila chilometri. Non avrò raggiunto la Via Lattea, ma sono comunque fiero.
Il mio ginocchio sinistro è malandato, il che significa che ora devo smettere di correre. Con i danni alla cartilagine e l'artrosi posso ancora fare jogging, ma la corsa ambiziosa non è più possibile, altrimenti rischio una sostituzione del ginocchio. E questa (ancora) non mi va. Quello che invece mi va di fare, è andare a correre. È per questo che allaccio nuovamente le scarpe da corsa, percorro per l'ultima volta il mio circuito e trascorro la prossima ora a ricordare gli ultimi anni.
Dinosauri e slitte
Appena parto, si scatena una piccola tempesta invernale. Uno dei motivi per cui amo correre: gli elementi naturali. Sono una persona di città, passo il mio tempo in un ufficio open space o, attualmente, nel mio ufficio a casa. Dentro, seduto. Fuori, sono cacciatore e raccoglitore. Corro, quindi sono. Percepisco me stesso e il mondo che mi circonda. Freddo e neve in inverno. Sole, calore e sudore in estate.
Il mio circuito mi porta alla vecchia torre dell'acqua sul «Bruderholz» di Basilea. Uno dei punti di riferimento importanti di quest’area, molto vicino ad un altro compagno che mi ricorda anche la caccia e la raccolta: il diplodoco lungo 23 metri, donato dal Museo di Storia Naturale di Basilea all'associazione locale di quartiere. Altro motivo per cui amo la corsa: girovagando si scopre la città da prospettive diverse.
A questo luogo associo molti ricordi. È qui che portai mia figlia, ormai adolescente, a slittare per la prima volta nella sua vita. Avrà avuto circa due anni all'epoca ed è stato un gran divertimento. Anche le prime passeggiate ancora titubanti e un po’ impacciate con il nostro cane le abbiamo fatte alla torre dell’acqua, ormai anni fa. Era estate, avevamo appena adottato il Podenco dalla protezione animali e all'inizio eravamo terribilmente sopraffatti.
Pensieri che corrono
Per me la corsa è sempre stata anche un modo per liberare mente e psiche. Blocco dello scrittore? Allacciare le scarpe da corsa, iniziare a correre, lasciare vagare la mente. Schiarirsi le idee, mettere le cose in prospettiva. Osservare con occhi diversi. Ho avuto spesso l’impressione di non andare a correre, ma di andare a pensare. Nel frattempo sono sulla strada di ritorno e improvvisamente il mio cane mi viene incontro scodinzolando felice. Sta facendo la passeggiata con mia moglie. Potrei piangere dalla gioia, eppure devo continuare a correre. Almeno quest'ultima volta.
La mia strada mi porta oltre il Sonnenbad St. Margarethen o semplicemente «Sunnebeedli», come lo chiamano affettuosamente i locali. Qui, nella veneranda piscina all'aperto sopra i tetti della città, mia figlia ha imparato a nuotare e io mi sono scottato varie volte.
Presto sono di nuovo a casa, quando improvvisamente il cielo si apre lasciando spazio a dei timidi raggi di sole. Mi fermo e assaporo questo momento. La ragione più grande per cui amo correre: l’umiltà che sento di fronte alla natura che mi circonda. Sono arrivato a casa. Un po' di stretching, respiri profondi, pulisco le scarpe. Azioni riflessive eseguite centinaia di volte. Aiutano a non diventare sentimentali. Poi mi siedo e inizio a scrivere.
Mi mancherà correre.
Patrick Bardelli
Senior Editor
Patrick.Bardelli@digitecgalaxus.chDa giornalista radiofonico a tester di prodotti e storyteller. Da corridore appassionato a novellino di gravel bike e cultore del fitness con bilancieri e manubri. Chissà dove mi porterà il prossimo viaggio.