Michael Restin
Guida

I soldi per le lezioni sono ben spesi: ecco 10 consigli da 10 anni di divertimento sulle piste con i bambini

Michael Restin
12/2/2025
Traduzione: Martina Russo

Quando vai a sciare con dei bambini piccoli, sulle piste sei soprattutto un mulo da soma, un paracolpi e una guardia del corpo. Investi un sacco di tempo, soldi e stress nella speranza di avere un qualche tornaconto, prima o poi. La notizia buona è che l’avrai! Devi solo pazientare qualche anno.

A essere sincero, credo che portare i bambini in vacanza al mare sia molto più rilassante. Ma visto che l’amore per gli sport invernali non si spegne quando diventi genitore, io e molte altre giovani famiglie siamo ancora attratti dalla montagna. E qui ha inizio una prova di pazienza che costa molto, sia a livello personale che di materiali. Se ti riconosci in quello che scrivo, potresti aggiungere qualche tuo suggerimento nei commenti o magari semplicemente evitare a qualcuno degli errori che ho commesso io.

Fase 1: da coppia di sciatori a sherpa

A un anno tuo figlio è ancora troppo piccolo per fare qualsiasi cosa tra la stazione di montagna e il rifugio après-ski. Avrà freddo, piangerà e, con una risatina delle sue, ti squaglierà il cuore, se non la neve. Naturalmente andrai comunque agli impianti. Ma invece di prepararti a salire in vetta, la mattina dovrai prepararti per tutto quello che potrebbe accadere. Dovrai riempire lo zaino con ricambi, pannolini e cibo, così da avere un buon contrappeso al marsupio con il bimbo che avrai davanti.

Finirai per assomigliare a uno sherpa e sarai tanto lontano dal vecchio te, dominatore (o dominatrice) delle piste, quanto il Cervino lo è dall’Everest. C’è solo da sperare, carico come sei, di non finire incastrato nella porta della cabinovia. Se non avete con voi qualcuno che vi aiuta con il bambino, dimenticatevi di sciare insieme.

Il peggiore investimento possibile: lo skipass. In media, riuscirai a fare un paio di discese. Meglio comprarne uno in due, oppure passare il tempo insieme a scoprire i percorsi escursionistici.

Il migliore investimento possibile: il marsupio, perché garantisce vicinanza, calore e non si impantana nella neve come le carrozzine ingombranti.

Fase 2: via con le piste baby

Un anno dopo, stai già pensando agli sci baby: in fondo tuo figlio sta già in piedi e cammina per qualche tratto. Perché non sciare, già che ci siamo? Come si dice: «il desiderio è padre del pensiero» (del padre!). Ma il bambino preferisce ancora stare in braccio e non apprezza molto la tua idea di mettergli degli ingombranti scarponi ai piedi e fissargli gli sci sotto.

In questa fase è una buona cosa che tu abbia il casco in testa. Almeno attutisce le grida del bimbo sul nastro del tapis roulant, sul quale i bellissimi sci baby si appoggiano meno spesso di quanto tocchi terra l’aquila di montagna che volteggia all’orizzonte. L’ultimo briciolo di energia ti serve per la foto d’obbligo, che potrai mostrare orgogliosamente anni dopo, come prova dell’inizio precoce della carriera sciistica di tuo figlio. Per fortuna, sotto a quella bardatura nessuno si accorgerà che il pannolino è pieno e lo sguardo perso nel vuoto.

Il peggiore investimento possibile: gli sci baby. Gli scarponi da sci baby. E il tuo skipass.

Il migliore investimento possibile: lo schienale per lo slittino in legno Davos e il relativo sacco a pelo.

Fase 3: elogio allo slittino

Il tuo bambino ora ha tre anni e tu cerchi di convincerlo che, senza alcun dubbio, quest’anno si divertirà tantissimo sugli sci. Hai sostituito i precedenti scietti di plastica con sci «veri e propri» e sembri avere ragione, per almeno dieci minuti. Lui o lei scia, finalmente! In autonomia! Fuori il cellulare: bisogna filmare il momento!

Alla fine, ti resterà questo unico video in cui il piccolo, raggiante di gioia e con le manine appoggiate sulle ginocchia, scivola verso la telecamera prima di schiantarsi sulle tue parti basse e interrompere bruscamente la registrazione. Questo perché, naturalmente, avrai cancellato le altre quindici riprese di scenate, pianti e sci incrociati. Trascorrerai il resto della settimana a scivolare lietamente sullo slittino.

La pista degli slittini è una bella alternativa.
La pista degli slittini è una bella alternativa.
Fonte: Michael Restin

Ti godi lo slittino nella certezza che l’anno prossimo il tuo bimbo sarà pronto per il corso di sci. E finalmente potrai tornare a scatenarti sulle piste. Almeno tra le 9 e le 11.30 del mattino. Sempre che, nel frattempo, non sia arrivato il secondo figlio. Nel qual caso: bentornati alla fase 1.

Il peggiore investimento possibile: i nuovi sci per bambini. I nuovi scarponi per bambini. E il tuo skipass.

Cosa sarebbe stato meglio: uno slittino o un bob adatto su cui tu e il tuo bambino potreste divertirvi insieme.

Oltre a tutto quello che ha già scritto la mia collega Katja Fischer.

Fase 4: impantanati nell’area bimbi

Come famiglia esperta di sport invernali, stilate un bel piano per definire chi si occupa di chi, dove può sciare e quando. Anche stavolta riesci a fare un paio di discese. Ma per quanto tu stia apprezzando la tua ritrovata libertà, non riesci a mollare del tutto la presa. Come se la starà cavando l’erede sulla pista? Meglio dare un’occhiata veloce.

Ormai è mezzogiorno, la neve è fradicia e tu sei impantanato nell’area bimbi. Conviene restare un paio di turni in più anche nel pomeriggio, dopotutto venerdì c’è la gara. Che tuo figlio avrebbe sicuramente vinto se non fosse stato per quell’altro, più alto e più pesante di lui e con gli sci lunghi.

Dopo il corso, prima della gara. Non puoi certo mancare.
Dopo il corso, prima della gara. Non puoi certo mancare.
Fonte: Michael Restin

Il peggiore investimento possibile: i tuoi nuovi guanti da sci, con i quali scivoli continuamente sulla corda dell’area bimbi.

Cosa sarebbe stato meglio: un paio di guanti da lavoro con cui attaccarsi alla corda dello skilift.

Fase 5: finalmente in natura

Il corso di sci è un ricordo del passato. Ora niente potrà fermarti: finalmente scenderete in pista insieme! Se non hai degli obblighi di famiglia, ti conviene scegliere un piccolo comprensorio sciistico con piste ampie e poca gente. Perché le seccature sono dietro l’angolo e, soprattutto, potresti scoprire che il tornello dell’impianto di risalita baby, che è posto ad altezza bambini, ha lo stesso effetto di tre mazze da baseball rotanti. E comunque tuo figlio è ancora troppo piccolo per avvicinarsi al sensore con lo skipass nella giacca, per cui devi sollevarlo rischiando ogni volta il colpo della strega.

Ma prima della tua prima ernia al disco potrai goderti, finalmente, una discesa insieme. Insieme alla consapevolezza che non puoi essere dappertutto. Tuo figlio, a quanto pare, invece sì. Mentre scendi a spazzaneve davanti a lui, te lo vedi sfrecciare di fianco a tutta velocità o si è già schiantato nel mucchio di neve più vicino. Ora però facciamo un paio di curve come si deve. Dai, solo fino al prossimo cannone!

Il peggiore investimento possibile: dei bastoncini da sci per bambini che non hanno idea di come usarli.

Cosa sarebbe stato meglio: un casco da sci per bambini con un colore segnaletico, così che voi e tutti gli altri sappiate sempre dove sta per abbattersi il fulmine.

Fase 6: quanto è comodo lo skilift baby

Nel frattempo, le cose procedono bene. Il bimbo scende sicuro sulla pista e ha scoperto da solo la sua linea di caduta. Si infila a palla tra gruppi di sciatori lenti, che a tua volta devi evitare facendo un gran giro e che cerchi di placare urlando al volo uno «...cusate». Nel frattempo, l’erede passa su punte di sci altrui, prende la biforcazione sbagliata e ti fa finire proprio sulle piste che in realtà volevi evitare. Sembra non conoscere la paura, al contrario di te.

Scii nel costante timore di uno scontro grave, ma nei momenti migliori il fattore divertimento supera lo stress. Per evitare la folla, scopri l’opzione degli skilift e trascorri le successive ore prevalentemente rannicchiato con la sbarra che ti sega il retro delle ginocchia. Proprio lì dove ti fa davvero male, così che la pausa sugli impianti, solitamente gradita, si trasforma in un calvario che tuo figlio accanto a te non può assolutamente capire. Di nuovo!

Il peggiore investimento possibile: le riprese della tua nuova GoPro sono poco spettacolari, con troppo grandangolo e, nel migliore dei casi, utili solo per l’assicurazione.

Cosa sarebbe stato meglio: un secondo paio di guanti per bambini, perché il primo sarà sicuramente fradicio per l’ora di pranzo. Se hai più di un figlio, scegli dei guanti di un colore che tra due anni potrai passare al più piccolo senza problemi.

Fase 7: quella dello skilift umano

Piano piano, conquistate insieme l’intera area. Nessun sentiero è troppo lontano, nessuna pista è troppo ripida. Al massimo troppo piatta. E poi ci sono le benedette piste di collegamento, che includono una lieve salitina. Quei tratti che «tirano» un po’ prima della successiva discesa. Quei tratti dove tocca a TE tirare. Perché niente fa disperare di più i bimbi che rimanere piantati in mezzo alla pista nella posizione a uovo, mentre i grandi sfrecciano a destra e a sinistra.

Quindi ti tocca frenare la tua discesa lanciata e, con uno sguardo di malinconia volto alla sommità da raggiungere, allungare il bastoncino all’indietro prima ancora che te lo chiedano e mantenere alta la motivazione grazie alla tua nuova funzione di skilift umano. E in orari in cui in passato mai avresti pensato di fare una pausa, proponi la vostra prima sosta in rifugio. Seguito da una cioccolata calda.

Anche in questo caso un bastoncino amico e una cioccolata calda possono aiutare.
Anche in questo caso un bastoncino amico e una cioccolata calda possono aiutare.
Fonte: Michael Restin

Il peggiore investimento possibile: i tuoi nuovi sci da competizione.

Cosa sarebbe stato meglio: un servizio di assistenza per gli sci da bambini.

Fase 8: il tracollo dei genitori

Mentre i bambini fioriscono, tu inizi a sentire il peso dell’età. A causa degli strapazzi degli ultimi anni, i tuoi dischi intervertebrali accolgono ogni asperità del fondo con piccoli sussulti e i tuoi legamenti crociati sono così stremati dallo skilift ad ancora e dallo spazzaneve in coppia che le tue ginocchia scricchiolano come due vecchi cassetti.

Ma l’esuberanza dei tuoi figli è contagiosa e tu vuoi mostrare loro di che cosa sei ancora capace. Che ovviamente è molto meno di quello che pensi tu. Cinque secondi di eccesso di fiducia li paghi con cinque giorni di dolori. Ma per il resto la vacanza è proprio bella.

Il peggiore investimento possibile: gli snowfeet che sono all’origine dei tuoi dolori.

Cosa sarebbe stato meglio: un breve ciclo di riscaldamento al mattino e un allenamento regolare nei mesi precedenti.

Fase 9: ed eccoci finalmente, lo sweet spot!

Congratulazioni: ti stai avvicinando alla tua condizione ideale. Né le piste di collegamento in salita né i pendii ghiacciati spaventano più i tuoi figli. Ormai anche il più piccolo non è più una palla al piede e vuole dimostrarlo a te e al mondo intero. Una volta che ti sarai rimesso in sesto, non ci saranno più ostacoli a delle belle vacanze sulla neve, purché tu provveda a procurarti l’ attrezzatura giusta per tempo.

Visto che i bambini crescono in fretta, conviene prendere l’attrezzatura a noleggio, oppure cercarla sul grande mercato di seconda mano, tipo Tutti e Ricardo, o ancora optare per bastoni da sci e scarponi che crescono insieme a loro.

Una volta organizzato il tutto, la tua voglia di partire cresce sempre più. Finché non vedi che anche le temperature della tua settimana di vacanza stanno crescendo. A 15 gradi, voi e mezza Olanda vi contendete lo spazio vitale sulla stretta lingua bianca che si snoda nella valle, in mezzo a verdi prati.

Il peggiore investimento possibile: le calze da sci riscaldate, almeno per quest’inverno.

Cosa sarebbe stato meglio: mettere in valigia la crema solare, che dimentichi a casa un anno sì e uno no.

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Fase 10: stop agli sci

Appena le cose cominciano ad andare bene, i tuoi figli hanno voglia di imparare qualcosa di nuovo. Èd è l’ora dello snowboard. E di un corso di snowboard che dà a te e alla tua compagna una libertà inimmaginabile, fino a quando il corso non finisce e la nidiata di snowboarder è due volte più cool, ma indipendente la metà sulle piste rispetto all’anno precedente.

Quindi nei tratti in salita ricominci a tirare, con la differenza che ora i figli pesano molto di più. Torni a impelagarti sugli impianti di risalita e aspetti a bordo pista fino a quando anche l’ultimo mucchio di neve non è stato saltato. In cambio, torna finalmente utile la tua GoPro. E la tua pazienza. Un sacco di pazienza.

Il peggiore investimento possibile: gli sci per bambini che avevi comprato in anticipo di due taglie più grandi e che ora sono inutilizzati in cantina.

Cosa sarebbe stato meglio: acquistare non solo un paraschiena, ma anche una protezione per il coccige.

Una valutazione intermedia: costoso, ma comunque divertente

Tutti gli eventi che ho raccontato sono stati liberamente inventati dalla vita e sono accaduti in modo più o meno fedele negli ultimi dieci anni della mia vita di genitore. Li ho solo leggermente accentuati. Quello che trovo eccessivo, invece, è il costo medio di 5600 franchi per una settimana di vacanza sulla neve per una famiglia in Svizzera, ma sono numeri veri e anche l’Austria sta diventando sempre più cara (articoli in tedesco). Mi sa che il sogno della Porsche da crisi di mezza età scenderà presto alla probabilità di 1:18.

Vale la pena spendere 56 000 franchi per dieci anni di sport invernali con la famiglia solo se affronti il tutto con filosofia, resti flessibile e metti al centro di tutto le esperienze condivise. Ogni anno ti rendi sempre più conto che non resta più tanto tempo prima che i bambini vadano per la loro strada. Fino ad allora, cercherò di prendere tutto quello che è possibile. Quindi, sarà anche un divertimento costoso. Ma è sempre un gran bel divertimento.

Immagine di copertina: Michael Restin

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