
Il coltello per l'isola deserta
Se dovessi limitarmi a un solo coltello, non dovrei pensarci a lungo. Un buon coltello da cucina o un coltello Santoku è tutto ciò che serve. Un appello per l'unico vero strumento di taglio.
Su un’isola deserta puoi portare otto brani musicali, un libro (le opere di Shakespeare e la Bibbia, o gli scritti sacri corrispondenti della tua religione, ci sono già) e un oggetto di lusso (inanimato e che non può aiutarti nella fuga): è questa la premessa del programma radio BB4 «Desert Island Discs». Dal 1942, la domenica mattina su BBC 4 le celebrità affrontano questo esperimento di pensiero e giustificano le loro scelte per 45 minuti. Giustamente, «Desert Island Discs» è considerato uno dei migliori programmi radiofonici del mondo. L'idea di base è semplice e comprensibile, le risposte concedono sguardi profondi nella personalità delle celebrità e tu stesso prendi inevitabilmente parte a questo esperimento di pensiero. Ti chiedi automaticamente: «Quale scelta farei e perché?». Mentre personalmente avrei più difficoltà a scegliere i brani e il libro, per me l'oggetto di lusso è una scelta ovvia.
Un coltello.
Il coltello per l'isola deserta
I vantaggi di un coltello sono evidenti. Frutta e verdura ci saranno in abbondanza sull'isola, pesce o altri animali li dovrei catturare con mezzi semplici e un fuoco lo accenderei con qualche metodo à la Bear Grylls. Ho già visto tutto in sessioni infinite su YouTube. Been there, watched that. Un coltello aiuta immensamente in tutti questi compiti. Il coltello tascabile è la scelta più ovvia: forbici, lima, punteruolo, apriscatole e cavatappi – nel caso in cui lattine o bottiglie di vino raggiungessero in qualche modo la riva dell’isola deserta – sono a portata di mano nel piccolo tuttofare svizzero. A portata di mano è ottimo, il grande problema è la maneggevolezza.
I coltellini sono troppo maneggevoli – di conseguenza, ironicamente, sono poco maneggevoli.
Anche le mani piccole faticano ad afferrare il coltello correttamente e la lama è troppo corta per l'uso quotidiano. Per quanto fichi possano essere gli strumenti integrati, il coltello tascabile Victorinox non soddisfa a sufficienza i compiti di un coltello.
«La rinuncia è forza», un proverbio arabo che voglio seguire lasciando a casa la cassetta degli attrezzi tascabile. L’oggetto che porto sull'isola deserta è un coltello da cucina o un Santoku.

Un momento incisivo
Sono passati ormai circa 15 anni da quando ho capito che l'arma multiuso per eccellenza in cucina non sono i coltellini con lama dentellata, ma i coltelli da cucina con lama grande. Da allora la mia vita è cambiata. Con la forza dell’effetto leva e in una sola mossa, taglio le cipolle in piccoli cubetti, i peperoni in strisce e il manzo in tartare. Con la lama larga schiaccio l'aglio, con la parte posteriore stacco le articolazioni del pollo con facilità. Da allora, «evangelizzo» amici e familiari per i coltelli con le lame grandi.
La scusa dei fan del coltello piccolo è sempre la stessa: «La lama grande mi spaventa». Posso contrastare questa paura diffusa dicendo che le ultime tre volte che mi sono tagliato, era per colpa di un coltello piccolo e smussato. Poiché manca l’effetto leva e il manico è troppo piccolo, quando uso coltelli piccoli scivolo più velocemente di quanto Kurt Cobain sia finito sulla cattiva strada. Perciò non porto con me sull’isola deserta né i coltellini, né i Nirvana.
Con lo zoo di verdure contro la solitudine
I coltelli piccoli hanno per certo motivo (di nicchia) di esistere. Se potessi portare due coltelli sull'isola deserta, il secondo sarebbe sicuramente piccolo. Le cipolle o le patate si sbucciano facilmente, le ammaccature nelle verdure possono essere rimosse con precisione e se mi annoio, posso ritagliarmi un intero zoo di animaletti, pedagogicamente parlando molto importanti per tenermi compagnia. Al di là di questo, però, i coltellini sono inutili perché non sono fatti per altri compiti.
Ora rimane da decidere quale coltello avrà l’onore di venire con me. Mentre i coltelli europei sono più adatti per pungere e infilzare per via della loro forma, i Santoku sono maestri assoluti nel tritare le verdure e la carne grazie alla loro lama larga senza punta, grazie alla quale non rimango impigliato da nessuna parte. In generale, il coltello da cucina europeo e la sua controparte giapponese, il Santoku, li considero entrambi molto maneggevoli. Mentre la forma del manico dei coltelli europei deve adattarsi alla mano, i coltelli giapponesi con manici rotondi o ottagonali offrono una presa perfetta anche per mani piccole o grandi.

Infine, il materiale della lama è il fattore decisivo. L'acciaio inossidabile è probabilmente la scelta migliore sull'isola. Faccio a meno dell'acciaio al carbonio, più robusto e affilato, ma che ama la ruggine e quindi vuole essere oliato. Uno di questi coltelli sarebbe quindi la mia scelta.
Il che mi lascia affrontare la questione molto più difficile della musica e della letteratura. Sono sicuro che sceglierò una canzone di Billy Joel, ma quale? E il re del pop Michael Jackson lo lascio a casa? Anche un pezzo classico non può mancare, ma sarà Bach, Mozart o Beethoven? Letterariamente meglio Pirandello o qualcosa di più filosofico, come Nietzsche? Faccio il patriota optando per Frisch o Dürrenmatt? O meglio andare oltreoceano con Murakami o Poe? Contano le opere complete? In questo caso sceglierei Kafka... No, l’enciclopedia Brockhaus! Esiste ancora?
Queste decisioni probabilmente rimarranno sul filo del rasoio – o sulla lama del coltello – per sempre...
A 52 persone piace questo articolo
Quando 15 anni fa ho lasciato il nido di casa, mi sono improvvisamente ritrovato a dover cucinare per me. Ma dalla pura e semplice necessità presto si è sviluppata una virtù, e oggi non riesco a immaginarmi lontano dai fornelli. Sono un vero foodie e divoro di tutto, dal cibo spazzatura alla cucina di alta classe. Letteralmente: mangio in un battibaleno..