La profumeria «Sava» di Belgrado
29/11/2022
Immagini: Ramon Schneider
Traduzione: Sanela Dragulovic
Sapevo fin dall'inizio che una volta a Belgrado, avrei scritto su Belgrado. Siamo in visita dai nostri colleghi in Serbia, e vogliamo raccontare una storia direttamente da lì. In questo caso, la storia della profumeria «Sava», dove varcando un portone rosso vino si torna nel 1954.
Sono quasi passata davanti al piccolo negozio senza nemmeno vederlo. Dove dovrebbe esserci la scritta gialla «Sava» in caratteri cirillici, in questa mattina di novembre ci sono solo pali e reti. La facciata è attualmente in fase di ristrutturazione. All'interno, tuttavia, nulla è cambiato da decenni. Bottiglie mezze piene e mezze vuote – trasparenti e marroni – sono appoggiate su scaffali di legno scuro, e di sottofondo si sentono note di cool jazz. Solitamente sono disponibili tra i quaranta e i cinquanta profumi diversi. Ognuno di essi è creato a mano e a naso. «Siamo i designer che trasformano le essenze in fragranze», afferma Nemanja Jovanov, nipote del fondatore della profumeria.
Da orfano a naso stimato
Poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il nonno di Nemanja e suo fratello stavano terminando gli studi e immaginavano possibili scenari per il futuro, quando un amico un po' più grande risveglia in loro la passione per i profumi. Questo amico è rimasto orfano dopo la prima guerra mondiale ed è finito nella città francese di Grasse, capitale mondiale del profumo. Si è fin da subito capito che il suo olfatto era un talento e da quel momento in poi ha lavorato nelle migliori distillerie. Tornato a Belgrado, trasmette queste conoscenze ai suoi amici.
Nel febbraio 1941, i tre aprono il primo negozio con il nome di «Đurđevak». La sede era a un indirizzo diverso da quello di oggi. Durante la guerra, il negozio rimane aperto, tranne nel periodo in cui si combatte anche a Belgrado. Per la profumeria, il periodo del dopoguerra è il problema più grande. Il Consiglio antifascista di liberazione nazionale della Jugoslavia (AVNOJ), che a partire dal 1942 ha combattuto contro l'occupazione italiana e tedesca, ha deciso che le aziende private vengano nazionalizzate dopo la fine della guerra. Anche «Đurđevak». Tra il 1948 e il 1954 non si sono venduti profumi.
In Jugoslavia l'economia era in ristagno e il paese si stava allontanando dall'Unione Sovietica. Negli anni '50 vengono introdotte riforme orientate alle idee capitalistiche e le imprese a gestione privata tornano ad essere possibili. Il 15 agosto 1954 la profumeria riapre con un nuovo indirizzo e un nuovo nome: «Sava». Il nonno di Jovanov riacquista persino alcuni dei suoi mobili originali dallo Stato, che si trovano ancora oggi nel negozio.
La fragranza non il marketing
Anche il processo di produzione non è cambiato. Una fragranza viene sviluppata da Nemanja, da sua moglie o da suo padre Nenad nel corso di giorni, mesi o addirittura anni. Solo quelli che sono unanimemente considerati buoni entrano nell'assortimento. Le fragranze non hanno né nomi né un design particolare. «Lavoriamo con codici numerici ed etichette uniformi, in modo che nulla distragga dal profumo», spiega Nemanja, mentre suo padre – il maestro profumiere – entra nel negozio in camice bianco per accogliere un cliente.
La ricerca di una fragranza non deve essere affrettata, proprio come la sua produzione. «Per un profumiere è quasi un insulto che qualcuno prenda una decisione dopo cinque minuti». Prima si chiacchiera po' e si gusta del cioccolato. In questo modo si rallenta il processo e il cliente ha tempo di ambientarsi nel negozio e sentirsi a proprio agio. «Non usiamo strisce di carta e non proviamo mai più di quattro fragranze, perchè i risultati sarebbero falsati». Secondo Nemanja, è meglio tornare il giorno successivo per effettuare l'acquisto. «In questo modo si sa come si sviluppa la fragranza e, soprattutto, come si sente sui vestiti», spiega. Questo è un aspetto che molti sembrano dimenticare, anche se è lì che il profumo rimane più a lungo.
Meglio della natura stessa
Un profumo può durare anni se conservato al riparo dal calore e dai raggi UV. Dietro la tenda, nell'ufficio e nel laboratorio della profumeria, sono archiviate tutte le ricette. «Possiamo ricreare qualsiasi fragranza, purché ci siano gli ingredienti giusti», dice Nemanja. A seconda della situazione del mercato mondiale, non sempre sono disponibili essenze piuttosto insolite come la resina naturale di styrax. A volte semplicemente non sono in voga.
Nemmeno l'industria dei profumi è immune alle tendenze. «Sava» ne tiene conto, anche se solo in certi limiti. «Le tendenze sono di solito semplici e uniformi, ma noi vogliamo che le persone provino cose nuove, che facciano un passo avanti». Qui si coltiva l'antico stile francese e i singoli ingredienti non devono essere riconoscibili. I profumi sono naturali, ma non presenti in natura. «È come la cucina francese. Non sai cosa c'è dentro, ma ha un buon sapore», afferma Nemanja ridendo.
Sembra costoso, ma non lo è. «Non vogliamo essere nel segmento del lusso. Tutti e tutte meritano di avere un buon profumo». La famiglia Jovanov è felice di dedicare il suo tempo a questo scopo, perché ogni transazione è personalizzata. Non hanno un negozio online. «Non vendiamo alla cieca», dice. Una volta una signora è venuta addirittura da Pechino per il weekend. «In Cina siamo famosi perché siamo finiti su TikTok grazie ai turisti», racconta Nemanja, ancora un po' incredulo.
L'idea di uniformità è superata
Rispetto a qualche anno fa, i giovani apprezzano la qualità molto di più. Anche Internet ha contribuito, in entrambe le direzioni. «Le informazioni possono essere condivise istantaneamente. Se non fai una consegna in tempo, tutto il mondo lo sa. Ma anche se la fai». Questa velocità e l'eccesso di offerta hanno portato le persone a desiderare esperienze più lente e uniche.
È per questo che la gente viene nel piccolo negozio nel centro di Belgrado, mangia cioccolata e si lascia deliziare dalle fragranze create artigianalmente. Con gli scaffali di legno scuro, le vecchie fotografie e le bottiglie di cristallo, «Sava» sembra appartenere a un'altra epoca. Ed è proprio questo che la rende così moderna.
Ampliare i miei orizzonti: si riassume così la mia vita. Sono curiosa di conoscere e imparare cose nuove. Le nuove esperienze si nascondono ovunque: nei viaggi, nei libri, in cucina, nei film o nel fai da te.