Presto sarà possibile dimostrare l'autenticità delle foto?
Retroscena

Presto sarà possibile dimostrare l'autenticità delle foto?

David Lee
31/10/2023
Traduzione: Rebecca Vassella

Una nuova procedura mira a dimostrare l'autenticità delle foto con l'aiuto di metadati criptati. Non è il primo tentativo di questo tipo, ma finora è il più promettente.

L'era digitale ha un problema con le immagini false: diventano sempre più belle e facili da creare. I generatori di immagini supportati dall'intelligenza artificiale, come Midjourney o Dall-E, sono solo gli esempi più ovvi. Urge quindi la necessità di una procedura che dimostri l'autenticità delle foto.

Questo dovrebbe essere possibile con l'aiuto della tecnologia Content Credentials. Una fotocamera salva sempre metadati come il modello di fotocamera, l'ora e il luogo in cui viene scattata una foto. Tuttavia, questi metadati non sono normalmente criptati e possono essere facilmente modificati. Content Credentials utilizza uno standard open source per la memorizzazione criptata dei metadati.

La Leica M11-P è la prima fotocamera a implementare questo processo. Ma è probabile che altri marchi seguiranno. Nikon ha già presentato un prototipo basato sulla Z 9 alla fiera Adobe Max 2023. Anche Canon è membro del C2PA, che è alla base della tecnologia Content Credentials. Lo stesso vale per Sony, che però ha sviluppato un proprio metodo per l'archiviazione criptata dei metadati. La funzione è disponibile per la Sony Alpha 7 IV, ma deve essere acquistata separatamente ed è destinata solo a clienti aziendali.

Rendere trasparente l'elaborazione

Con Content Credentials è anche possibile salvare le fasi di lavoro in forma criptata per la post-elaborazione. Naturalmente, il software deve supportarlo, come lo fa già Adobe Firefly. Esiste anche una funzione corrispondente in Photoshop in fase beta. L'editing di una foto potrebbe così essere reso trasparente in modo dimostrabile. Le informazioni sull'immagine possono essere richiamate direttamente sul web tramite un pulsante informativo.

Content Credentials ha lo scopo di rendere trasparente la creazione di un'immagine. Anche le immagini generate dall'intelligenza artificiale possono essere etichettate in questo modo.
Content Credentials ha lo scopo di rendere trasparente la creazione di un'immagine. Anche le immagini generate dall'intelligenza artificiale possono essere etichettate in questo modo.
Fonte: David Lee

Esiste anche un sito web per caricare e controllare un'immagine. Il rapporto visualizzato non solo documenta le singole fasi di modifica, ma anche le versioni precedenti della foto. Nel caso della Leica M11-P, si può anche visualizzare l'immagine originale scattata dalla fotocamera. Non è quindi possibile elaborare un'immagine con Content Credentials e farla passare per l'originale. Naturalmente, ogni immagine può essere modificata e salvata di nuovo, ma non ha più alcuna credenziale.

La revisione mostra che l'immagine originale della fotocamera aveva un aspetto diverso e che il cielo è stato aggiunto in seguito.
La revisione mostra che l'immagine originale della fotocamera aveva un aspetto diverso e che il cielo è stato aggiunto in seguito.
Fonte: contentauthenicity.org

Le credenziali del contenuto, così si chiamano in italiano, non sono destinate a riconoscere automaticamente o a prevenire le modifiche. Ma a dimostrare l'autenticità di una foto controversa, ad esempio proveniente da una zona di guerra, e ad assegnarle anche un autore. Questo perché può essere memorizzata anche in forma criptata. Ad esempio, una fotografa può dimostrare che un'immagine originale è stata scattata da lei.

Ampiamente supportato

Content Credentials non è il primo tentativo di dimostrare l'autenticità delle foto. I produttori di fotocamere avevano già sviluppato metodi per criptare i metadati più di dieci anni fa. Tuttavia, sia il Canon Image Verification System che il Nikon Algorithm sono stati decriptati.

Il tentativo attuale sembra più promettente: si tratta di uno standard aperto e ampiamente supportato. Tra gli altri, sono coinvolti Adobe e Microsoft, nonché i produttori di chip Intel e ARM; anche le agenzie fotografiche e le società di media sono a bordo.

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Il mio interesse per il mondo IT e lo scrivere mi hanno portato molto presto a lavorare nel giornalismo tecnologico (2000). Mi interessa come possiamo usare la tecnologia senza essere usati a nostra volta. Fuori dall'ufficio sono un musicista che combina un talento mediocre con un entusiamso eccessivo. 


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