Nintendo The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom
Switch, Multilingue
La prima avventura della principessa Zelda in persona è un esperimento ardito e ben riuscito. Purtroppo, si notano carenze nella realizzazione tecnica. Ma nonostante qualche fastidioso scatto, i fan della serie possono contare su un altra entusiasmante avventura di «Zelda» con una spolverata di «Pokémon».
«The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom» passerà agli annali di Nintendo. Per la prima volta nella storia della serie non controllo lo spadaccino Link, bensì la principessa che dà il nome al gioco.
Invece di impugnare una spada, Zelda va in battaglia con uno scettro magico con cui può copiare oggetti e mostri ed evocarli come «repliche». Questo azzardato esperimento nel gameplay stravolge molte cose. E tuttavia, «Echoes of Wisdom» sembra un classico «Zelda» in 2D.
L'unico aspetto negativo è la realizzazione tecnica talvolta non all'altezza, che pregiudica l'esperienza di gioco con fastidiosi scatti.
Nel regno di Hyrule sono apparsi dei misteriosi squarci che conducono al «Nulla», una strana dimensione parallela in cui il tempo si è fermato. Da questi squarci fuoriesce una gran quantità di mostri cattivissimi. Link, solitamente sempre a disposizione quando c'è da proteggere il regno, è svanito in uno di questi squarci. Perfetto. Tocca quindi alla Principessa Zelda salvare il mondo e richiudere gli squarci.
Nel suo viaggio attraverso Hyrule, Zelda è accompagnata da «Tri», una dolce fatina che le regala uno scettro magico. Questo porta un rimescolamento del collaudato gameplay di «Zelda».
Se vedo un oggetto scintillante nel mondo, posso replicarlo con lo scettro magico. Una volta copiato, l'articolo mi resta sempre disponibile sotto forma di «replica». Posso fare delle repliche anche dei mostri sconfitti per evocarli ogni volta che ne ho bisogno e farli combattere al mio fianco.
Sono soltanto io a decidere come e dove utilizzare le repliche. Un esempio? Voglio raggiungere un forziere su un'altura. Per raggiungere il mio obiettivo, evoco dei letti che avevo copiato in precedenza, li impilo uno sull'altro per fare una specie di scala. Posso anche impilare dei cubi d'acqua per nuotare verso l'alto. Oppure posso clonare un ragno che scende dal soffitto e usare il filo che ha creato come corda per arrampicarmi.
L'unico limite che ho è la magia a mia disposizione. Infatti, ogni oggetto e ogni mostro che creo mi costano dei punti magia. Una volta esauriti i punti, la replica più vecchia viene cancellata. Con il tempo, posso incrementare i punti magia a mia disposizione facendo degli upgrade e creare repliche sempre più evidenti.
La velocità con cui sblocco nuovi oggetti e nuovi mostri è decisamente elevata. Non faccio in tempo ad abituarmi a una replica, che trovo già l'oggetto o il nemico successivo da aggiungere alla mia collezione. Ti tanto in tanto scopro qualcosa che ribalta completamente il mio stile di gioco, a volte nel modo in cui affronto i combattimenti, oppure nel modo in cui mi muovo nel mondo o risolvo gli enigmi.
Tuttavia, più repliche sblocco, più i comandi si fanno complicati. Questo è dovuto principalmente alla macchinosità del menu, che ricorda la funzione di «sintesi» di «Tears of the Kingdom». Le repliche attivate mi compaiono su una linea orizzontale. Le posso ordinare secondo vari criteri, ad esempio in base all'ultima acquisita o alla frequenza d'uso. Dopo un po', dover scorrere in qua e in là con il mouse dà sui nervi. Rispetto a «Tears of the Kingdom», mi sarebbe piaciuto vedere qualche progresso nella navigazione nel menu.
A volte la raccolta delle repliche dei vari mostri mi ricorda «Pokémon». Durante il mio vagabondare per il mondo, incontro sempre nuove creature interessanti. Naturalmente mi interessa «catturarle» per mandarle a combattere o utilizzarle per altri scopi.
Ogni tanto vado alla deliberata ricerca di luoghi o anfratti remoti per scovare mostri fantastici. Un pipistrello caricato elettricamente? Mi sarà utile per tramortire gli avversari. Un gigantesco essere vegetale che si muove vorticosamente e scaraventa via i nemici con i suoi aculei? Mi tornerà senz'altro utile quando dovrò combattere contro grandi orde di nemici.
I vari mostri hanno anche dei livelli diversi e delle «tipologie» ben precise (fuoco, acqua, erba, ghiaccio, ecc.) rilevanti nei combattimenti. Nel gioco ha trovato posto anche un'enciclopedia simile al «Pokédex», che riporta informazioni interessanti sui mostri (e sugli oggetti). Il mio cuore «Pokémon» fa i salti di gioia.
E se la raccolta di mostri non fosse già una ragione sufficiente per essere felici, durante il gioco incontro anche uno scienziato pazzo che mi crea appositamente dei mostri-Frankenstein. Posso usare le bestie robotiche caricabili a molla nei combattimenti senza l'impiego della magia e insieme alle repliche dei mostri. Una formula particolarmente efficace nei combattimenti più impegnativi contro i boss.
Con lo scettro magico, Zelda non solo può copiaincollare mostri e nemici, ma può anche scatenare poteri telecinetici. Con la funzione «sincronia», la principessa può trasferire i suoi movimenti ad altri oggetti o mostri. Sarà così in grado di muovere avanti e indietro anche enormi massi. Oppure di spingere i nemici dentro a baratri e alla lava per ucciderli. È una funzione divertente che assomiglia un po' all'abilità magnetica di Link in «Breath of the Wild».
In alternativa, con la «sincronia» inversa posso trasferire a Zelda i movimenti di oggetti o mostri. Un esempio: se devo scalare una montagna ripida, uso la magia per evocare la replica di un ragno e mi aggancio a lui con la funzione di «sincronia». Man mano che l'insetto si arrampica sulla montagna, anche io vengo trascinata in cima. E così mi risparmio la fatica di arrampicarmi. Molto divertente.
I puristi di «The Legend of Zelda» possono tirare un sospiro di sollievo, almeno un po'. Anche la principessa non può fare a meno di qualche duello con la spada. Già dopo il primo dungeon, trova una spada magica che mi permette di attivare una «modalità spadaccino» in cui Zelda si controlla come Link e rotea la spada. Questo mi permette di partecipare in modo attivo ai combattimenti. Purtroppo, solo per pochi secondi. Dopo di che devo ricaricare la spada con le risorse magiche.
Ho la possibilità di aumentare gradualmente la durata di questa modalità. Ma anche dopo innumerevoli aggiornamenti, non sono proprio soddisfatto. Le risorse per la ricarica si trovano solo negli squarci interdimensionali. Di conseguenza, mentre esploro Hyrule la mia barra della magia per la modalità spadaccino è solitamente vuota.
Pertanto mi trovo spesso nella situazione in cui vorrei sguainare la spada per qualche istante, ma non posso farlo. La cosa è particolarmente frustrante quando le repliche evocate dei miei mostri si comportano in modo stupido, mancano i nemici oppure si bloccano. Cavolo, perché non uccidi quel moblin invece di sparargli senza beccarlo o restare fermo imbambolato?
Il mondo di «Echoes of Wisdom» è vasto, ma non eccessivamente esteso. Mi sono servite circa 25 ore per completare l'avventura. Nel frattempo, ho anche completato un bel po' di missioni secondarie e trovato la maggior parte degli oggetti da raccogliere.
Come in «Breath of the Wild» e «Tears of the Kingdom», sono libero di scegliere l'ordine in cui esploro le regioni e affronto i dungeon. Una libertà davvero rinfrancante in uno «Zelda» in 2D. A proposito dei dungeon: i dungeon generici e talvolta deludenti dell'era di «Breath of the Wild» sono ormai un ricordo del passato.
Come nei giochi precedenti della serie, i dungeon sono suddivisi per temi. Mi faccio strada combattendo e risolvendo enigmi tra l'altro in un dungeon di lava incandescente, un freddo dungeon di ghiaccio e un dungeon d'acqua nel territorio degli Zoras. Gli enigmi ricordano i classici giochi di «Zelda». L'iter risolutivo, invece, ricorda più la nuova meccanica di gioco aperta degli ultimi due spin-off per Switch.
Devo rovistare continuamente nel mio repertorio di repliche per trovare l'oggetto (o il mostro) giusto che possa aiutarmi a risolvere un enigma. Anche il sistema della «sincronia» mi è spesso d'aiuto per risolvere gli enigmi. Non c'è, comunque, una soluzione «giusta». Spesso combinando le mie repliche creo qualcosa che funziona per un pelo, ma che di sicuro non è l'opzione più immediata. Mi tornano in mente le mie misere creazioni e le soluzioni non convenzionali che ho usato in «Tears of the Kingdom». Fantastico.
I dungeon di «Echoes of Wisdom» sono situati negli squarci della misteriosa dimensione del «Nulla». Prima di affrontare un dungeon, devo entrare nello squarcio e combattere nella dimensione parallela per un breve tratto del gioco. Trovo alcuni squarci che danno accesso «Nulla» anche indipendentemente dai dungeon. In questi livelli il tempo si ferma e il mondo è letteralmente sottosopra. A volte trovo che gli strambi mini-dungeon siano ancora più avvincenti e riusciti dei dungeon più grandi.
A parte i dungeon e il «Nulla», nel Sopramondo di Hyrule ci sono innumerevoli grotte più piccole, tesori e segreti da scoprire. Mi aspettano anche svariati minigiochi e sfide. Quindi partecipo a una corsa di cavalli, mi alleno per combattere con una selezione limitata di repliche o raccolgo frutta il più velocemente possibile. Mitico!
Sono un po' deluso dal bottino che trovo nelle grotte o che ottengo come ricompensa per i minigiochi. Il più delle volte guadagno solo qualche rubino o qualche piccolo ingrediente per i frullati che posso usare per curarmi o rigenerare la mia magia. Tutte cose utili, ma non eccezionali.
«Echoes of Wisdom» è un gioco zuccheroso e bellissimo. A patto che ti piaccia il particolare stile grafico, che ricorda il remake per Switch di «Link's Awakening» (2019).
Un particolare punto di forza, per me, sono gli insediamenti. I villaggi abbondano di dettagli amorevoli e i teneri personaggi sono animati con umorismo e sono divertenti, grazie dialoghi scritti in modo spiritoso. Tutta questa ricchezza grafica è completata da una colonna sonora eccezionale, contraddistinta da melodie nostalgiche e da composizioni nuove di zecca con la qualità del tormentone.
È un peccato che la realizzazione tecnica non sia all'altezza dell'armonioso quadro d'insieme. Come già «Link's Awakening», prima di lui, anche «Echoes of Wisdom» funziona spesso a scatti. In particolare, nell'esteso Sopramondo la mia azione è stata più volte interrotta da brevi ma evidenti cali della frequenza di aggiornamento, sia quando giocavo sul portatile che nella docking station. Per fortuna la frequenza di aggiornamento irregolare non influisce negativamente sulla giocabilità: non sono mai morto a causa di uno stuttering o non ho mancato un salto difficile su una piattaforma.
«The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom» stravolge la formula collaudata di «Zelda» con uno scettro magico e i cloni «replicati». L'azzardato esperimento sul gameplay è riuscito, per buona parte. È divertente scoprire nuovi mostri e nuovi oggetti e provare a usarli sia in battaglia che nella risoluzione degli enigmi. Ogni tanto mi piacerebbe poter partecipare più attivamente ai combattimenti. La limitata «modalità spadaccino» appaga solo in parte il mio desiderio.
Il gameplay indovinato risente un po' di una navigazione nei menu farraginosa e di fastidiosi scatti. Se ne fossi capace, farei apparire una «Switch 2» con lo scettro magico di Zelda per giocare a «Echoes of Wisdom» su un hardware più potente e quindi senza problemi tecnici. Nonostante questi difetti, però, i fan della serie possono contare su un eccellente spin-off che fa molte cose in modo diverso, ma mantiene una certa familiarità.
Pro
Contro
Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.