![Shutterstock Shutterstock](/im/Files/7/6/6/3/3/2/0/1/shutterstock_251725835921.png?impolicy=teaser&resizeWidth=700&resizeHeight=350)
Trump è presidente, e vuole salvare TikTok
Dal 19 gennaio, negli Stati Uniti TikTok è ufficialmente vietato. Questo è quanto ha deciso la Corte suprema. Ora Donald Trump, diventato ufficialmente presidente il 20 gennaio, vuole ribaltare la decisione.
Negli Stati Uniti, l’app di social media TikTok è attualmente vietata. La Corte suprema degli USA si è pronunciata in ultima istanza. Premessa: la società madre di TikTok ha sede in Cina, e con questo non può sfuggire a un certo grado di controllo da parte del governo cinese. Secondo alcune accuse, l’app sarebbe stata utilizzata per manipolare le elezioni attraverso fake news e propaganda. Per questo motivo, il Senato e la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti hanno concordato un divieto.
Le attività statunitensi devono essere sotto il controllo degli Stati Uniti
Il governo statunitense ha chiesto che la società madre di TikTok, ByteDance, venda le sue attività negli USA a una società statunitense. Sarebbe questo il prerequisito fondamentale per poter continuare a utilizzare l’app. La nota di TikTok circa l’«assetto proprietario occidentale» (la maggior parte delle azioni sarebbero infatti in mano a società «occidentali», per esempio negli Stati caraibici) non ha convinto né il governo, né i tribunali.
Dopo il ricorso della società cinese davanti alla corte federale, il 19 gennaio è stata presa la decisione finale: niente più utilizzo se non in mano statunitense. Inizialmente, l’app non avrebbe più dovuto essere disponibile negli app store per evitare nuovi download. Allo stesso tempo, si sarebbero dovute gradualmente disattivare alcune funzioni dell’app per ridurre la sua attrattiva. Infine, secondo il presunto auspicio degli USA, a medio termine avrebbe dovuto essere sostituita da un’app statunitense. In realtà sono stati gli stessi proprietari a disattivare l’app, almeno negli Stati Uniti.
![Questo messaggio è apparso sui telefoni cellulari statunitensi a partire da sabato sera.](/im/Files/7/6/6/3/3/1/9/9/IMG_27276E076851-1.jpeg?impolicy=resize&resizeWidth=430)
Fonte: Michelle Brändle
Nella tarda serata di sabato, a chi apriva l’app su territorio USA appariva il messaggio seguente:
«Negli Stati Uniti è stata promulgata una legge che vieta TikTok. Purtroppo, ciò significa che per ora non puoi utilizzare TikTok. Siamo lieti che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione per ripristinare TikTok una volta entrato in carica».
Trump vuole ribaltare tutto «già oggi»: l’app è tornata
L’idea di disattivare autonomamente l’app, un giorno prima del termine, è stata presumibilmente un’operazione di puro calcolo. L’obiettivo era quello di massimizzare la protesta dell’opinione pubblica (negli Stati Uniti TikTok vanta circa 170 milioni di utenti) e quindi di aumentare la pressione sul nuovo governo statunitense. Tra gli utenti ci sono anche numerose aziende USA che utilizzano l’app a fini commerciali, non da ultimo per scopi di marketing.
Il neo presidente Donald Trump non ha perso tempo. Già in occasione del suo discorso di insediamento ha prospettato la possibilità di rinviare la messa al bando statunitense di altri 90 giorni con un decreto presidenziale. Questo dovrebbe dare a ByteDance, la società proprietaria di TikTok, il tempo di trovare un nuovo proprietario per le sue attività negli Stati Uniti. Gli esperti si chiedono se ciò sia legalmente ammissibile. Di norma, una tale tempistica può essere concessa solo se l’azienda si trova già in trattativa con un potenziale acquirente, consentendole quindi di concludere la vendita grazie al rinvio.
E alla fine arriva Musk?
Finora ByteDance ha escluso categoricamente la vendita dell’azienda, anche a Musk. Il miliardario Elon Musk, magnate tecnologico e stretto consigliere di Trump, era stato indicato come possibile acquirente. Laddove un rinvio fosse comunque possibile, e se ByteDance dovesse prendere in considerazione di vendere, un’acquisizione da parte di Musk non sarebbe un passo illogico.
Da un lato, il magnate sudafricano dispone degli spiccioli necessari per l’acquisto. Dall’altro, per lui un acquisto non sarebbe promettente soltanto da un punto di vista economico, ma anche in termini di influenza sul discorso politico pubblico, che ha già contribuito a plasmare dopo l’acquisto di Twitter/X. E, non da ultimo, questo gli permetterebbe di conquistare il favore del giovane elettorato statunitense nonché di mantenere buoni rapporti con il governo cinese, il che sarebbe nel suo interesse, dal momento che numerosi componenti dei suoi veicoli Tesla sono prodotti in Cina. Trump ha proposto un altro approccio, ovvero una partecipazione del governo a TikTok, e quindi gli USA come acquirenti dell’app.
Certo è che ByteDance ha rimesso in servizio l’app subito dopo l’annuncio di Trump. Negli Stati Uniti attualmente l’app ha ripreso a funzionare, ma continua a non essere ancora disponibile negli app store.
A 20 persone piace questo articolo
![User Avatar](/im/Files/7/5/1/6/1/6/3/2/portrait_florian_001.jpg?impolicy=avatar&resizeWidth=96)
![User Avatar](/im/Files/7/5/1/6/1/6/3/2/portrait_florian_001.jpg?impolicy=avatar&resizeWidth=80)
Da quando ho scoperto come attivare entrambi i canali telefonici sulla scheda ISDN per ottenere una maggiore larghezza di banda, sperimento con le reti digitali. Con quelle analogiche, invece, da quando so parlare. A Winterthur per scelta, con il cuore rossoblu.