WWDC di Apple il 10 giugno: cosa aspettarsi
Retroscena

WWDC di Apple il 10 giugno: cosa aspettarsi

Samuel Buchmann
27/3/2024
Traduzione: Rebecca Vassella

Quest'estate Apple entrerà nel campo dell'intelligenza artificiale generativa. Tim Cook è sotto pressione, ma ha qualche asso nella manica.

Apple ha annunciato la data della World Wide Developers Conference (WWDC) di quest'anno: si terrà dal 10 al 14 giugno 2024. Il primo giorno presenterà nuovi prodotti durante un keynote. Per quanto riguarda l'hardware, è probabile che il Mac Mini riceva il chip M3 e che sia ipotizzabile anche un Mac Studio M3 Ultra. Si vocifera anche dei nuovi AirPods, anche se questi tendono tradizionalmente ad essere lanciati a settembre insieme agli iPhone.

Ma la star della WWDC 2024 sarà il software. Oltre alle nuove versioni dei suoi sistemi operativi, Apple presenterà il suo ingresso nell'intelligenza artificiale generativa (IA). Non è ancora ufficiale, ma nel suo post su X per la WWDC, il responsabile marketing Greg Joswiak annuncia che la conferenza sarà «Absolutely Incredible» – AI, l'abbreviazione di Artificial Intelligence.

Greg Joswiak dissipa ogni dubbio sul fatto che Apple presenterà un'intelligenza artificiale alla WWDC. Di norma, «Absolutely» va scritto in minuscolo e il logo si illumina con i colori di Siri.
Greg Joswiak dissipa ogni dubbio sul fatto che Apple presenterà un'intelligenza artificiale alla WWDC. Di norma, «Absolutely» va scritto in minuscolo e il logo si illumina con i colori di Siri.
Fonte: Screenshot X / Greg Joswiak

La situazione di partenza

I californiani sono in ritardo con l'introduzione della loro IA: Microsoft ha già a bordo il leader di mercato OpenAI ed è in una gara testa a testa con Google per il miglior chatbot. Anche Meta ha lanciato da tempo il proprio Large Language Model (LLM). Solo Siri di Apple rimane indietro.

Tempus fugit. Apple deve svegliarsi. Sebbene il produttore di iPhone sia spesso in ritardo con le nuove tendenze, le implementa in modo più ponderato. Tuttavia, lo sviluppo dell'intelligenza artificiale sta progredendo così rapidamente che anche Cupertino è sotto pressione. A differenza dell'hardware, i chatbot possono essere sviluppati in laboratori ermetici solo in misura limitata. Solo test eseguiti su larga scala rivelano le debolezze. I primi giorni selvaggi di ChatGPT e Bard lo hanno dimostrato in modo impressionante.

Apple non vuole restare indietro

Il CEO Tim Cook lo sa bene. Dietro le quinte di Apple, lo sviluppo dell'intelligenza artificiale procede quindi a pieno ritmo da molto tempo. Mark Gurman di «Bloomberg» ha riferito l'estate scorsa su dei test interni di un «Apple GPT». Dato che sia i clienti che gli investitori stavano diventando impazienti, Cook si è persino lasciato andare a una conferma ufficiale nell'ultima earnings call dicendo che Apple introdurrà funzioni di intelligenza artificiale generativa quest'anno.

Una cosa del genere accade raramente. Di solito Apple lascia che le voci rimangano voci, e parla dei suoi prodotti solo quando sono pronti. Oltre al commento di Tim Cook, ci sono stati altri segnali che indicherebbero che Apple entrerà presto nel campo dell'intelligenza artificiale. Ad esempio, il fatto che abbia iniziato a utilizzare il termine. Fino a poco tempo fa, Apple parlava sempre e solo di «Machine Learning». Il nuovo MacBook Air M3 è improvvisamente «perfetto per l'IA». E quando un mese fa Apple ha cancellato il suo progetto automobilistico, la maggior parte del personale si è trasferita nel dipartimento per lo sviluppo dell'IA generativa.

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Apple seguirà finalmente la tendenza alla World Wide Developers Conference (WWDC). L'evento ruota attorno al software ed è quindi predestinato alla presentazione di una nuova intelligenza artificiale.

Quali caratteristiche dell'IA ci si aspetta

Come e dove Apple intenda utilizzare l'intelligenza artificiale generativa non è ancora chiaro. Girano diverse voci:

  • Siri: l'assistente vocale riceverà un nuovo cervello. Forse non diventerà un chatbot come ChatGPT, ma almeno sarà significativamente migliore di prima.
  • App: le applicazioni native di Apple come «Musica», «Pages» e «Keynote» riceveranno il supporto dell'intelligenza artificiale. Ad esempio, per creare playlist o riassumere testi, in modo simile all'integrazione di Bing in Office 365 di Microsoft.
  • Autocorrezione: la digitazione potrebbe essere più veloce grazie alla nuova IA, che è in grado di prevedere meglio parole e frasi.
  • Modifica delle immagini: Google e Samsung offrono già varie funzioni IA per la modifica delle immagini. Sembra inevitabile che Apple segua l'esempio.
  • Programmazione: è improbabile che i consumatori finali siano a conoscenza degli strumenti per lo sviluppo di applicazioni, ma lo stesso non si può dire degli sviluppatori. L'ambiente di programmazione Xcode riceverà un supporto completo per l'intelligenza artificiale.

Sviluppo proprio o aiuto dall'esterno?

Attualmente ci sono sempre più indicazioni che l'intelligenza artificiale generativa dietro le nuove funzionalità non provenga da Cupertino. Secondo il «New York Times» Apple è in trattative con Alphabet. Sono in corso colloqui anche con OpenAI. Alla fine, i LLM «Gemini» o «ChatGPT» potrebbero quindi far parte di Siri.

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L'IA potrebbe essere diversa a seconda della regione. Secondo il «China Daily», in Cina Apple sta valutando una cooperazione con Baidu. Tuttavia, non è ancora stato raggiunto un accordo.

Queste soluzioni non corrispondono alle normali ambizioni di Apple di avere un controllo completo sui propri prodotti e software. Tuttavia, non si tratterebbe della prima collaborazione con altre aziende tecnologiche. Apple, ad esempio, riceve 18 miliardi di dollari all'anno da Alphabet affinché Google rimanga il motore di ricerca predefinito sull'iPhone e Apple non ne sviluppi uno proprio.

È ipotizzabile che con l'IA generativa sarebbe lo stesso. Raggiungere OpenAI e Google con il proprio sviluppo sarebbe un compito erculeo e costoso. Una partnership sembra quindi allettante. Una domanda interessante è se le aziende di intelligenza artificiale dovranno pagare Apple per avere accesso agli utenti o se Apple pagherà i diritti di licenza per la tecnologia

Nonostante le trattative, un'intelligenza artificiale nativa di Apple non è ancora fuori discussione. Un rapporto di ricerca suggerisce che i californiani stanno ancora investendo notevoli risorse nello sviluppo del loro LLM. Il suo nome «MM1» non è spiegato in dettaglio, ma potrebbe stare per «MultiModal 1». In altre parole, il modello non gestisce solo testi, ma anche altri media come le immagini. Proprio come Gemini di Google.

Apple potrebbe fare meglio

Che si tratti di un modello proprio o di uno esterno, Apple potrebbe differenziarsi da concorrenti come Microsoft in vari modi:

  • Integrazione più profonda: poiché Apple produce il proprio hardware, l'IA può accedere a un maggior numero di funzioni. Questo comporta opportunità, ma anche un potenziale di abuso. Immagina se Siri potesse inviare denaro tramite Apple Pay con un comando vocale: pratico, ma pericoloso.
  • Elaborazione locale: dalla generazione M3, Apple ha aggiunto ulteriori capacità di intelligenza artificiale ai suoi chip. Anche il chip del prossimo iPhone 16 sarà progettato in quest'ottica. Ciò consentirebbe l'elaborazione locale, almeno per le richieste più semplici; i calcoli complessi continueranno a essere eseguiti nel cloud probabilmente.
  • Protezione dei dati: Apple si è da tempo concentrata sulla privacy. I californiani godono di maggiore fiducia rispetto ad altre grandi aziende tecnologiche, il che è importante quando si tratta di funzioni IA. Dopo tutto, gli utenti rivelano tutti i tipi di dati che possono finire in un cloud.
  • Cura dei contenuti: gli attuali chatbot forniscono spesso informazioni false, a volte senza citare le fonti. Apple potrebbe fare meglio, anche se porre dei vincoli potrebbe limitare le capacità.
  • Copyright: «Reuters» riporta che Apple vuole stringere accordi con le società di media per ottenere dati di addestramento per un modello di IA. Questo sarebbe in netto contrasto con la strategia di OpenAI e Google, che addestrano i loro modelli sull'intero web senza un'autorizzazione esplicita. OpenAI è già stata citata in giudizio dal «New York Times».
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Non sapremo con certezza quali voci sono vere fino a giugno. Sembrerebbe che molte cose verranno decise all'ultimo minuto, il che non è tipico per Apple. Sarà interessante vedere se Tim Cook riuscirà a soddisfare le grandi aspettative.

Immagine di copertina: Screenshot Keynote WWDC23 / Apple

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Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


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