Codici QR nei parchi giochi per la protezione dell’infanzia
Scatta, condividi e perdi il controllo. Una nuova campagna per la protezione dei bambini è stata lanciata nei parchi giochi e mette i genitori di fronte al problema della condivisione online delle immagini dei bambini.
Vuoi scattare una foto a tuo figlio che ride mentre scende dallo scivolo? Oppure mentre gioca con la sabbia e si è infangato dalla testa ai piedi? O immortalare i suoi progressi sull’altalena?
Durante lo scatto potresti ricevere un avviso di non postare la foto sui social media. Significa che la tua fotocamera ha inconsapevolmente inquadrato un adesivo con un codice QR. A prima vista il codice non è visibile, ma la fotocamera del tuo cellulare lo riconosce. Il messaggio push viene visualizzato e ti reindirizza a un sito web di prevenzione sul tema delle foto dei bambini online.
La richiesta cresce
Dallo scorso fine settimana, gli adesivi con i codici QR sono disponibili su scivoli, altalene e percorsi da arrampicata in due parchi giochi svizzeri, Heuried di Zurigo e Längmuur di Berna. Dietro al progetto vi è Protezione dell’infanzia Svizzera che desidera sensibilizzare i genitori sulla questione dello «sharenting». «Sharenting» deriva da «parenting» e «sharing» e si riferisce alla distribuzione di foto e video di bambini su Internet.
Per il momento, si tratta di un progetto pilota. La campagna «Privacy Playground» sarà presto estesa a tutta la Svizzera, afferma Tamara Parham, responsabile della comunicazione di Protezione dell’infanzia Svizzera. «La campagna sta procedendo a gonfie vele e abbiamo già ricevuto richieste da gestori di parchi giochi a Berna, Zurigo, Losanna e Ticino.» Centinaia di altri adesivi sono attualmente in fase di produzione e a medio termine, si prevede l’espansione ad altre strutture per il tempo libero come le piscine.
I genitori condividono più di 100 immagini all'anno
Coloro che accedono al sito web di «Privacy Playground» tramite codice QR vengono a conoscenza di fatti e cifre impressionanti e sorprendenti. Ad esempio:
- I genitori condividono una media di oltre 100 foto dei loro bambini sui social media ogni anno.
- Così facendo, mettono involontariamente i loro figli in pericolo: e-stalking, darknet, pedofilia, cyber-bullismo, ricatto online e cyber-grooming sono alcuni come esempi.
- Anche con un emoji sul viso del bambino, oggi la protezione non è più sufficiente in quanto esistono applicazioni che possono rimuoverlo e sostituirlo.
*Secondo l'articolo 16 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia i bambini hanno diritto alla privacy. I diritti fondamentali, che valgono anche per i bambini, garantiscono il diritto alla propria immagine e il diritto all'autodeterminazione. Questo significa che i genitori non possono pubblicare nulla senza il loro consenso. Tuttavia, da neonato, è alquanto difficile dire di no.
- I genitori devono essere consapevoli che il diritto all'autodeterminazione può essere rivendicato retroattivamente.
«Al parco giochi, i genitori non hanno via di scampo»
I fatti e cifre hanno lo scopo di smuovere la situazione anche se in realtà non sono elementi nuovi. I genitori che pubblicano le foto dei bambini online sono consapevoli del problema noto da anni, ma lo ignorano, dice Tamara Parham. «Con la campagna nei parchi giochi, non hanno via di scampo e si trovano di fronte al problema senza essere interpellati.»
Per Protezione dell’infanzia Svizzera è chiaro: condividere istantanee che mostrano bambini non va mai bene, senza eccezioni. «È stato dimostrato che le immagini sui siti pedo-criminali aumentano e anche le immagini più innocenti possono essere rielaborate» afferma Parham. Inoltre, pone l’attenzione sull'aumento del rischio di bullismo, che può essere un problema anche anni dopo che le foto sono state pubblicate online.
Secondo Parham, i genitori dovrebbero sempre porsi due importanti domande prima di condividere dei contenuti. Uno: il bambino è riconoscibile? Due: il bambino è d'accordo? «A partire da una certa età è importante parlarne» e fino ad allora è meglio non fare nulla.
Sondaggio sharenting
Ritieni giusto che i genitori condividano foto dei loro figli sui social media?
- Sì, oggigiorno è normale.4%
- Sì, a condizione che siano foto belle e non imbarazzanti.11%
- Sì, se il volto del bambino non è riconoscibile.17%
- Assolutamente no.57%
- Non saprei.11%
Il concorso è terminato.
Mamma di Anna ed Elsa, esperta di aperitivi, fanatica del fitness di gruppo, aspirante ballerina e amante del gossip. Spesso addetta al multitasking e persona che vuole tutto. Talvolta chef del cioccolato e regina del divano.