Samsung QN900D alla prova: l'IA a 8K è davvero convincente?
Test del prodotto

Samsung QN900D alla prova: l'IA a 8K è davvero convincente?

Luca Fontana
10/12/2024
Traduzione: Martina Russo

Con una risoluzione 8K e l'IA generativa, il Samsung QN900D promette un'esperienza di visione rivoluzionaria. Effettivamente, il nuovo processore garantisce un upscaling eccellente e una rappresentazione molto fluida delle immagini. Ma il QN900D ha anche evidenti punti deboli.

Full disclosure: il televisore per il test, ovvero la versione da 65 pollici del QN900D, mi è stato messo a disposizione da Samsung. Tuttavia, Samsung non influisce in alcun modo sul risultato del test, sulla mia valutazione e sulla procedura di prova.

Finalmente un televisore 8K. È raro che ne arrivino sul mio banco di prova (ovvero, nel mio salotto). Non senza motivo: mi è già stato detto più volte che i produttori non amano darmi televisori 8K da testare perché in più occasioni mi sono espresso negativamente sul poco senso dell'alta risoluzione.

Ad esempio qui:

  • Opinione

    Pixel-mania: perché non vale la pena acquistare un TV 8K

    di Luca Fontana

Il precedente articolo è di cinque anni fa e la mia opinione non è cambiata: ci sono ancora troppi pochi contenuti 8K per giustificare un televisore a 8K. I produttori pubblicizzano l'upscaling di sorgenti a bassa risoluzione a 7680×4320 pixel. Il che funziona ma, appunto, si vede che è contenuto ottenuto tramite estrapolazione. La differenza rispetto al 4K o all'UHD nativo è minima motivo per cui confermo la mia conclusione, ovvero che l'8K non vale (ancora) la pena.

Quindi, perché sto testando un altro televisore 8K? Per prima cosa, il mio ultimo test risale a oltre quattro anni fa e voglio vedere che cosa è cambiato dal punto di vista della tecnica. Seconda cosa: ora Samsung si affida all'IA generativa invece che all'interpolazione per «rivoluzionare» l'estrapolazione. Sono venuto a sapere della cosa di recente, in occasione di un evento mediatico:

Tutto carico, inizio la prova. Spoiler: l'IA generativa mi fa davvero impazzire. Per saperne di più, leggi la sezione «Upscaling». In compenso, il televisore 8K di Samsung ha un problema di tutt'altra natura, ovvero il blooming.

Design: snello e lineare, come piace a me

Samsung resta fedele al suo design elegante e moderno: bordi stretti, aspetto elegante e il particolare design «Infinity Air», che apprezzo particolarmente. Il telaio in alluminio sulla parte anteriore e il dorso in plastica nera sono un connubio perfetto, mentre il piedistallo curvo e ultrasottile garantisce grande stabilità. Il fatto che sia profondo 26 centimetri, tuttavia, potrebbe ridurre lo spazio a disposizione di una soundbar davanti al televisore.

In compenso, il televisore lascia sette centimetri liberi tra il bordo inferiore del pannello e il mobile, che è uno spazio sufficiente per la maggior parte delle soundbar. Ma se il sensore a infrarossi è coperto, la cosa diventa presto impraticabile.

Un piedistallo centrale e poco appariscente.
Un piedistallo centrale e poco appariscente.
Fonte: Luca Fontana

Il pacchetto include la One Connect Box di Samsung, che è di serie nei modelli di punta. Questo dispositivo sostituisce le solite connessioni del pannello: un unico cavo quasi invisibile collega la Box al televisore e fornisce alimentazione elettrica, insieme ai segnali audio e video. La Box può essere nascosta o fissata direttamente dietro il televisore su un'apposita staffa, facilitando così la gestione dei cavi.

Di lato il QN900D, con i suoi 1,5 centimetri, risulta ancora più stretto del suo predecessore e quasi sottile come i modelli QD-OLED di Samsung. Grazie all'hardware esterno, il pannello resta compatto nella parte inferiore ed è perfetto per il montaggio a parete, anche se per questo serve un supporto VESA 400×300, disponibile separatamente. Lo trovi nel nostro shop.

Il televisore 8K di Samsung è elegante anche di lato.
Il televisore 8K di Samsung è elegante anche di lato.
Fonte: Luca Fontana

Veniamo alle specifiche. Il QN900D di Samsung offre quanto segue:

  • 4 HDMI 2.1 (una con eARC)
  • 2 USB-A, 1 USB-C
  • 1 uscita Toslink
  • 1 porta LAN
  • 1 slot CI
  • connessioni dell'antenna
  • Bluetooth 5.3
  • WiFi 6E
  • Controllo vocale con Bixby

Tutti gli ingressi HDMI supportano HLG, HDR10 e HDR10+, solo il Dolby Vision è ancora escluso, un aspetto che secondo Samsung non cambierà nemmeno in futuro. Una volta Nathan Sheffield, già Head of TV and Audio Europe di Samsung, mi confessò: «Non sono sicuro di cosa il Dolby Vision aggiunga a Samsung che non abbiamo già».

  • Retroscena

    Il capo di Samsung TV: «Non ci serve il Dolby Vision per una buona immagine»

    di Luca Fontana

Dopo tutto, il QN900D supporta il Dolby Atmos, grazie alle membrane integrate nel pannello con un sistema di altoparlanti 6.2.4 e 90 watt di potenza in uscita, compreso il pass-through per i sistemi audio esterni. I formati audio DTS, invece, non sono supportati direttamente e non vengono inoltrati. Il televisore li emette invece come segnale Dolby multicanale PCM 5.1.

Misurazioni: ottima precisione dei colori, pessima luminosità

Stai per leggere informazioni molto tecniche. Per le mie misurazioni utilizzo lo strumento professionale di Portrait Display per classificare in modo oggettivo la qualità dell'immagine. Se dettagli e diagrammi non sono esattamente la tua passione, puoi leggere la versione breve qui di seguito e passare direttamente al capitolo «L'immagine: massima fedeltà cromatica, pessimo local dimming».

I principali risultati in sintesi:

  • Luminosità: la luminosità di picco di 1442 nit è piuttosto bassa per un televisore a mini LED. Anche la luminosità complessiva delle immagini bianche è più bassa del solito.
  • Contrasto: il contrasto è eccellente, anche grazie ai mini LED e al local dimming.
  • Copertura dello spazio colore: il QN900D copre bene i più comuni spazi colore SDR e HDR. L'immagine risulta quindi estremamente naturale.
  • Fedeltà cromatica: com'era prevedibile, la fedeltà cromatica è scarsa nella modalità standard mentre è eccellente nella modalità immagine Filmmaker.
  • Rifrazioni: anche se il Samsung QN900D non gestisce molto bene le rifrazioni come il modello OLED di punta Samsung S95D, ha comunque una funzione anti-rifrazione accettabile rispetto ai dispositivi di altri produttori.
L'effettiva luminosità, naturalezza e nitidezza di un televisore si misurano anche in numeri. Questo ha un vantaggio: i numeri sono più oggettivi di me.
L'effettiva luminosità, naturalezza e nitidezza di un televisore si misurano anche in numeri. Questo ha un vantaggio: i numeri sono più oggettivi di me.
Fonte: Luca Fontana

Per quanto riguarda i dati rilevati, ho misurato tutte le modalità dello schermo del televisore senza eseguire la calibrazione, ovvero nello stato in cui l'apparecchio esce dalla confezione. Ho fatto solo poche modifiche alle impostazioni:

  • Local dimming: «Standard»
  • Miglioramento del contrasto: «Off» (questo aumenta l'antiestetico effetto «blooming», maggiori informazioni in seguito)
  • Compressione dinamica HDR: «Statica» (selezionando «Attiva» l'immagine sarebbe più luminosa ma meno accurata).
  • Nitidezza: judder impostato a «5» e riduzione sfocatura a «10», altrimenti l'immagine va troppo a scatti. Riduzione del rumore su «Standard».
  • Ho disattivato tutti i controlli per il risparmio energetico e i controlli automatici della luminosità.

I valori migliori per tutti i tipi di contenuto sono quelli che ho ottenuto nella modalità Filmmaker, come è sempre il caso con Samsung. Tranne che per i videogiochi, per i quali dovresti sempre utilizzare la modalità Gaming a causa dell'input lag. Se stai cercando un buon televisore per il gaming trovi qui il mio articolo guida.

Luminosità massima

Diamo quindi un'occhiata alla luminosità del QN900D. Nel grafico che segue, lo confronto con il suo grande rivale a mini LED, il Bravia 9 di Sony. Per farlo, prendo un televisore mini LED di Samsung di due anni fa e il modello di punta OLED di Samsung di quest'anno – un confronto in realtà ingiusto, perché i televisori OLED, per la tecnologia che utilizzano, sono meno luminosi dei mini LED.

Il risultato: sconfortante.

Il modello di punta in 8K di Samsung, ovvero la linea arancione, è meno luminoso persino del mini LED UHD di Samsung del 2022. In termini di luminosità di picco, anche l'S95D di Samsung raggiunge un livello simile. Da un lato, ciò depone a favore dei televisori OLED. Dall'altro lato, però, mi sarei aspettato di più dal modello 8K, il televisore più costoso di Samsung al momento.

In concreto: il QN900D produce al massimo 1442 nit. Il suo diretto concorrente mini LED di Sony, qui alla prova, raggiunge l'incredibile valore di 3178 nit. Il più vecchio modello mini LED di Samsung con risoluzione UHD, che ho testato qui, arriva a 2104 nit. La luminosità di uno schermo intero bianco in un televisore 8K di Samsung è di 461 nit, 837 nit nei Sony e 658 nit nei vecchi televisori UHD di Samsung. Negli ambienti luminosi Sony è chiaramente in vantaggio.

Perché queste differenze di luminosità, anche tra i modelli 8K e UHD di Samsung? Non c'è una spiegazione ufficiale. Se dovessi azzardare un'ipotesi, direi che i pannelli 8K consumano più energia rispetto ai pannelli UHD, generando a loro volta più calore. Deduco quindi che Samsung limita la luminosità del suo modello 8K non solo per risparmiare corrente, ma anche per limitare lo sviluppo di calore e prevenire danni al pannello.

Bilanciamento del bianco, colori e toni di grigio

Diamo un'occhiata a come il nuovo prodotto di punta 8K di Samsung di quest'anno riproduce il bianco, i colori e le sfumature di grigio. Te lo spiego con tre domande:

  1. EOTF e bilanciamento del bianco: con quale accuratezza il televisore visualizza i toni di grigio neutri?
  2. Copertura dello spazio colore: quanti colori diversi riesce a visualizzare il televisore?
  3. Fedeltà dei colori: con quale precisione il televisore riproduce i colori?

Ognuno dei 33 milioni di pixel del Samsung QN900D è composto da un sub-pixel rosso, uno verde e uno blu. Il bianco si crea quando irradiano tutti nello stesso momento e con la stessa intensità. Quindi la massima luminosità è data dal bianco più chiaro, Mentre la luminosità più bassa crea il bianco più scuro o meglio, crea il nero. Nel mezzo ci sono diverse sfumature di grigio. Per questo motivo in inglese si parla della misurazione del «grayscale».

Maggiore è la differenza tra il punto immagine più chiaro e quello più scuro, migliori sono i valori di contrasto. Con un televisore OLED, non ho bisogno di misurare il contrasto perché i pixel OLED si possono spegnere completamente. Di conseguenza, il rapporto di contrasto tende all'infinito. Il QN900D di Samsung, invece, nella mia misurazione raggiunge un rapporto di contrasto di 398 812:1. Un valore eccellente per un televisore LCD.

Il grafico mostra che, indipendentemente dalla luminosità del bianco visualizzato, il bilanciamento RGB è sempre buono.
Il grafico mostra che, indipendentemente dalla luminosità del bianco visualizzato, il bilanciamento RGB è sempre buono.
Fonte: Luca Fontana

Finalmente un risultato positivo per il QN900D di Samsung: la misurazione della scala di grigi fornisce valori quasi perfetti. I toni di grigio non si discostano quasi dal valore target: misuro un DeltaE medio di 1,08, anche se nei toni di grigio più chiari la componente blu e rossa è leggermente troppo bassa e quella verde leggermente troppo alta. Tuttavia, lo scostamento è invisibile a un occhio non esperto. Per fare un confronto: il G4 di LG, in precedenza il miglior televisore nelle mie misurazioni della scala di grigi, ha ottenuto un DeltaE di 1,1.

Nella copertura degli spazi colore rilevo quanto segue:

  • Rec. 709: 100% (buona = 100%) – lo spazio colore standard per contenuti SDR come live TV, DVD e Blu-ray.
  • DCI-P3: 94,2% (buona = >90%) – lo spazio colore standard per i contenuti in HDR, ad esempio in HDR10 o Dolby Vision.
  • BT.2020: 75,75% (buona = >90%) – lo spazio colore del futuro. I contenuti attuali lo usano raramente o mai.

Il QN900D di Samsung fornisce un'ottima copertura del 94,2% anche nel caso dell'importante spazio cromatico DCI-P3. Si tratta di un valore di poco inferiore al 96,58% di copertura raggiunto dal G4 di LG, nella prova, o al 99,95% raggiunto anche dall'S95D di Samsung nella prova – I televisori (QD) OLED sono leggermente avvantaggiati in questo aspetto grazie alla loro tecnologia. Ma nella pratica non c'è nessuna differenza rilevante.

Per quel che riguarda la copertura dell'ampio spazio colore BT.2020, il modello di punta 8K di Samsung si comporta un po' meno bene, registrando un 75,75%. Non si tratta però di una sorpresa, ma di una conseguenza della tecnologia: attualmente solo i televisori QD-OLED come l'S95D di Samsung raggiungono una copertura del 90% dello spazio colore BT.2020. Proprio per questo motivo, il settore cinematografico e delle serie calibra i propri contenuti HDR nel più diffuso spazio colore DCI-P3. La copertura dello spazio BT.2020 serve quindi più che altro per capire se un televisore ha le carte in regola per affrontare il futuro.

A sinistra: la copertura DCI-P3 del QN900D. A destra: la fedeltà cromatica del QN900D nello spazio colore DCI-P3.
A sinistra: la copertura DCI-P3 del QN900D. A destra: la fedeltà cromatica del QN900D nello spazio colore DCI-P3.
Fonte: Luca Fontana

Ed eccoci alla terza domanda: la fedeltà cromatica. Questo valore indica la fedeltà con cui vengono rappresentati i colori. Come già in precedenza per la scala dei grigi, anche lo scostamento del televisore dal valore di riferimento è indicato con DeltaE. Le caselle bianche mostrano i colori di riferimento inviati al televisore dal generatore dell'immagine di test, mentre i puntini neri mostrano i colori effettivamente misurati.

Anche in questo caso, il televisore 8K di Samsung raggiunge un eccellente DeltaE di appena 1,49 – il valore migliore! Ad esempio, il G4 di LG ottiene qui un DeltaE di 2,95. Anche il Bravia 9 di Sony ha un DeltaE piuttosto mediocre di 4,07. Ricordiamo che Samsung non supporta il Dolby Vision, mentre LG e Sony sì. Fuori dalla confezione, cioè senza calibrazione, il Samsung nella modalità Filmmaker ha ancora una maggiore fedeltà cromatica rispetto al G4 di LG o al Bravia 9 di Sony in modalità Dolby Vision. Almeno a livello di numeri.

Rifrazioni

Di per sé, la rifrazione sullo schermo non si può misurare. Ma è comunque importante esaminarla nei test. Nel primo confronto, prendo un'immagine del mio test condotto sul Bravia 9 di Sony, un televisore mini LED. Le fotografie sono state scattate verso mezzogiorno e senza che io abbia oscurato ulteriormente la stanza.

Il chiaro vincitore è Samsung: nel display di destra del Bravia 9 di Sony, invece, non solo si vede chiaramente la lampada arancione ma anche il fotografo (io) e l'intero appartamento! A cui si aggiungono antiestetiche striature arcobaleno.

Quando ha lo schermo acceso, anche il Bravia 9 di Sony, con il suo picco di luminosità di oltre 3000 nit, è abbastanza luminoso da nascondere le striature e le rifrazioni anche nelle scene più buie. Ma non scompaiono mai del tutto. Nemmeno nel QN900D di Samsung, che ha una luminosità di picco di soli 1442 nit. Ma sono un po' meno visibili. Vedi, ad esempio, l'inizio di «Blade Runner 2049»:

Quest'anno la stessa Samsung ha dimostrato come gestire in modo perfetto le rifrazioni, anche se con il suo modello di punta OLED, l'S95D. Ecco il confronto con il televisore spento:

Non si tratta di un errore o di un ritocco, l'immagine di destra è realmente il display spento del Samsung S95D fotografato esattamente nello stesso modo. Riflessi? Rifrazioni? Nada. Ma nel mio soggiorno c'è molta luce. E adesso il confronto con la televisione accesa:

Sono anni che scrivo che negli ambienti luminosi i televisori LCD sono più adatti degli OLED, perché sono più luminosi. Poi arriva Samsung, applica una nuova finitura antiriflesso sul suo display e cambia tutto quello in cui credevamo finora. Dirò le cose come stanno: sentirò terribilmente la mancanza del rivestimento antiriflesso che Samsung aveva applicato ai suoi televisori QD-OLED in qualsiasi televisore che non abbia una soluzione equivalente.

L'immagine: massima fedeltà cromatica, pessimo local dimming

In quanto televisore mini LED, le immagini sono quindi meno luminose, ma offrono un'eccellente fedeltà cromatica. In teoria. Ma come stanno le cose in realtà?

E arriviamo al confronto diretto con l'attuale mini LED top di gamma di Sony, il Bravia 9, e con il modello OLED di punta di LG di quest'anno, il G4, per avere anche un raffronto con una tecnologia di display diversa. Ove opportuno, ho incluso anche confronti con altri televisori.

Se ti interessano i test degli altri televisori, li trovi qui:

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Local dimming e blooming

Sulla sua homepage, Samsung promette un controllo altamente preciso dei mini LED grazie a un processore migliorato e alla tecnologia Quantum Matrix Pro. In altre parole, il controllo delle zone di oscuramento locali dovrebbe essere più preciso che mai. Questa soluzione dovrebbe eliminare una volta per tutte l'effetto blooming nei televisori LCD con retroilluminazione a LED, ossia quell'alone luminoso che si crea intorno ai piccoli oggetti luminosi su uno sfondo scuro.

Sono anni che metto a dura prova i televisori con il mio test del local dimming e del blooming. Nel confronto che trovi sotto, basato sulla serie «Westworld», osserva il volto dell'uomo asiatico mentre si alza dal tavolo. O la camicia del sudamericano. O la zona scura a sinistra, vicino al viso della donna. O la luce sullo sfondo.

Fonte: UHD Blu-ray,«Westworld», stagione 2, episodio 2. Timestamp: 00:11:50.

Mi dispiace, Samsung, ma il risultato che produce qui il QN900D è insufficiente. Il primo confronto con un televisore 8K di LG del 2020 è la dimostrazione di come si possa peggiorare ulteriormente il local dimming: non avevo mai visto un televisore con un blooming così fastidioso. Ma il secondo confronto, con il Bravia 9 di Sony, mostra un quadro completamente diverso.

Nel Sony il nero appare davvero nero, mentre non c'è traccia di blooming. Nel Samsung, invece, il nero sembra un grigio scuro. E se guardo le aree luminose su sfondo scuro, nel Samsung il blooming è evidentissimo. Anche se il Bravia 9 di Sony ha un numero nettamente superiore di zone di oscuramento, ha anche una superficie d'immagine leggermente più ampia. Potrei quindi anche capire una leggera differenza di qualità. Ma non di più – non con un televisore che al momento costa circa 4700 franchi. Il Bravia 9 di Sony, il cui formato minimo è 75 pollici, costa invece «solo» 3799 franchi.

Nel terzo confronto con il predecessore a mini LED di Samsung del 2022, noto qualcosa di interessante: nonostante il numero significativamente inferiore di zone di oscuramento, il nero sembra più nero ma in compenso il blooming è più forte. A quanto pare, Samsung ha optato per un local dimming più aggressivo che determina neri più profondi e quindi valori di contrasto più elevati, ma anche un effetto blooming più accentuato in alcune aree. Per contro, questo potrebbe significare che il televisore 8K potrebbe mancare di grinta in alcuni punti.

Comunque sia, il controllo delle zone di oscuramento e la gestione del blooming del QN900D non sono purtroppo all'altezza.

Resa cromatica

Per testare la precisione dei colori di un televisore utilizzo spesso «Guardiani della Galassia, vol. 2». Una scena particolare è perfetta per questo: qui il televisore deve evidenziare i dettagli dei tatuaggi di Drax senza sovraesposizione, garantire un certo dinamismo dell'immagine e far risplendere il palazzo di Ego nell'intensa luce del tramonto. Il QN900K di Samsung cattura molto bene l'atmosfera volutamente kitsch da «golden hour» del pianeta che il regista voleva creare.

Rispetto al G4 di LG e al Bravia 9 di Sony, trovo che le immagini del Samsung siano un pelo troppo sbiadite. Come se mancasse quel tocco di incisività in più. Esattamente quello che temevo dopo il test del local dimming di cui sopra. Preferisco i toni caldi e dorati della pelle che trovo nell'LG e nel Sony, anche se l'immagine del Sony ha delle tonalità giallo-verdastre un po' troppo accentuate per i miei gusti.

Fonte: Disney+, «Guardiani della Galassia, Vol. 2». Timestamp: 00:56:47.

Per un ulteriore confronto, sono ricorso a una scena del film «Avatar – La via dell'acqua», caratterizzata da toni verdi e blu. Qui si nota che i due televisori mini LED di Samsung e Sony potrebbero avere colori più dinamici. Nell'OLED di LG le immagini risultano più nitide e d'effetto.

Fonte: Disney+, «Avatar – La via dell'acqua». Timestamp: 00:48:10.

Trovo quasi perfetto il mini LED di Samsung in «James Bond – Skyfall», nella scena in cui James e Q osservano un particolare dipinto nel museo: un'imponente nave da guerra ormai vetusta e destinata alla demolizione. Una sottile allusione alla situazione dello stesso Bond.

Il QN900D di Samsung mi appare piacevolmente caldo, caratteristica tipica della modalità Filmmaker molto accurata. Mi piace. Il G4 di LG e il Bravia 9 di Sony riproducono invece un'immagine leggermente più realistica. Mi riferisco in particolare al colorito della pelle, caratterizzato da un realistico colore rosato. Direi che è una questione di gusti. Poi c'è la carta da parati sullo sfondo: nella maggior parte dei test che faccio appare blu e non turchese.

Fonte: Apple TV+, «James Bond – Skyfall». Timestamp: 00:39:02.

Black crush e ombre

Come si comporta il televisore 8K di Samsung nelle scene buie? Per questo test, mi servo della prima scena di «Blade Runner 2049».

Anche se non era questo il mio obiettivo principale in questo test: di nuovo, la prima cosa che noto è l'effetto blooming sulla spalla destra del replicante Sapper Morton. E anche più tardi, quando è in piedi davanti fornelli con la finestra alle spalle. In questi casi il nero appare spesso come grigio scuro. Il Bravia 9 di Sony, anch'esso un televisore a mini LED, non ha problemi di blooming. Quindi non può essere un problema generalizzato di questa tecnologia e in ogni caso nei due televisori (QD) OLED di LG e Samsung di blooming non c'è neanche l'ombra.

A parte questo, però, tutti i televisori producono un'immagine meravigliosamente scura. Se giri una scena in controluce, è normale che i dettagli delle sagome nere vengano «inghiottiti», un effetto chiamato black crush. Che personalmente apprezzo.

Fonte: UHD Blu-ray, «Blade Runner 2049». Timestamp: 00:04:50.

Gradazioni di luminosità

Un ultimo test sull'immagine: la resa dei dettagli nelle aree luminose dell'immagine. Nel prossimo esempio tratto da «Jurassic World» sul QN900D di Samsung guarda il sole sullo sfondo: anche in una zona così chiara dell'immagine le gradazioni dei toni arancioni del cielo sono così sottili che si riconosce ancora la forma sferica del sole in cielo. E non si creano anelli bianchi visibili intorno al sole.

Fonte: UHD Blu-ray, «Jurassic World». Timestamp: 00:21:18.

Anche in questo ambito sia il Sony Bravia 9, che l'LG G4 e il Samsung S95D si difendono bene. Arrivo persino a dire che tutti e tre i modelli gestiscono la gradazione un po' meglio. Tuttavia, nell'LG per i contenuti HDR ho dovuto settare la gradazione uniforme su «Media».

Il processore: potente e dotato di intelligenza (artificiale)

Il processore TV costituisce l'unità di controllo centrale del televisore. Quindi il «cervello». Riceve i segnali video in entrata, li analizza e li prepara per la visualizzazione sullo schermo. Nel processo, ottimizza la qualità delle immagini riducendo il rumore, intensificando i colori, smussando i bordi, riproducendo i movimenti in modo più fluido e ricostruendo le informazioni mancanti dei pixel.

È proprio in questa fase che entra in gioco la nuova IA generativa di Samsung, sviluppata appositamente per il QN900D. Del resto, non c'è ancora praticamente nessun contenuto 8K nativo da trasmettere o ricevere. Di conseguenza quasi tutto quello che guardi su questo televisore viene upscalato, anche i contenuti UHD.

Motion processing e judder

È il momento dell'impegnativo test del judder a cui devono sottoporsi tutti i televisori da me testati. Il judder, un effetto a scatti o a sobbalzi visibile quando la telecamera si muove lentamente, è un fenomeno che può verificarsi con tutti i televisori. Il film «1917» di Sam Mendes, con le sue lunghe carrellate, è ideale per rilevare questo effetto. Nel confronto tra i due video fai attenzione soprattutto alle barre verticali del fienile: scorrono in modo fluido nell'immagine o presentano il già citato movimento a scatti?

Fonte: Blu-ray UHD, «1917». Timestamp: 00:42:25.

Il nuovo processore di Samsung mostra subito quello che vale: non c'è traccia di judder. Con questa prestazione il QN900D spodesta dal trono persino il G4 di LG, con il suo processore Alpha 11. Anche perché ho leggermente modificato le impostazioni predefinite in «Nitidezza»: judder a «5» e riduzione della sfocatura a «10». Il processore di Sony regge bene il confronto. Anche il processore di Samsung senza AI generativa dell'S95D. Ma questo esempio mostra quanto è potente il nuovo processore.

L'unica cosa fastidiosa è, ancora una volta, l'effetto blooming intorno alle travi di legno scure.

La prossima scena è tratta da «1917». Ancora una volta il lavoro di Mendes con la cinepresa costituisce una sfida immensa per la maggior parte dei processori. Soprattutto dove ci sono bordi che si stagliano netti contro uno sfondo sfocato, per esempio intorno agli elmi dei due soldati. Qui, sia il processore che i pixel devono reagire in modo incredibilmente veloce.

Fonte: Blu-ray UHD, «1917». Timestamp: 00:35:36.

Anche in questo esempio il nuovo processore di Samsung supera la concorrenza. Anche se di poco. Devo cercare con la lente per trovare delle differenze nella riproduzione molto fluida del movimento della macchina da presa.

Tempo di risposta dei pixel

Passiamo ora all'originale per Apple «For All Mankind». Qui mi interessa testare quanto tempo impiega un singolo pixel a cambiare colore. Se l'operazione non avviene con sufficiente rapidità, l'immagine ti appare sfocata: questo effetto è noto come «ghosting». Fai attenzione in particolare al testo visualizzato in basso a sinistra, quando la telecamera si sposta sulla superficie della luna.

Fonte: Apple TV+, «For All Mankind», stagione 1, episodio 5. Timestamp: 00:00:10.

Difficoltà? Nessuna. Eppure, rispunta di nuovo il fastidioso blooming intorno al razzo. Ma almeno i testi sovrimpressi sono sempre molto nitidi. Una cosa tutt'altro che scontata. Per farti capire cosa intendo, ho aggiunto alla fine del video un confronto con il modello C82 di TCL. Per correttezza, va detto che si tratta di un dispositivo più vecchio di due anni. L'esempio ha quindi solo lo scopo di chiarire la situazione, soprattutto perché TCL ha già ottenuto dei miglioramenti significativi nei modelli successivi.

Upscaling

Ora arriviamo al test più difficile: voglio scoprire fino a che punto il processore riesce a migliorare la qualità di sorgenti di bassa qualità, come i Blu-ray, la TV in diretta o «The Walking Dead». Questa serie è stata deliberatamente girata su pellicola da 16 mm per creare quell'atmosfera post-apocalittica di distruzione grazie a pellicole sgranate e rumore d'immagine. Guarda in particolare l'area scura tra i due nemici.

Fonte: Netflix, «The Walking Dead», stagione 7, episodio 1. Timestamp: 00:02:30.

Ok, non c'è altro modo per dirlo: il nuovo processore di Samsung è semplicemente pazzesco! Il rumore dell'immagine è totalmente assente. Non ci sono quasi artefatti da compressione. Per di più l'immagine è nitida, piacevolmente calda, ricca e al massimo un filo troppo rossa.

Le suddette imperfezioni sono appena visibili anche sul G4 di LG, ma il QN900D batte comunque il modello di punta di LG, almeno in questo ambito. Il Bravia 9 di Sony e l'S95D di Samsung restano nettamente indietro. E questo nonostante avessi provato a ridurre il rumore dell'immagine nelle impostazioni dell'S95D di Samsung.

Gaming: input lag e modalità Game

Misurando la correttezza del colore nella modalità Game, ottengo un ottimo Delta E medio di 3,28 (vedi «Bilanciamento del bianco, colori e toni di grigio» più in alto, se ti interessano maggiori dettagli su questo argomento). Questo è uno dei valori migliori che abbia mai misurato nella modalità Game di un televisore – anche meglio del G4 di LG.

Per quanto riguarda il tema dell'input lag, ovvero il ritardo di inserimento, con il dispositivo di misurazione di «Leo Bodnar» ho rilevato un input lag medio di ben 11,5 millisecondi in un'immagine UHD di 60 fotogrammi al secondo e HDR attivato. È un ottimo risultato, quasi allo stesso livello del G4 di LG, che qui raggiunge i 9,8 millisecondi. Il valore è anche inferiore ai 20 millisecondi che una modalità Game dovrebbe raggiungere nel 2024.

A parte questo, il televisore supporta anche tutte le funzioni più importanti per i gamer:

  • 4 porte HDMI 2.1 (4K 144 Hz)
  • Auto Low Latency Mode (ALLM)
  • Frame rate variabili (AMD FreeSync Premium Pro e HDMI Forum VRR)

A tal fine Samsung, proprio come Sony, LG, Philips, TCL e Panasonic, ha stretto una partnership con molti importanti studi di videogiochi. Il risultato è l'HGiG – HDR Gaming Interest Group. Secondo il produttore, questo dovrebbe garantire che l'HDR venga visualizzato come previsto dagli sviluppatori di giochi, ad esempio quando gioco a «Spider-Man 2» sulla mia PlayStation 5.

Fonte: PS5 Pro, «Spider-Man 2», modalità variabile 120 Hz, HDR, VRR e ray tracing attivati.

Quello che Samsung riesce a produrre è una vera goduria per gli occhi. Con la morbidezza data dai 120 fotogrammi al secondo, sfreccio tra i canyon urbani, anniento i nemici in accese battaglie grazie a un input lag minimo e fluttuo senza sforzo sullo skyline di New York. Colori vibranti, contrasti perfetti con neri ricchi e un'immagine affilata come un rasoio anche durante azioni frenetiche rendono la modalità Game un vero punto di forza.

Smart OS: Tizen

Samsung si affida a Tizen, completamente rivisto nel 2021 e che da allora ricorda molto Google TV. In sostanza, premendo il tasto Home ora si apre un'intera finestra piena di icone. Da qui è possibile accedere alle app sul tuo televisore o ai vari ingressi HDMI.

Fonte: Samsung Tizen.

In realtà non c'è molto altro da aggiungere. Come nel caso di Google TV, compaiono ancora fastidiose raccomandazioni di film e serie che non mi servono. Tuttavia, il potentissimo processore rende la navigazione tra i menu e tra le applicazioni molto fluida e reattiva.

E come gli anni scorsi, il modello attuale offre anche la modalità «Ambient». In questa modalità, il televisore passa a una sorta di modalità artistica in cui è possibile visualizzare un orologio, un dipinto o un'immagine in movimento. Poiché la luminosità dell'immagine si adatta alla luminosità ambientale, si ha quasi l'impressione di guardare un'immagine reale e non un display illuminato da LED (guarda il video fino alla fine). Con poco consumo di energia e una luminosità ridotta, in questo modo dai un nuovo senso a quel buco nero rettangolare in mezzo al soggiorno che normalmente costituisce un televisore spento.

In breve

Tra innovazione e delusione

Il QN900D di Samsung si distingue per l'eccellente elaborazione delle immagini e upscaling grazie all'IA generativa. In più c'è il nuovo processore, che supera brillantemente i miei judder test, rimuove facilmente ogni rumore di immagine e garantisce immagini estremamente fluide. Non c'è alcun dubbio: questi sono i processori per i televisori del futuro!

Ma la risoluzione 8K rende anche l'immagine più nitida? No. Per questo il televisore, con una diagonale di 65 pollici, risulta troppo piccolo: da una distanza di circa due metri e mezzo l'occhio umano non è in grado di percepire la massa molto più grande di pixel come tale.

A questo si aggiunge il fatto che il televisore 8K ha evidenti difficoltà con il local dimming. Soprattutto nelle scene scure con oggetti luminosi in primo piano le immagini vengono notevolmente sfocate dall'effetto blooming. Il modello di punta a 8K di Samsung offre immagini complessivamente soddisfacenti con un'eccellente fedeltà cromatica, ma non convince in tutti gli aspetti come invece mi aspetterei assolutamente visto il prezzo.

Pro

  • Eccellente upscaling grazie al processore IA generativo
  • Ottima fedeltà cromatica in modalità «Filmmaker»
  • Rapido tempo di risposta dei pixel, ghosting quasi assente
  • Design snello ed elegante con One Connect Box
  • Modalità di gioco reattiva con basso input lag

Contro

  • Local dimming debole con blooming evidente
  • Luminosità massima deludente per un televisore mini LED
  • Nessuno supporto Dolby Vision
  • Supporto audio DTS limitato
  • Prezzo elevato rispetto alle prestazioni offerte
Immagine di copertina: Luca Fontana

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La mia zona di comfort consiste in avventure nella natura e sport che mi spingono al limite. Per compensare mi godo anche momenti tranquilli leggendo un libro su intrighi pericolosi e oscuri assassinii di re. Sono un appassionato di colonne sonore dei film e ciò si sposa perfettamente con la mia passione per il cinema. Una cosa che voglio dire da sempre: «Io sono Groot». 


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