«Ti ricordi?» – le migliori caramelle della nostra infanzia
Retroscena

«Ti ricordi?» – le migliori caramelle della nostra infanzia

La redazione di Galaxus presenta le caramelle per cui impazziva e ricorda un'epoca spensierata.

«Ti ricordi la carta commestibile? Che schifo! Come facevamo a mangiarla?» o «Sapevi che dalle sigarette da masticare per bambini usciva il fumo quando ci soffiavi dentro?». Questo è un breve estratto delle nostre conversazioni durante la pausa pranzo riguardo alle caramelle assurde che ci hanno accompagnato nella nostra infanzia e di come ci hanno formato. Le mie colleghe e colleghi svelano gli aneddoti più dolci e raccontano perché amano le caramelle aspre.

Darina Schweizer: acida da sempre

Ancora oggi sono piuttosto acida, almeno per quanto riguarda le caramelle. Tutto è iniziato quando ero bambina. Più mi si contorceva il viso quando mangiavo caramelle, meglio era. Al primo posto c'erano i Fizzer: almeno due contemporaneamente e preferibilmente uno di colore viola, perché erano i più aspri. Li strofinavo così a lungo tra la lingua e il palato finché quest'ultimo non era ruvido e rosso. Capitava che ne risultavano afte dolorose. Non mi importava: mangiavo direttamente un altro rotolino, tanto mi faceva già male la bocca.

Subito dopo i Fizzer c'erano i Love Hearts. I loro messaggi profondi e altamente poetici, come «REAL LOVE» o «HUG ME», facevano battere il mio cuore preadolescenziale all'impazzata. Io e le mie amiche organizzavamo persino degli oracoli Love Hearts per prevedere il nostro futuro. Naturalmente, il processo era altamente scientifico. Quando il rubacuori della classe mi passava davanti, aprivo un dolcetto a caso (studio controllato randomizzato). Se poi c'era scritto «I LOVE YOU» il caso era chiaro: l'amore era reciproco e quindi sigillato.

Anche le PEZ erano molto popolari. Naturalmente, tra le caramelle con dispenser a forma di varie teste di animali e personaggi Disney, la mia preferita era quella al gusto di limone acido. La piccola rientranza in ogni caramella era pratica. Potevo infilarci la lingua e sfregare la caramella sul palato, precedentemente maltrattato dai Fizzer. A quanto pare ero una piccola masochista.

Queste non piacciono ai PEZ-zenti! Infatti, io le adoravo.
Queste non piacciono ai PEZ-zenti! Infatti, io le adoravo.
Fonte: Shutterstock

Lorenz Keller: «Droga di passaggio nella liquirizia»

All'epoca, un bastoncino nero costava 10 centesimi al chiosco. Da bambino non mi piaceva molto la liquirizia, almeno così pensavo. Invece, sgranocchiavo i pesciolini aspri (10 centesimi), le rane verdi con la pancia bianca spumosa (5 centesimi), le fragole gommose (10 centesimi) o le albicocche morbide e gelatinose (10 centesimi). A volte mi concedevo anche una lingua acida (20 centesimi).

A un certo punto devo aver provato per la prima volta un bastoncino di liquirizia ripieno, probabilmente me l'ha fatto assaggiare un compagno di scuola. È stata una rivelazione, un piacere triplicato. Per iniziare, staccavo con i denti il tappetto di zucchero duro. Poi versavo in bocca un po' del ripieno di cristalli di zucchero leggermente aspro. Infine, scioglievo piano piano il bastoncino di liquirizia con lo zucchero rimanente in bocca. Acquistavo un bastoncino di liquirizia ogni volta che passavo dal chiosco.

Fino a quando ho smesso di andarci. E nei supermercati di solito c'erano solo lumache di liquirizia o le miscele Haribo. Erano buone, ma in fondo ho sempre saputo che c'era qualcosa di meglio.

Qualche anno fa, in un negozio online di dolci, mi sono imbattuto nei Liquorice Flyers. E hanno davvero il sapore di allora: un dolce ricordo di quella che è decisamente la mia caramella preferita. Da qualche mese li abbiamo anche da noi in negozio. E devo stare molto attento a non ordinarli troppo spesso... Per quanto sia grande la confezione, si svuota sorprendentemente in fretta.

Il primo bastoncino di liquirizia è praticamente gratis.
Il primo bastoncino di liquirizia è praticamente gratis.
Fonte: Lorenz Keller

Patrick Vogt: sei così dolce quando fai l'acida

Da bambino ero un vero e proprio golosone. Bottigliette gommose alla coca cola, gomme da masticare Malabar, Pop Rocks e via dicendo: ce le avevo tutte. Ogni volta che mia nonna mi passava di nascosto qualche spicciolo, pochi minuti dopo ero al chiosco di fronte alla Migros per arricchire il mio assortimento di dolciumi – e papparmelo subito dopo.

Una delle prime caramelle preferite che mi viene in mente erano le cosiddette «Zehnermocken». Un tempo si chiamavano «Fünfermocken», poi «Zwanzigermocken». Il numero in tedesco indicava sempre il prezzo di 5, 10 o anche 20 centesimi. Per relativamente pochi soldi, ottenevi un buon rapporto qualità-prezzo: una porzione generosa di zucchero sotto forma di caramella appiccicosa e più o meno morbida a forma di sfera e di vari gusti come cioccolato, lampone o coca cola. Esistono ancora, oggi però si chiamano solo «Mocken».

Ho anche dei ricordi molto belli delle Tiki. Si potevano acquistare i cubetti in confezione da due per 20 centesimi al chiosco. Forse avremmo dovuto scioglierli in acqua, come probabilmente intendeva l'inventore. Preferivamo fare delle gare per vedere chi riusciva a mettere in bocca più cubetti Tiki senza schiumare dalla bocca. Non ricordo nemmeno quale fosse il mio record. Forse dovrei rifare una Tiki challenge...

Ammetto che non ero goloso solo da bambino – lo sono ancora oggi. Mi sono semplicemente specializzato un po' nel corso degli anni. Nel frattempo, sono passato all'aspro come la mia collega Darina. Perciò da qualche tempo sono alla ricerca di caramelle che mi facciano contorcere il viso e che siano troppo aspre persino per me. Non sono ancora riuscito a trovarle. Attualmente ho in bocca un teschio «Sour Madness». Ma dai, datemi la roba forte.

Patrick vorrebbe fare di nuovo una smorfia incontrollata – se solo trovasse una caramella abbastanza aspra.
Patrick vorrebbe fare di nuovo una smorfia incontrollata – se solo trovasse una caramella abbastanza aspra.
Fonte: Shutterstock

Stefanie Lechthaler: non potevano mancare i lecca-lecca

«Lollipop, Lollipop, Oh Lolli Lolli Lolli-Pop ‘POP’»: questa canzone potrebbe essere la colonna sonora della mia infanzia. Ma in realtà sono le canzoni della pubblicità delle caramelle. Le conoscevo tutte a memoria e non ne avevo mai abbastanza dei lecca-lecca. Più il lecca-lecca era dolce e artificiale, più mi piaceva. Ma ciò che mi catapultava direttamente nel paese dei balocchi erano le pazzesche guarnizioni che accompagnavano alcuni lecca-lecca.

La salsa aspra del lecca-lecca Bazooka? Datemela! La mangiavo direttamente dalla confezione. La polvere che esplode in bocca? Adoro! Ci impanavo l'intero lecca-lecca (soprattutto quello a forma di piede). E alla fine, naturalmente, la confezione doveva essere aperta e leccata per non sprecare nemmeno una briciola.

Il meglio dei due mondi. Darina guarnisce i serpenti acidi con la salsa Juicy Drop.
Il meglio dei due mondi. Darina guarnisce i serpenti acidi con la salsa Juicy Drop.
Fonte: Stefanie Lechthaler

Dopo aver mangiato le guarnizioni, il lecca-lecca era quasi insipido e noioso. Tranne, ovviamente, il lecca-lecca Flip e Lic. Con questo potevo fingere di brandire un coltello a farfalla nel cortile della scuola. Perché mai i bambini dovrebbero giocare con una cosa del genere?

Quali caramelle ti hanno accompagnato durante la tua infanzia e a quale tentazione non riesci a resistere ancora oggi? Scrivilo nei commenti.

Immagine di copertina: Stefanie Lechthaler

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Dipingere le pareti prima di lasciare l'appartamento? Preparare il kimchi in casa? Saldare il forno da raclette rotto? Riesco a fare tutto da sola? Non so, ma tentare non nuoce!


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