Progetto mezza maratona: ora mi alleno da seduto
Retroscena

Progetto mezza maratona: ora mi alleno da seduto

Durante la preparazione alla mezza maratona sono montato in sella alla mia bici per cambiare. E ho deviato un po' dal mio percorso.

Ebbene, ora è diventato realtà. Ho messo via le scarpe da corsa e sono montato in sella per prepararmi al Greifenseelauf. Se hai letto gli altri articoli della serie, forse ti ricordi che ad un certo punto mi è venuta l'idea di portare un po' di varietà nei miei allenamenti. Due settimane fa l'ho implementata. Una sera – i bimbi erano a letto, le faccende di casa fatte – ho deciso di liberare la mia bici dal garage e fare un giro in sella. Tuttavia, la mia impresa è stata ostacolata – purtroppo anche da me.

Mi frega la preparazione

Qualche tempo fa ho acquistato una e-mountain bike. E come forse sai, questo mi obbliga a «guidare con le luci diurne accese». Non sarebbe un problema, se fossero state almeno mezze cariche. Ovviamente non lo erano. Nemmeno cambiare velocemente batteria era possibile, dato che i modelli che ho devono tutti essere caricati tramite USB.

Quindi ho dovuto prendere il caricatore, collegarci le luci e sfruttare l'attesa involontaria per controllare la pressione delle gomme della mia mountain bike. E, come se il dio della corrente in persona avesse voluto darmi un segno, il manometro della pompa ha mostrato chiaramente che c'era troppo poca aria negli pneumatici della mia bici. Il mio riscaldamento prima del primo giro in bici, quindi, consisteva in movimenti di pompaggio eseguiti più o meno con entusiasmo. Vabbè, meglio di niente. Gli pneumatici erano di nuovo gonfi in tempi relativamente brevi e dopo circa 15 minuti avevo perso la pazienza anche per quanto riguarda le luci in carica. Così le ho attaccate mal caricate alla mia e-bike, ho indossato il casco, gli occhiali e sono partito.

Una batteria integrata non è sempre un vantaggio.
Una batteria integrata non è sempre un vantaggio.
Fonte: Claudio Candinas

Se fai parte di quel gruppo di persone a cui vengono i conati quando sentono parlare di e-bike o che pensano che non ci si possa allenare veramente con il supporto di un motore: si può (io, almeno)! La mia bicicletta ha un totale di cinque livelli di supporto. Questi spaziano da «muovi le chiappe, Claudio!» a «vuole anche un massaggio o un espresso durante il viaggio, signor Candinas?». Ero quindi molto fiducioso che sarei riuscito a controllare molto bene l'intensità della mia pedalata e della mia frequenza cardiaca.

A questo punto vorrei fare una breve digressione parlando delle colonne dei commenti dei miei ultimi articoli. La Community si è data da fare con i commenti, i consigli e anche le critiche riguardo alla mia personale zona di frequenza cardiaca. Grazie per l'interesse! Come sai, non sono, né sarò mai, un professionista. E come spero tutti, mi alleno nella frequenza più adatta a me – ovvero tra i 115 e i 125 battiti al minuto. Non me la lascio toccare (ancora) – così come io non tocco la tua. Affare fatto? Affare fatto.

I miei occhi sono over 40

Torniamo al punto. Erano ormai da poco passate le ore 20 e il mio primo allenamento in bici doveva portarmi attraverso il mio paese fino al vicino campo di aviazione all'estremità superiore del lago di Zurigo e poi di nuovo indietro. In teoria. Con l'imbrunire, però, la mia vista ha iniziato a cedere il posto al meritato sonno. E io, con il respiro pesante e mentre pedalavo con tutto me stesso, non riuscivo, non potevo o non volevo più distinguere tra i cartelli delle piste ciclabili e quelli dei sentieri per mountain bike. Così mi sono perso nella nostra montagna locale (da grigionese mi sembra piuttosto una collina, ma non importa), su un sentiero ripido e scomodo che non solo ha richiesto molto sforzo fisico, ma per un attimo mi ha anche fatto temere per la mia incolumità.

Ho cercato di mantenere la calma e di concentrarmi sul respiro e i pochi metri davanti a me. L'unico problema è che la batteria delle luci si stava esaurendo e si sarebbero spente nei prossimi cinque o dieci minuti. E così, come previsto, ho dovuto dire addio al faro di luce davanti alla bicicletta e affrontare il mio giro lento e incerto al buio. Avere pazienza durante la preparazione non avrebbe sicuramente guastato…

Anche se guardandomi non si direbbe, qui era ancora tutto a posto.
Anche se guardandomi non si direbbe, qui era ancora tutto a posto.
Fonte: Claudio Candinas

Ce l'ho fatta

Ho iniziato a maledire la tecnologia moderna, anche se ero pienamente consapevole del fatto che non ero in quella situazione per colpa sua. Dopo aver condiviso con il bosco più volte tutte le parolacce e imprecazioni nel mio repertorio, sono finalmente arrivato ai piedi della montagna (della collina) e potevo percorrere una normale pista ciclabile. Ho tirato un bel respiro di sollievo. Ho percorso gli ultimi chilometri fino a casa con sentimenti contrastanti: da un lato ero felice di aver superato indenne la mia involontaria escursione su un terreno accidentato, dall'altro avevo i sensi di colpa perché stavo guidando lungo una strada principale senza luci. Per fortuna il poliziotto del paese in cui vivo è più un personaggio delle favole che una vera e propria autorità di pattugliamento. Ciononostante, la mia frequenza cardiaca è rimasta elevata. Dopo poco meno di un'ora e mezza ero di nuovo a casa. Ero esausto, ma felice di aver apportato varietà alla mia routine quotidiana di allenamento e di essere sopravvissuto indenne.

Il mio primo allenamento in bicicletta.
Il mio primo allenamento in bicicletta.
Fonte: Claudio Candinas

Bici sì, cibo non ancora

Sicuramente continuerò a integrare la bicicletta nel mio piano di allenamento. Inoltre, questo giro mi ha convinto dei vantaggi dell'e-bike come strumento di allenamento. Nel mio caso, sono riuscito a portare a termine una sessione di allenamento di comprovata intensità e a percorrere allo stesso tempo una distanza decisamente lunga. Non sarei riuscito a farlo su una bicicletta senza assistenza. Per me quindi è un sì. Tuttavia, non vedo l'ora che arrivino le prossime sessioni di corsa, che, per come le vivo io, sanno più di un vero allenamento. Spero che tutti gli appassionati di ciclismo mi perdonino questa affermazione.

Una cosa che purtroppo ancora non sono in grado di gestire, invece, è il mangiare. Ma ho già un piano anche per questo. Farò tesoro dell'«articolo assai ispiratore del collega Oliver Fischer» e cercherò di seguire il suo esempio con la mia dieta. A lui va alla grande e questo motiva anche me. Inoltre, dovrei davvero iniziare a rafforzare le mie articolazioni. Fortunatamente, ci sono diversi esercizi che posso fare comodamente anche a casa. Ma come dicevano già i New Kids on the Block nel 1990: Step by Step.

Ho imparato molto nelle ultime due settimane:

  • ho sottovalutato l'allenamento in bicicletta
  • la preparazione è tutto - vale anche per l'equipaggiamento
  • il mio rapporto con il cibo potrebbe ancora farmi un brutto scherzo

Vuoi seguire Oliver e me in quest'avventura verso la mezza maratona? Ecco una panoramica dei passi che abbiamo fatto finora.

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Immagine di copertina: Claudio Candinas

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