«Skull and Bones» fa acqua da tutte le parti – preferisco giocare a «Black Flag»
28/2/2024
Traduzione: Rebecca Vassella
«Skull and Bones» dà una seconda vita al decennale «Assassin's Creed: Black Flag». Ci sono dei motivi se noi gamer preferiamo giocare a un gioco di pirati datato.
La disillusione non ha tardato ad arrivare. Ho atteso «Skull and Bones» per anni e, nonostante tutte le previsioni negative, non ho smesso di sperare. Poi ho capito che «Skull and Bones» mostra soprattutto come non dovrebbe essere un gioco di pirati. Puoi leggere di più su questo argomento nella recensione del mio collega Phil.
Il numero di utenti del «gioco AAAA» dimostra che molti gamer la pensano allo stesso modo. Finora, l'avventura piratesca live service non è riuscita a superare il marchio del milione di giocatori. Allo stesso tempo, il numero di gamer del predecessore spirituale «Assassin's Creed: Black Flag» sta crescendo ed è aumentato di oltre il 200% durante l'uscita di «Skull and Bones». I giocatori vorrebbero indossare i panni di un pirata, ma non nel mondo di «Skull and Bones».
Questo conferma la mia impressione personale, nonché quello che sento dire: se vuoi un'avventura piratesca vera e propria, dovresti giocare a «Black Flag» piuttosto che a «Skull and Bones», nonostante l'anno di uscita. Credo che «Skull and Bones» riesca soprattutto in una cosa: mostrare quanto fosse davvero buono «Assassin's Creed: Black Flag».
Sentimento di potere nei Caraibi
Mentre «Skull and Bones» è un gioco live service progettato per tenere i gamer incollati allo schermo il più a lungo possibile con stagioni regolari, «Black Flag» è un gioco per giocatore singolo incentrato sulla storia. La posizione di partenza è quindi diversa. Non li paragonerei se «Skull and Bones» non fosse stato etichettato all'inizio come uno spin-off di «Black Flag». L'influenza di «Black Flag» non può essere negata; alcuni meccanismi sono addirittura stati adottati pari pari. Ecco perché sono ancora più deluso dal fatto che un gioco con dieci anni di sviluppo e un budget di 200 milioni di dollari non possa reggere il confronto con il suo fratello maggiore.
Prendiamo ad esempio le sequenze: «Black Flag» ha animazioni più credibili, personaggi più vividi e dialoghi più convincenti. «Skull and Bones» cerca di introdurre un aspetto RPG con le opzioni di dialogo, ma queste non influenzano quasi mai la trama. Non importa cosa clicco, il PNG dall'altra parte agirà comunque allo stesso modo.
Un altro esempio è il mondo in cui si svolgono le storie: i Caraibi di «Black Flag» sono di una bellezza mozzafiato, vibranti ed esplorabili quasi senza soluzione di continuità. Posso lasciare il timone in qualsiasi momento, tuffarmi in mare e nuotare a riva per esplorare un'isola. Le schermate di caricamento sono rare e posso anche salire a bordo di altre navi.
In «Skull and Bones» controllo una nave, non una persona. Navigo costantemente accanto a coste boscose o a fonderie apparentemente affollate e penso: «Mi piacerebbe esplorare questo posto a piedi». Ma il personaggio può muoversi solo in posti isolati e nascosti dietro schermate di caricamento ed è molto limitato nelle sue azioni. È costretto a fare cose fastidiose, ma di questo parleremo più avanti.
«Black Flag» si concentra sulle cose divertenti della vita piratesca (altamente romanticizzata): navigare cantando canti marinareschi, inseguire navi mercantili, sparare con i cannoni, assalire navi con una corda, esplorare isole, picchiare ruffiani, conquistare forti, saccheggiare naufragi, cercare tesori, cacciare animali selvatici e bere rum con i miei amici pirati. Ho tutto il mondo a disposizione e nessuno può fermarmi.
Questo sentimento di potere è l'aspetto allettante di «Black Flag». In questo gioco posso perdermi, dimenticare il tempo e, per quanto possa sembrare semplice, essere un pirata.
Pentola di cottura invece di battaglia navale
Purtroppo, «Skull and Bones» non riesce a trasmettere questa sensazione. Invece di sentirmi un pirata, mi sento uno mozzo. Cerco faticosamente i piani di costruzione, raccolgo le risorse in un mini-gioco poco fantasioso, costruisco lo scafo di una nuova nave dal fabbro e poi cucino al mio equipaggio il loro dannato pesce. Durante tutto il processo, devo fare attenzione a non riempire troppo il mio inventario. Immagina Capitan Jack Sparrow – un vero pirata – che svolge uno di questi compiti. Appunto...
Quando salpo, muovo la mia nave in direzione di un'icona luminosa per consegnare un pacco o per parlare con qualcuno. Non sono lavori particolarmente entusiasmanti per un pirata. Se mi trovo in una battaglia navale, ho a disposizione un ampio arsenale di armi. Ma ogni volta che vedo il numero di danni dei miei attacchi e il vacillare della barra della salute del mio avversario, vengo sopraffatto da tristezza e noia. Voglio sparare, non frantumare.
Con «Black Flag» non è così, anche se il mio arsenale è molto limitato. Ciononostante mi sento molto più potente quando la mia bordata trafigge la nave nemica e il mio ponte superiore viene avvolto dal fumo. Punto agilmente i cannoni rotabili più piccoli sui punti deboli dell'avversario e accoltello il capitano quando assalgo la sua nave (non è un semplice intermezzo!).
Anche le battaglie navali sono meglio in «Assassin's Creed: Black Flag». Quindi, invece di aspettare che la barra della resistenza del mio equipaggio si ricarichi per poter navigare di nuovo a tutta velocità, preferisco reinstallare un gioco vecchio di dieci anni.
Questo potrebbe tra l'altro essere completamente rivisto nei prossimi anni e riproposto come remake. Almeno le voci su «Project Obsidian» circolano su Internet da fonti attendibili. Se il gioiello «Assassin's Creed: Black Flag» abbia davvero bisogno di un remake è una discussione da affrontare in un altro momento. Ma fino ad allora, come migliaia di gamer nell'Animus, salperò per i Caraibi. A tutta velocità!
Immagine di copertina: Ubisoft
Valentin Oberholzer
Freier Autor
I miei ritiri hanno nomi come Terra di Mezzo, Skyrim e Azeroth. Se devo separarmi da loro a causa di obblighi della vita reale, le loro epiche colonne sonore mi accompagnano nella vita di tutti i giorni, ai LAN party e durante le sessioni di D&D.