Apple Vision Pro alla prova: magico ma solitario
Test del prodotto

Apple Vision Pro alla prova: magico ma solitario

Samuel Buchmann
7/2/2024
Traduzione: Giulia Gobbo

Il nuovo visore di Apple è la rivoluzione dell'informatica o solo un giocattolo costoso? Ho trascorso alcune ore a cercare il futuro nel Vision Pro. Ho trovato genialità, potenziale e vicoli ciechi.

«Non esistono cuffie per video», disse una volta Steve Jobs. 19 anni dopo Apple le costruisce: è arrivato il Vision Pro, un visore per la realtà virtuale (VR) e aumentata (AR), che il marketing di Cupertino definisce un «computer spaziale». Per ora è disponibile solo negli Stati Uniti. Probabilmente ci vorranno mesi prima che arrivi in Europa.

Dopo l'annuncio ero scettico sul fatto che il Vision Pro offrisse un valore aggiunto. Ora ho potuto provarlo per qualche ora e mi trovo di fronte a un paradosso. Molte delle mie paure si sono avverate. Con un prezzo di almeno 3500 dollari, il Vision Pro è un prodotto irrazionale. Ma lo voglio comunque.

Prima impressione incantevole

Mi trovo nella veranda del cliente di Digitec Galaxus René Vogel. Il fan di Apple ha acquistato il Vision Pro a New York e me lo ha fatto provare per qualche ora. Lui ne è molto entusiasta, come spiega nell'intervista che leggerai presto.

Anche io sono rimasto stupito quando ho indossato il Vision Pro per la prima volta. In modalità standard il visore mi fa credere di guardare attraverso degli occhiali trasparenti. Per ottenere questo effetto, delle fotocamere riprendono l'ambiente che mi circonda e lo trasmettono in diretta ai display che ho davanti agli occhi. Si tratta della cosiddetta modalità passthrough. Nello spazio fisico fluttuano menu digitali, finestre e oggetti tridimensionali, che sono fermi nella stanza come se fossero reali. Non percepisco alcuna latenza tra la realtà e ciò che vedo.

René mi fa una breve introduzione, poi mi immergo.
René mi fa una breve introduzione, poi mi immergo.
Fonte: David Lee

All'inizio il controllo sembra magico: non ho bisogno di alcun controller. Il mio sguardo è il cursore e la mia mano è il pulsante del mouse. Per selezionare qualcosa devo guardarla e avvicinare il pollice all'indice. Non importa dove lo faccio, basta che sia nel campo visivo del visore. Posso tenere fermi degli oggetti e spostarli nella stanza. Con due mani faccio lo zoom. Il concetto è intuitivo, simile al multi-touch su uno smartphone.

Dopo i primi cinque minuti rimango senza parole. Sto provando un prodotto rivoluzionario come il primo iPhone?

Ottime prestazioni tecniche

Alcuni parallelismi sono innegabili. Come con l'iPhone, con il Vision Pro Apple non ha inventato una nuova categoria di prodotti. Si tratta di un visore VR con simulazione AR, anche se Tim Cook lo definisce spesso un «computer spaziale». L'idea di base è la stessa del Meta Quest Pro, che ho testato più di un anno fa.

  • Test del prodotto

    Meta Quest Pro alla prova: prototipo più che dispositivo finito

    di Samuel Buchmann

Come per la maggior parte dei prodotti Apple, la rivoluzione sta nell'implementazione. Il Vision Pro è il primo visore VR che non voglio togliere dopo mezz'ora. Proprio come l'iPhone, il primo smartphone che ho davvero voluto usare.

Cinque cose rendono il Vision Pro migliore di qualsiasi altro prodotto precedente:

  1. Qualità dell'immagine e del suono: il più grande vantaggio del Vision Pro è la risoluzione dei display e la qualità dell'immagine delle fotocamere. Ho già indossato diversi visori, ma quello di Apple è di un livello completamente diverso. Per la prima volta i contenuti virtuali appaiono davvero nitidi e posso guardare facilmente il mio smartphone in modalità passthrough. Anche gli altoparlanti integrati sono più potenti e migliori di quelli della concorrenza e la precisione dell'audio spaziale è impressionante.
  2. Controllo: posso controllare il Vision Pro solo con le mani. Niente controller che devo ricaricare o che non trovo perché li ho dimenticati in cucina accanto alla macchina del caffè. Sembra banale, ma è una rivelazione. Soprattutto quando uso il visore in modalità passthrough e ho bisogno delle mani per altre cose.
Dopo poco tempo capisco il funzionamento del controllo, che è intuitivo come un touchscreen.
Dopo poco tempo capisco il funzionamento del controllo, che è intuitivo come un touchscreen.
Fonte: David Lee
  1. Integrazione nell'ecosistema: il visore si inserisce perfettamente nell'ecosistema di Apple. Ho subito a disposizione tutti i miei contatti, i messaggi e i segnalibri. Il mio MacBook si collega senza strumenti aggiuntivi. Il touchpad e la tastiera non funzionano solo sull'interfaccia di MacOS, ma anche nelle app del visore. Copio testi, foto o file senza problemi tra i diversi sistemi, come se fossero una cosa sola. L'intera esperienza sembra formata da un unico pezzo.
  2. Comfort: altri visori mi fanno venire il mal di testa o la nausea dopo al massimo un'ora. Con il Vision Pro non mi succede, neanche dopo tre ore di fila. Nonostante il peso di oltre 600 grammi lo trovo sorprendentemente comodo. Il Solo Knit Band richiede una pressione relativamente elevata sul viso per evitare che il visore scivoli. Per le sessioni più lunghe ti consiglio il Dual Loop Band, che sposta parte del peso sulla parte superiore della testa, ma ti rovina di più l'acconciatura.
Il Dual Loop Band ha meno stile rispetto al Solo Knit Band, ma è più comodo.
Il Dual Loop Band ha meno stile rispetto al Solo Knit Band, ma è più comodo.
Fonte: David Lee
  1. Dettagli: oltre alle caratteristiche che fanno notizia, Apple fa meglio molte altre piccole cose. I diversi cuscinetti assicurano una vestibilità ottimale per ogni forma del viso. Possono essere fissati magneticamente e sostituiti facilmente. Per chi porta gli occhiali come me, esistono inserti per la correzione della vista individuali. Il Vision Pro misura automaticamente la distanza interpupillare e regola le lenti di conseguenza. I chip M2 e R1 sono potenti e allo stesso tempo efficienti. Non sento mai nessuna ventola. I dettagli funzionali sono completati da un design elegante e da una sensazione al tatto e una lavorazione eccezionali.

Queste ottime prestazioni tecniche sono costose. Molto costose. Negli Stati Uniti il Vision Pro costa 3499 dollari nella versione base con 256 gigabyte di memoria. Se desideri 1 terabyte il prezzo sale a 3899 dollari. Se sei miope come me devi pagare altri 149 dollari per gli inserti per la correzione della vista. Vuoi una custodia o una batteria di ricambio? Altri 199 dollari ciascuna. Infine si aggiunge l'imposta sul valore aggiunto e in Europa probabilmente il consueto sovrapprezzo di Apple di circa il dieci percento.

In Svizzera un Vision Pro con 512 GB di memoria e alcuni accessori probabilmente costerà oltre 4500 franchi. Le importazioni private dagli Stati Uniti vengono attualmente vendute per almeno 5500 franchi.

Magia fragile e vicoli ciechi

A questo prezzo ottieni il migliore visore VR che esiste. Ma questo non lo rende assolutamente un prodotto perfetto. L'incantesimo del Vision Pro è fragile e ci sono cose che lo spezzano temporaneamente. Apple potrebbe migliorare alcuni di questi aspetti nelle generazioni future. Altri sono vicoli ciechi nel concetto.

Aspetti con potenziale di miglioramento:

  • Qualità dell'immagine: la risoluzione dei display virtuali è buona, ma gli schermi reali sono comunque migliori. Inoltre il Vision Pro produce un'immagine nitida solo dove sto guardando. Questo fenomeno si chiama «foveated rendering» e consente di risparmiare sulle prestazioni grafiche. Tuttavia l'area di nitidezza è troppo piccola per me per alcune applicazioni, perché non si adatta immediatamente quando cambio la direzione di visione. Inoltre, i riflessi luminosi a volte causano anche fastidiosi riflessi nelle lenti.
Foveated rendering: sto guardando l'immagine di copertina dell'articolo in alto. Ai bordi il Vision Pro non mette a fuoco l'immagine. In realtà la situazione è meno drammatica di quanto appare in questa immagine. Lo noto solo raramente.
Foveated rendering: sto guardando l'immagine di copertina dell'articolo in alto. Ai bordi il Vision Pro non mette a fuoco l'immagine. In realtà la situazione è meno drammatica di quanto appare in questa immagine. Lo noto solo raramente.
Fonte: Samuel Buchmann
  • Campo visivo: Apple non fornisce informazioni specifiche, ma il campo visivo del Vision Pro sembra più stretto rispetto a quello del Meta Quest 3. Secondo la mia stima è di circa 100 gradi. Non dà troppo fastidio, ma non è nemmeno eccezionale. È come guardare il mondo con degli occhiali da sub.
  • Precisione del tracciamento degli occhi e delle mani: le ambizioni di Apple superano le possibilità della tecnologia. L'interfaccia del sistema operativo VisionOS richiede un livello di precisione che il tracciamento può raggiungere solo nel 95 percento dei casi. Nel restante cinque percento non seleziono un elemento anche se lo sto guardando. Oppure la fotocamera non riconosce il tocco delle mie dita. Entrambi mi fanno uscire dal flow.
Flashback alle cuffie cablate: la batteria del Vision Pro è esterna. Almeno il cavo è bello rigido e non si arriccia. Quando mi muovo ripongo la batteria nella tasca dei pantaloni.
Flashback alle cuffie cablate: la batteria del Vision Pro è esterna. Almeno il cavo è bello rigido e non si arriccia. Quando mi muovo ripongo la batteria nella tasca dei pantaloni.
Fonte: David Lee
  • Durata della batteria: potrebbe essere migliore. Non credo che sia ancora un grosso problema. Dopo tre ore di prova la batteria aveva ancora il 20 percento. Se sono fermo posso anche collegare il visore alla presa tramite USB-C mentre è in funzione.
  • EyeSight: quando guardo una persona il Vision Pro proietta una versione virtuale degli occhi sul display esterno. Nel mio caso quelli di René, perché nel visore è memorizzata una scansione della sua testa. La presentazione è piuttosto scura e inquietante. Funziona solo con un'angolazione limitata. Il video teardown di iFixit mostra perché:
  • Personas: siccome il Vision Pro può vedere il viso solo da vicino, per le videochiamate deve affidarsi alle scansioni facciali. Apple riceve molte critiche online per queste «personas». È una tempesta in un bicchiere d'acqua. Naturalmente la funzione ha un potenziale di miglioramento, ma non la trovo fastidiosa. Riesco già a riconoscere chiaramente la persona e le sue espressioni facciali.

Vicoli ciechi a livello concettuale:

  • Modalità passthrough: sì, la riproduzione dell'ambiente reale è migliore rispetto ad altri visori VR. E sì, la tecnologia ha un potenziale ancora maggiore. Ma non importa quanto diventi buona; la realtà rimane sempre più bella. Nel prossimo futuro nessun display sarà in grado di riprodurre lo spazio colore dell'occhio umano. Persino i grandi sensori delle fotocamere non hanno una gamma dinamica paragonabile a quella della nostra retina. Me ne rendo conto quando tolgo il visore: la realtà è incredibilmente intensa e ben illuminata.
  • Input di testo: il Vision Pro è come un computer che devo utilizzare esclusivamente con il mouse. Per inserire un testo ho una tastiera virtuale fluttuante. Devo guardare e selezionare ogni lettera singolarmente oppure posso cercare di digitare con le dita in aria. Non c'è un feedback aptico e si possono usare solo gli indici. In alternativa posso dettare i testi a Siri attraverso il comando vocale. La soluzione migliore è una tastiera fisica. Ma poi la magia del funzionamento senza controller svanisce e devo sedermi a un tavolo.
  • Forma: il Vision Pro non è il prodotto che Tim Cook vuole davvero. Il suo obiettivo dichiarato è la realtà aumentata in occhiali trasparenti. Tuttavia questa modalità è ancora lontana dal proiettare contenuti nel campo visivo con una buona qualità. In cambio Apple ha costruito un simulatore AR. Sarà anche un capolavoro, ma le fotocamere ad alta risoluzione e i potenti chip hanno bisogno di spazio, quindi il visore è a forma di occhiali da sci e probabilmente in futuro rimarrà così.
Per le sue prestazioni il Vision Pro è compatto, ma sembra ancora un paio di occhiali da sci.
Per le sue prestazioni il Vision Pro è compatto, ma sembra ancora un paio di occhiali da sci.
Fonte: David Lee

A cosa serve il Vision Pro?

Il Vision Pro è un computer facciale che devo indossare. Anche se il visore è comodo, è pesante e mi rovina l'acconciatura. È dotato di una batteria ricaricabile con cavo. Affinché io metta il corpo estraneo sul mio viso per molto tempo, deve offrire un enorme valore aggiunto. La soglia è molto più alta rispetto a quella di un computer palmare, che oggi chiamiamo smartphone. In alcune situazioni il Vision Pro supera questo ostacolo. In altri casi potrebbe farlo in futuro. In altri casi ancora non ci riuscirà mai.

Intrattenimento

Il campo d'applicazione per eccellenza per il visore VR di Apple. Il Vision Pro è il miglior cinema mobile che esista. Mi si presenta davanti un enorme schermo che posso spostare e ridimensionare a mio piacimento. Sul soffitto sopra il letto, in un ambiente virtuale quando sono seduto in aereo o sul muro di un appartamento senza televisore. È così bello e comodo che probabilmente guarderei più spesso un film nel cinema virtuale, anche se a casa ho un televisore. Il visore offre anche la possibilità di guardare contenuti in 3D, anche se non tutti.

Per me lo schermo cinematografico virtuale è di gran lunga la migliore applicazione pratica del Vision Pro. Non posso fare i miei screenshot perché Apple oscura i contenuti protetti da DRM.
Per me lo schermo cinematografico virtuale è di gran lunga la migliore applicazione pratica del Vision Pro. Non posso fare i miei screenshot perché Apple oscura i contenuti protetti da DRM.
Fonte: Screenshot YouTube / Apple

Il settore dei giochi non è ancora sviluppato. Il modo migliore per utilizzare il visore è come TV facciale con un gamepad esterno. Sia per i giochi su un Mac sia forse presto con app native per servizi di gioco su cloud come GeForce NOW. Anche i giochi in realtà virtuale sarebbero possibili, ma in questo caso i visori con controller come il PSVR2 o il Meta Quest 3 hanno un chiaro vantaggio.

Produttività

Si può anche lavorare con il Vision Pro. Le app native di VisionOS sono ancora rare, ma la situazione migliorerà col tempo. Fino ad allora dovrò collegare il mio Mac e considerare il visore piuttosto come uno schermo esterno. Il monitor virtuale ha una risoluzione di 2560 × 1440 pixel. Come prova di resistenza cerco di modificare un video in DaVinci Resolve. Trovo che l'immagine sia troppo scura e il foveated rendering mi dà fastidio. Navigare sul web o scrivere testi, invece, funziona a meraviglia. Le configurazioni multischermo dell'interfaccia Mac non sono possibili, ma non mi dà fastidio. Posso continuare a tappezzare l'intera stanza con app VisionOS come Safari.

Postazione di lavoro virtuale nello spazio reale: la finestra al centro è lo schermo esterno del mio Mac, a sinistra e a destra fluttuano le app VisionOS. Posso disporre e ridimensionare tutto liberamente.
Postazione di lavoro virtuale nello spazio reale: la finestra al centro è lo schermo esterno del mio Mac, a sinistra e a destra fluttuano le app VisionOS. Posso disporre e ridimensionare tutto liberamente.
Fonte: Samuel Buchmann

Lo farei volontariamente a casa o in ufficio? Probabilmente no. Un vero monitor è meglio. E non devo indossare un computer facciale. Anche se il visore fosse più leggero e migliore non cambierebbe nulla. In viaggio la situazione è diversa. In aereo o in una camera d'albergo per l'enorme superficie di lavoro varrebbe la pena rovinare l'acconciatura.

Realtà aumentata e mista

Per me il potenziale della realtà aumentata e mista (MR) è una scatola nera. Nella realtà mista gli oggetti virtuali interagiscono con il mondo fisico. Da tempo gli appassionati ne prevedono applicazioni rivoluzionarie. Microsoft ha cercato di entrare nel mercato della realtà mista con HoloLens, ma non ha avuto successo e lo sviluppo è stato interrotto. Resta da vedere se l'influenza di Apple riuscirà ad attirare sviluppatori e utenti. Finora sono state presentate alcune belle dimostrazioni, come l'app JigSpace, che consente di posizionare un motore aereo virtuale nella propria stanza e di smontarlo.

Ci sarebbero molte possibilità. René, ad esempio, lavora nel settore dei musei e potrebbe immaginarsi visite virtuali per le persone che non sono in grado di effettuare una visita fisica. Oppure percorsi escursionistici storici, che in parte vengono arricchiti con contenuti digitali. Una rovina, ad esempio, potrebbe essere trasformata nell'edificio originale.

La realizzazione dipende anche dal numero di persone che un giorno avranno un dispositivo di questo tipo. Una volta che i visori avranno raggiunto il mercato di massa, si spera che più persone saranno in grado di guardare gli stessi contenuti. Infatti nella mia prova mi sono reso conto che con il Vision Pro sono da solo. Ha un effetto di isolamento sociale. Guardare un film con gli amici? Mostrare alla collega di lavoro qualcosa sul monitor? Tenere qualcosa davanti alla fotocamera durante una videochiamata? Neanche per sogno. In una conversazione con una persona reale, chi ho di fronte a me vede al massimo la strana immagine dei miei occhi. Non si crea un vero legame.

Gli occhi: lo specchio dell'anima. Beh, in realtà sulla mia testa c'è una versione inquietante degli occhi di René. Preferisco togliere il Vision Pro per una conversazione più lunga.
Gli occhi: lo specchio dell'anima. Beh, in realtà sulla mia testa c'è una versione inquietante degli occhi di René. Preferisco togliere il Vision Pro per una conversazione più lunga.
Fonte: David Lee

Conclusione: affascinante simulazione di una visione

L'Apple Vision Pro è entusiasmante. Una dimostrazione di forza dell'abilità ingegneristica di Apple. È il primo visore VR che voglio davvero. È più bello, più nitido, più preciso, più comodo e più sofisticato di qualsiasi altro visore precedente. Grazie alla sua influenza, alla perfetta integrazione nell'ecosistema e all'abile marketing, Apple sta generando un hype che altri produttori come Meta possono solo sognare.

Il Vision Pro è il prossimo iPhone? Il computer del futuro? No. È un'eccellente realizzazione di un'idea ben nota, ma finisce nello stesso vicolo cieco degli altri visori: in molte situazioni gli svantaggi superano i vantaggi. Devo legare il dispositivo alla testa e guardo costantemente il mondo attraverso fotocamere e display. Questo mi isola socialmente, perché le altre persone presenti non vedono quello che vedo io. Solo poche applicazioni offrono un valore aggiunto tale da rendermi disposto ad accettare gli svantaggi. Questo non cambierà con le generazioni future e con una tecnologia ancora migliore.

È un compromesso che il CEO di Apple Tim Cook ha adottato consapevolmente. Il Vision Pro è una simulazione degli occhiali AR fisicamente trasparenti che vuole costruire. Non si sa ancora se sarà mai in grado di farlo. E quando la tecnologia sarà pronta, anche questo concetto porterà a dei compromessi.

Vista dall'esterno, una scena del genere sembra surreale. È meglio utilizzare Vision Pro quando si è da soli.
Vista dall'esterno, una scena del genere sembra surreale. È meglio utilizzare Vision Pro quando si è da soli.
Fonte: David Lee

Al momento vedo soprattutto due campi di applicazione principali per il Vision Pro: come cinema mobile e come display esterno per un Mac. La prima esperienza è talmente buona che ne farei uso anche a casa. La seconda possibilità può essere superflua con una postazione di lavoro fissa, ma offre un vero valore aggiunto quando si viaggia. In futuro anche i giochi e i contenuti AR e MR potrebbero avere un valore aggiunto. Ma non valuto un prodotto in base al principio della speranza.

Alla fine il Vision Pro vale il suo prezzo astronomico? Solo per un gruppo ristretto di appassionati. Devi pagare i costi di sviluppo di un prodotto futuristico e pionieristico di prima generazione che non sostituisce nulla, ma al massimo lo completa. Se ne sei consapevole e non ti interessa, il visore Apple non ti deluderà. In quanto nerd mi sarà difficile resistere.

Immagine di copertina: David Lee

A 86 persone piace questo articolo


User Avatar
User Avatar

Le mie impronte digitali cambiano talmente spesso che il mio MacBook non le riconosce più. Il motivo? Se non sono seduto davanti a uno schermo o in piedi dietro a una telecamera, probabilmente mi trovo appeso a una parete di roccia mantenendomi con i polpastrelli. 


Potrebbero interessarti anche questi articoli

Commenti

Avatar