Retroscena
7 motivi per giocare ad «Animal Well»
di Kevin Hofer
Questa primavera ci sono state molte novità nel mondo dei videogame. Questi sono i giochi a cui abbiamo giocato o che abbiamo testato a lungo negli ultimi mesi.
Dopo la nostra prima rassegna trimestrale di marzo, la redazione di Digitec ha diligentemente continuato a giocare. Diamo quindi un’occhiata alle nuove uscite nei mesi di aprile, maggio e giugno che ci sono piaciute di più. Ma anche a quelle che non ti consigliamo di acquistare.
I titoli sono suddivisi in quattro categorie: «Must play», «Merita», «Raccomandato con riserva» e «Stanne alla larga». I giochi sono elencati in ordine alfabetico per ogni categoria. I tempi di gioco sono stati presi da howlongtobeat.com. Se si tratta di giochi che abbiamo testato o di cui abbiamo parlato in altro modo nella nostra rivista, trovi i link ai relativi articoli.
Questi giochi sono capolavori assoluti e possibili candidati a «Game of the Year». Quando valutiamo uno di questi giochi nelle nostre recensioni, gli diamo il massimo dei voti. Ciò non significa che siano titoli perfetti e senza difetti. Sono però titoli che, nell’insieme, ci hanno davvero stupito e di cui ci ricorderemo a lungo.
Sono giochi a cui dovresti dare assolutamente una possibilità, che il genere ti piaccia o meno:
Senza alcun dubbio Kevin è il maggiore esperto di Metroidvania della redazione. Nessun altro gioca così spesso ai rappresentanti di questo genere old school 2D. A maggio è rimasto particolarmente rapito dal gioco indie «Animal Well». Un Metroidvania così pieno di segreti che, anche dopo aver «finito» il gioco, puoi trascorrere innumerevoli ore nel suo mondo oscuro.
È un gioco che non ti prende per mano, ma che premia la tua voglia di scoperta. Un gioco dalla grafica e dall’atmosfera uniche. Un capolavoro. Il fatto che sia stato creato interamente da un unico sviluppatore lo rende ancora più speciale.
Sì, la nostra lista comprende anche le estensioni. «The Final Shape» si aggiudica un posto nella categoria superiore perché si presenta come il culmine della saga «Destiny», ormai decennale. La community del gioco è elettrizzata.
Anche il nostro esperto di «Destiny» Chris si è divertito un sacco con «Final Shape». Ha apprezzato soprattutto il mondo di gioco surreale, graficamente stupefacente e diverso da qualsiasi altra cosa avesse mai visto prima. Anche il gameplay è notevole, grazie a nuove meccaniche e funzioni, come la nuova abilità «Trascendenza», che porta una ventata di novità in queste classi. La cosa che dà maggiore soddisfazione, tuttavia, è la conclusione positiva della storia dopo tutti questi anni, anche se la trama non chiude tutti i punti irrisolti. Un must play imperdibile per tutte le giocatrici e i giocatori di «Destiny». Per tutti gli altri, invece, un buon motivo per avvicinarsi al mondo degli sparatutto sci-fi.
«Shadow of the Erdtree» è il secondo DLC a entrare nella categoria superiore della nostra lista. Nel caso di «Shadow of the Erdtree», tuttavia, il termine «espansione» è un macroscopico eufemismo. Quello che lo studio di sviluppo Fromsoftware mette a disposizione come DLC è più ricco della maggior parte dei giochi a prezzo pieno. Poche ore dopo avere iniziato il suo viaggio nella terra delle ombre Phil aveva già la certezza che questo DLC fosse uno dei migliori a cui avesse mai giocato.
Questo open world dall’atmosfera coinvolgente è zeppo di segreti, luoghi mozzafiato e mostri grotteschi. Considerate le frequenze di aggiornamento instabili, il gioco non è impeccabile dal punto di vista tecnico. Si tratta di piccoli problemi che non riescono però a intaccare l’ottima impressione generale di questo fantastico DLC.
L’esperto di giochi di costruzione Kim aveva già dedicato un bel po’ di ore alla versione early access di «Workers & Resources: Soviet Republic». Dopo il release della versione completa si è trovato di nuovo catapultato in Unione Sovietica. Ci ha già giocato per più di 90 ore e non sembra avere intenzione di smettere a breve.
Nel gioco ti trovi a capo di una piccola repubblica sovietica degli anni Sessanta. Il tuo obiettivo è far diventare il piccolo paese una potente nazione industrializzata. Quello che colpisce di questo gioco di costruzioni non è solo l’ambientazione insolita. L’estrema complessità del sistema economico metterà alla prova e darà filo da torcere anche gli appassionati di costruzioni più esperti. Se vuoi ridurre la complessità, puoi anche disattivare singoli elementi della simulazione.
I giochi di questa categoria, pur non riuscendo a diventare dei classici senza tempo, riescono bene in molte cose. Nelle recensioni i giochi di questa categoria hanno ottenuto quattro stelle su cinque. I pochi punti critici che abbiamo rilevato non dovrebbero dissuaderti dal giocarci.
Nel primo DLC di «Alan Wake 2» hai la possibilità di giocare a tre brevi episodi con tre diversi personaggi che conosci già dal gioco principale e da un altro gioco dello studio di sviluppo Remedy («Control»). Ho terminato tutta l’espansione combattendo fino alla fine e sono stato felice di incontrare di nuovo il mondo meravigliosamente stravagante di «Alan Wake».
Per quanto riguarda i contenuti, i tre episodi sono pazzi scenari «what if» che mescolano varie ambientazioni, personaggi ed eventi del gioco principale in un folle delirio onirico. A livello di gameplay il DLC offre più azione che horror: hai munizioni praticamente illimitate e, come un novello Terminator, ti fai strada tra orde di nemici provenienti dal «Dark Place». Anche se l’espansione nel complesso è molto breve e il gameplay da sparatutto a volte evidenzia ancora di più i punti deboli del gioco principale, il viaggio a «Night Springs» da solo vale la pena.
Ecco un altro Metroidvania che Kevin, l’esperto del genere, ha valutato. Con le sue meccaniche morph, il gioco porta una ventata di aria fresca in un principio di gioco stranoto. Come Kirby, la mascotte rosa di Nintendo, il protagonista si trasforma nel suo avversario solo premendo un pulsante. In questo modo il personaggio ha nuove abilità da utilizzare mentre attraversa il mondo e affronta combattimenti. Un pizzico di difficoltà in più, comunque, gioverebbe.
Il nostro Kevin non si trova a suo agio solo con i Metroidvania, ma anche con i JRPG. In qualità di vecchio fan di «Suikoden», aspettava con ansia il successore spirituale di «Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes». Il gioco è un meraviglioso JRPG revival per tutti coloro che hanno nostalgia dei giochi di ruolo old-school degli anni Novanta. Per tutti gli altri questo titolo, con le sue meccaniche di gioco antiquate, potrebbe sembrare un po’ superato.
«Fabledom» è un gioco di costruzione di città un po’ diverso che si distingue soprattutto per l’insolita ambientazione fiabesca e l’atmosfera «intima». Debora la nostra esperta di costruzione di città, ci ha giocato molto e ne è entusiasta.
In sé, il gameplay di costruzione non è nulla di speciale, ma l’attenzione alla decorazione della tua città e gli eventi fiabeschi che accadono di tanto in tanto sono molto convincenti. Può succedere che una strega cattiva minacci i tuoi abitanti e voglia trasformarli in scheletri. Oppure che ti capiti di trovare un fagiolo magico che cresce fino al cielo. O, ancora, che ti tocchi di inseguire un drago che spaventa i tuoi sottoposti. La simulazione di costruzione è interrotta da personaggi eroici che puoi controllare direttamente e con i quali esplori l’ambiente fiabesco.
In Foundry Debora ha trovato una miscela di giochi entusiasmante. Questo gioco in early access sembra combinare «Satisfactory», «Minecraft» e «Dyson Sphere Program». Devi costruire la tua fabbrica in un mondo fatto di mattoncini che puoi sagomare a tuo piacimento. Il gioco di costruzioni necessiterebbe di qualche ritocco a livello di presentazione grafica e di interfaccia, che risulta un tantino banale.
A Simon, il nostro fan dei roguelike, non dispiace che «Hades II» sia stato rilasciato solo in accesso anticipato. È già abbastanza soddisfatto dei contenuti già disponibili. Nel sequel di questo roguelike di successo indossi le vesti della figlia di «Ade», che dà il nome al gioco.
A prima vista il principio di gioco sembra abbastanza invariato, almeno per quanto riguarda il personaggio di Melinoe. I combattimenti sono un po’ più tattici e meno veloci, adesso ci sono risorse che puoi coltivare nella base e scoprire nel mondo, oltre a decine di stravaganti compari che incrociano il tuo cammino. È molto probabile che il gioco salirà di categoria quando verrà rilasciato con tutti i contenuti programmati.
Kim ha già giocato a innumerevoli videogame di costruzione con gli scenari più assurdi. E nonostante tutto, l’ambientazione di «Laysara: Summit Kingdom» è riuscita a sorprenderlo. Questa volta, infatti, la tua città devi costruirla sulle pareti rocciose e sulle pendici di una montagna. Le altitudini elevate comportano varie complicazioni e sfide nell’estrazione delle risorse e nella costruzione dei villaggi. Anche le valanghe e i fenomeni atmosferici possono complicarti la vita.
Per essere un early access, questo gioco di costruzioni sembra già molto divertente. La grafica è davvero bella e il gameplay è ottimo. I comandi sono intuitivi e la curva di apprendimento moderata. Tuttavia, secondo Kim manca una campagna, che verrà aggiunta solo nella versione completa.
«Luigi’s Mansion 2 HD» sarà anche «solo» un remake su Switch del classico uscito già undici anni fa per 3DS, ma la caccia virtuale ai fantasmi è sempre molto divertente. Cassie ha provato la nuova edizione senza aver mai giocato all’originale. Secondo lei è il miglior gioco della serie uscito finora – sì, anche meglio del fenomenale terzo capitolo per Switch.
Inizialmente devi abituarti un po’ ai livelli più bassi basati sulle missioni, soprattutto se sei abituato alle libertà di cui godevi in «Luigi’s Mansion 3». Tuttavia il gioco, con le sue piccole missioni snack, è perfetto per giocare qualche breve sessione e poi fare una pausa. Il titolo è stato completamente rinnovato a livello grafico e si fa apprezzare per i simpatici intermezzi, le ambientazioni dettagliate e i personaggi che sprizzano allegria.
Sebbene «Manor Lords» sia solo in early access, è già piuttosto notevole. Soprattutto se pensi che questo titolo indie è stato creato quasi in solitaria da un unico sviluppatore. Phil si è tuffato nel Medioevo ed è rimasto colpito in particolare dal modo organico in cui si sviluppano i villaggi. Infatti, questi non sembrano una versione medievale di New York con una struttura a griglia, ma hanno l’aspetto di veri e propri villaggi medievali.
Grazie alle sue meccaniche interconnesse, questo titolo offre una notevole profondità di gioco, per cui ci si diverte un sacco a vedere come gli abitanti del piccolo villaggio espandono gradualmente il proprio territorio. Va detto che il gioco non è proprio completo. Nella versione early access mancano infatti ancora alcune meccaniche di gioco, come la pianificazione del castello. Il rilascio della versione 1.0 è previsto per il prossimo anno.
Per ingannare il tempo in attesa di «The Legend of Zelda: Echoes of Wisdom», Phil ti consiglia di provare «Minishoot’ Adventures». A prima vista il gioco può sembrare un semplice sparatutto in 2D, ma in realtà c’è molto di più.
A bordo di una simpatica astronave parti all’esplorazione di un vasto territorio pieno di dungeon in cui puoi trovare passaggi segreti e sbloccare nuove abilità. Questo gioco in stile «Zelda» è uno spuntino perfetto per ingannare l’attesa, anche se con un eccesso di proiettili laser che ti sfiorano le orecchie.
Cerchi un gioco che ti coinvolga all’ennesima potenza? Eccolo qui. In «Mullet Mad Jack» sei all’interno di un game show in cui devi combattere e farti strada attraverso brevi livelli tubolari disseminati di robot e nemici vari. Devi uccidere qualcuno almeno ogni dieci secondi o la tua luce si spegnerà. Quindi non ti resta che sfrecciare e correre attraverso i tanti livelli, lasciando un’enorme scia di sangue alle tue spalle. Al nostro Phil è piaciuto un sacco, anche se a volte l’ha trovato un po’ eccessivo. È un delirio assoluto, dopo il quale devi prendere un Valium per abbassare i giri.
L’ennesimo Metroidvania, con cui naturalmente ha giocato il buon Kevin. «Nine Sols» si distingue dagli altri rappresentanti del genere grazie a un sistema di combattimento infernale ispirato a «Sekiro». Entrare nel gioco non è semplice. Lo studio di sviluppo Red Candle Games, conosciuto per i suoi giochi horror, all’inizio non ti lascia capire molto ed è avaro di spiegazioni. Se però tieni duro, potrai goderti un meraviglioso Metroidvania dalla storia avvincente e con un livello di difficoltà stimolante.
Questo classico per Gamecube è uno dei pochi giochi di ruolo di Mario a cui non avevo mai giocato. La nuova edizione per Switch, quindi, è arrivata proprio al momento giusto.
Nintendo ha regalato al remake per Switch una grafica completamente rielaborata e una nuova colonna sonora. Il gioco è bellissimo e si distingue anche per il bizzarro senso dell’umorismo e per il divertente sistema di combattimento a turni con elementi in tempo reale. Nel complesso, però, avrei gradito qualche backtracking in meno: tutto questo andare avanti e indietro dopo un po’ stufa.
In «Songs of Conquest» Phil, appassionato di retrò e pixel art, ha trovato un nuovo gioco di ruolo che lo manda in visibilio. Il gioco è l’erede spirituale di «Heroes of Might and Magic». In un magico mondo fantasy pieno di creature fantastiche, mostri ed eroi, ti muovi a cavallo, esplori la mappa e costruisci fortezze. I combattimenti sono a turni e richiedono molta tattica ma, grazie alla magia e alle abilità speciali, ti lasciano anche molta libertà. È un gioco che richiede un po’ di investimento di tempo per essere apprezzato appieno.
Tempo di gioco: 41 ore
Phil è rimasto praticamente senza parole mentre testava «Senua’s Saga: Hellblade II», perché la presentazione audiovisiva del gioco è straordinaria e raggiunge picchi assoluti. I personaggi del gioco, in particolare Senua, sono così dettagliati e si muovono in modo così realistico che ti sembra quasi di stare guardando un vero film. Anche le ambientazioni nordiche del gioco, con panorami rocciosi dai dettagli inquietanti e dall’illuminazione suggestiva, sono quasi troppo belle per essere vere.
Ed è un vero peccato che a livello di gameplay il gioco non riesca invece a distinguersi dalla massa. I combattimenti sono ripetitivi, gli enigmi insulsi. Ma un viaggio nella mitologia nordica vale sempre la pena, soprattutto se possiedi il Game Pass.
Per me «Stellar Blade» è una delle migliori sorprese tra i videogiochi dell’anno. Il primo AAA per console di Shift Up, lo studio coreano di sviluppo specializzato nel mobile, è un concentrato esplosivo d’azione che combina numerose ispirazioni, tra cui i soulslike «Uncharted» e «Dead Space», in una miscela di generi davvero originale.
Trovo particolarmente suggestiva l’atmosfera malinconica del desolato mondo sci-fi, accompagnata da una colonna sonora di prim’ordine. La protagonista iper-sessualizzata può piacere o meno, ma non dovrebbe trattenerti dal dare una possibilità a questo gioiello d’azione. Unico punto che mi sento di criticare: le quest secondarie noiose e le aree di gioco aperte parzialmente vuote.
Con «The Planet Crafter», Debora ha trasformato un pianeta morto in un paradiso lussureggiante. Il gioco combina delle meccaniche in stile survival come quelle di «Subnautica» con elementi di base che ricordano «Satisfactory». Per quanto riguarda la grafica, il gioco non raggiunge il livello dei due citati. In ogni caso, è comunque sempre una grande soddisfazione vedere un paesaggio privo di vita trasformarsi gradualmente in un ambiente paradisiaco, con cieli azzurri, laghi e piante.
Questi giochi sono rivolti principalmente ai grandi appassionati dei generi in questione. Nelle recensioni hanno ottenuto tre stelle su cinque. Sono validi, ma hanno dei difetti che potrebbero infastidire molte giocatrici e giocatori. Non sono brutti giochi, ma non sono nemmeno imperdibili.
Ho continuato a sorridere per tutto il tempo che ho testato «Children of the Sun», soprattutto per merito delle meccaniche di gioco davvero ingegnose. Il tuo personaggio è un cecchino che può controllare i proiettili che spara. Il tuo obiettivo è uccidere tutti gli avversari di un livello con un solo proiettile. Ad ogni nemico ucciso, riallinei il proiettile e avanzi nell’ambiente di gioco. Se invece sbagli il colpo, devi ricominciare da capo.
Questa meccanica di puzzle originale è davvero molto divertente. Peccato per i fastidiosi passaggi trial and error nella seconda metà del gioco. Anche un paio di livelli in più avrebbero fatto bene al gioco.
In realtà «Harold Halibut» meriterebbe di essere inserito in una categoria superiore. Anche solo per lo stile grafico unico: tutte le figure e gli scenari di gioco sono realizzati a mano con la creta da modellare. Fighissimo, davvero.
Purtroppo, durante il test Phil ha fatto fatica, soprattutto a causa della partenza lenta dell’avventura. La lentezza del ritmo di gioco all’inizio scoraggerà molte giocatrici e giocatori. Chi non si farà scoraggiare, sarà premiato con un gioco d’avventura avvincente, pieno di passione e dallo stile originalissimo.
Questo è un gioco divisivo. Anche se chiedi a Phil e a me. Nei panni di una suora attraversi una Russia in versione steampunk all’inizio del XIX secolo. C’è addirittura il diavolo in persona che parla con te. Forse si tratta di allucinazioni, come quando la capoinfermiera ha un omino che le balla sulla lingua a ritmo di dubstep. Avrei un sacco di domande da fare.
Io non sono riuscito a farmi piacere i molti fastidiosi passaggi del gameplay e l’umorismo quantomeno singolare e dopo poco più di due ore mi sono arreso. Phil invece ha tirato dritto ed è riuscito a godersi anche i momenti più assurdi.
Cassie si è immersa nella versione early access di «No Rest for the Wicked» e se n’è pentita, almeno in parte. Il nuovo gioco di Moon Studios, già sviluppatore di «Ori», è un action RPG che mescola e reinterpreta tanti elementi da generi diversi. Un po’ di «Diablo», un pizzico di «Monster Hunter» e una spruzzata di soulslike.
Si nota ancora tanto che il gioco è in early access. La storia è incompiuta e mancano ancora tante funzioni. Anche la performance, con i tanti lag e crash, è ancora lontana dall’essere una versione definitiva. Chi vuole giocarci assolutamente, può farlo. Tutti gli altri è meglio che aspettino la versione 1.0.
Nel gioco horror «Still Wakes the Deep» ti trovi su una piattaforma petrolifera dove accade un misterioso incidente e di colpo si scatena l’inferno. Phil ha provato il walking simulator ed è rimasto favorevolmente colpito dall’atmosfera. La storia, invece, non l’ha proprio entusiasmato. Per circa 40 franchi o euro ci si aspetterebbe un tempo di gioco un po’ superiore e anche una maggiore complessità. Se sei abbonato a Game Pass, puoi provarlo con l’abbonamento Microsoft.
Durante il test, questo gioco mi ha fatto uscire di testa. In generale il semplice meccanismo di gioco della serie «Super Monkey Ball» diverte ancora molto. Devi fare avanzare una scimmia in una palla di plastica attraverso un percorso ad ostacoli pieno di trappole e insidie. In alcuni livelli il gioco patisce un po’ per i controlli frustranti, la telecamera fastidiosa e i problemi di performance. Preparati a incazzarti.
Tra tutti i Metroidvania che l’esperto Kevin ha testato negli ultimi mesi, «Tales of Kenzera: Zau» è quello che gli è piaciuto meno. Ed è un peccato, perché il gioco può contare su una storia toccante e su una cornice appassionante e inusuale ambientata in Africa. Di questo Metroidvania deludono invece il design lineare dei livelli e i combattimenti eccessivamente caotici.
Cassie è una grande fan dei platform 3D degli anni Novanta. Un gioco come «Yellow Taxi goes Vroom» è proprio di suo gusto. La grafica ricorda quella dei giochi per PS1 e anche il gameplay.
Nelle vesti di un piccolo taxi, ti trovi a correre, saltare e combattere in semplici ambientazioni di gioco con tante monete da collezionare. Un breve e incantevole gioco che farà divertire soprattutto le giocatrici e i giocatori che sono cresciuti con questo genere. Tutti gli altri non ne coglieranno il fascino.
Nell’ultima categoria elenchiamo i giochi che ci hanno deluso. Nelle recensioni hanno ottenuto due stelle o addirittura solo una.
Due stelle non è proprio una catastrofe, ma ci va vicino. Sono titoli con difetti macroscopici che possono limitare notevolmente il divertimento di gioco. Nonostante tutti i punti critici, forse uno o due appassionati del genere potrebbero trovarli ancora passabili. Ma alla maggior parte delle giocatrici e dei giocatori sconsigliamo di acquistarli.
I giochi con una sola stella sono delle catastrofi da cui dovresti tenerti alla larga. Anche le patch e gli aggiornamenti possono fare ben poco. Sono giochi non più salvabili dal punto di vista del gameplay o della tecnologia.
Quando ha provato «Autopsy Simulator», il nostro Kevin si è sentito preso per i fondelli. Nonostante il titolo, non si tratta affatto di un simulatore. Il gameplay sembra un lungo e interminabile tutorial con mini-giochi inutilmente complicati. Sbadiglio. Se fai qualcosa di sbagliato durante l’autopsia, non c’è nessuna conseguenza. Che noia.
Per il futuro, lo studio di sviluppo promette una modalità «Autopsy Only» un po’ più impegnativa, che dovrebbe metterti più sotto pressione; resta da vedere se questa variante arricchirà davvero il gioco. Per lo meno la storia è raccontata in modo abbastanza avvincente.
A parte la modalità storia riuscita malissimo, nelle prime ore di gioco con «Endless Ocean Luminous» mi sono divertito da matti. Il gioco ti porta alla scoperta di un mondo sottomarino generato in modo casuale dove devi scansionare i pesci per raccogliere punti. Dopo un po’, però, scoprire e scansionare pesci finisce per diventare un’attività monotona. Purtroppo, il gioco ha molto poco a che fare con il gameplay rilassante dei suoi predecessori. La riuscita modalità online salva almeno in parte un gameplay senz’anima.
Qui trovi una panoramica del meglio e del peggio del primo trimestre (gennaio, febbraio e marzo):
Trovi una panoramica delle nostre recensioni di giochi anche su Opencritic.
Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.