
Recensione
«Ender Magnolia: Bloom in the Mist» è il mio nuovo Metroidvania preferito
di Kevin Hofer
Quella dell’anno videoludico 2025 è stata una partenza al fulmicotone. Ho passato in rassegna i titoli che hanno entusiasmato o deluso di più la redazione dei videogiochi nei primi tre mesi dell’anno.
Dall’ultima rassegna trimestrale la redazione ha trascorso diligentemente il proprio tempo a giocare e testare giochi. Diamo quindi un’occhiata alle nuove uscite dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2025 che abbiamo apprezzato di più. Ma anche a quelle che non ti consigliamo di acquistare.
I giochi testati sono suddivisi in cinque categorie: «Capolavoro» (5 stelle), «Merita» (4 stelle), «Raccomandato con riserva» (3 stelle), «Stanne alla larga» (2 stelle) e «Disastro totale» (1 stella).
I titoli sono elencati in ordine alfabetico per ogni categoria. I tempi di gioco sono stati presi da howlongtobeat.com. Trovi una panoramica di tutte le recensioni dei videogiochi che abbiamo pubblicato anche su Opencritic.
I giochi con cinque stelle sono capolavori assoluti e possibili candidati a «Game of the Year». Ciò non significa che siano titoli perfetti e senza difetti. Sono però titoli che, nell’insieme, ci hanno davvero stupito e di cui ci ricorderemo a lungo.
Sono giochi a cui dovresti dare assolutamente una possibilità, che il genere ti piaccia o meno.
«Ender Magnolia: Bloom in the Mist» è un metroidvania tirato a lucido. Il gioco non osa nulla di innovativo. Ma quello che fa, lo fa straordinariamente bene. Il suo mondo fantasy meravigliosamente cupo è tutto da esplorare e i dinamici combattimenti risultano convincenti grazie ad avversari impegnativi e a opzioni di attrezzatura versatili. Kevin, esperto del genere, ne parla con entusiasmo nella sua recensione.
Debora, la nostra esperta di costruzioni di città, ha giocato a «Foundation» già nella fase early access e si è innamorata del suo rilassante gameplay. Con la full release la simulazione sarà ancora migliore. Rispetto ad altri titoli, «Foundation» punta molto sull’espansione organica delle città che, tra le altre cose, consente di dare sfogo alla propria creatività grazie agli edifici modulari.
Phil non ha dubbi: «Split Fiction» è uno dei migliori – se non il migliore – gioco cooperativo a cui abbia mai giocato. Questa volta lo studio di sviluppo Hazelight di Josef Fares, la leggenda di «Fuck the Oscars», si è addirittura superato. La quantità di idee sfruttata nel gameplay di questo gioco sarebbe stata sufficiente per una decina di titoli. Anche la storia è convincente, con due protagoniste simpatiche e un mix di mondi fantasy e sci-fi.
Nella sua recensione, Kim esprime tutto il suo entusiasmo per questa avventura cupa. In «The Darkest Files», vesti i panni di una giovane procuratrice nella Germania degli anni Cinquanta. Il suo compito è indagare sui crimini perpetrati dai nazisti e consegnare i colpevoli alla giustizia. La peculiare estetica in stile comic-noir, la solida struttura narrativa con climax emotivi e il tema oppressivo fanno di «The Darkest Files» uno dei migliori giochi narrativi dell’anno.
«Xenoblade Chronicles X» è un gioco estenuante. Questo JRPG sci-fi ha dimensioni quasi eccessive e il sistema di combattimento è paurosamente complesso. Ma se non ti lascerai scoraggiare e investirai il tempo e l’energia necessari, potrai godere di uno dei migliori giochi di ruolo giapponesi di tutti i tempi. Il gioco è pieno di momenti magici, ad esempio quando, dopo infinite ore di gioco, riuscirai finalmente a sbloccare uno dei potenti mech che stravolgeranno del tutto il gameplay dell’open world. Da pelle d’oca.
I giochi di questa categoria, pur non riuscendo a diventare dei classici senza tempo, riescono bene in molte cose. Nelle recensioni i giochi di questa categoria hanno ottenuto quattro stelle su cinque.
I pochi punti critici che abbiamo rilevato non dovrebbero impedirti di giocarci.
Il gioco di ruolo fantasy dello studio di sviluppo Obsidian sembra una reliquia dei vecchi tempi di Bethesda. E lo intendo in senso assolutamente positivo. I mondi di gioco compatti offrono pochi tempi di inattività, ma molti contenuti interessanti in uno spazio limitato. Il sistema di combattimento piace per la grande flessibilità e la fluidità dei comandi. In questo viaggio nostalgico tutto da giocare, la storia un po’ zoppicante non mi ha infastidito più di tanto.
Secondo l’esperta di platform Cassie, «Donkey Kong Country Returns» è uno dei migliori giochi di tutti i tempi. Con il remake per Switch, il gioco per Wii risplende di nuova luce. Chi non ha mai giocato a questo gioco dovrebbe recuperarlo, mentre i vecchi fan dovranno rassegnarsi al fatto che non c’è praticamente nessun nuovo contenuto.
Per una volta nella vita devi partecipare a una delle gigantesche battaglie di «Dynasty Warriors: Origins». È impressionante vedere così tanti guerrieri lottare contemporaneamente sugli infiniti campi di battaglia. Tu sei al centro della mischia e da solo gestisci un intero esercito che massacra centinaia di nemici con arma bianca. In cambio di questo spettacolo epico sono disposto a perdonare anche la monotonia delle missioni e la storia mediocre.
Kevin, da quel fifone che è, non ama molto i giochi horror. Ma «Karma: The Dark World» l’ha conquistato. È chiaro da dove prende ispirazione: il gioco impiega elementi visivi e narrativi che ricordano le opere di George Orwell, David Lynch o Hideo Kojima. Tutte queste componenti si sommano in un quadro d’insieme originalissimo e inquietante. Dal punto di vista del gameplay, non devi aspettarti più di tanto, ma in compenso questo titolo horror si distingue per l’eccellente messa in scena.
Nessun altro gioco riesce a rappresentare un mondo medievale così spettacolare e ricco di dettagli. Ci trovi imponenti castelli, immensi accampamenti militari e tranquilli paesini dove Phil sarebbe rimasto volentieri durante il suo test del gioco. Attenzione, però, se sei alla ricerca di tanta azione e ti piacciono gli accadimenti rapidi: il gioco ha un ritmo molto rilassato, sia nella storia che nel gameplay, ed evita inutili spettacolarizzazioni.
È un gioco di pirati decisamente folle che si contraddistingue per la ricchezza del gameplay. Hai navi nemiche da affondare in battaglie tra le onde e orde di pirati ubriachi da affrontare usando sciabole e poteri magici. Se non hai mai giocato a un gioco della serie «Like a Dragon», puoi buttarti comunque a capofitto in quest’avventura perché non servono conoscenze preliminari. Per i fan di vecchia data la storyline strampalata potrebbe allontanarsi un po’ troppo dalla solita ambientazione Yakuza.
Ormai esistono moltissimi giochi di automazione. «Microtopia» si distingue da tutti gli altri perché non hai a che fare con nastri trasportatori, bensì con delle formiche. Se ti appassiona analizzare e ottimizzare processi automatizzati, questo è il gioco che fa per te. Nel suo test l’esperta del genere, Debora, rileva solo qualche fastidioso difetto in termini di quality of life.
«Monster Hunter Wilds» offre più contenuti di qualsiasi capitolo precedente della serie ed è anche più accessibile che mai, perlomeno in teoria. Se questo è il tuo primo approccio alla serie, la quantità di menu e opzioni disponibili potrebbe smontarti all’inizio. Ha avuto lo stesso problema anche Cassie durante la sua prova. Per contro però, le battaglie splendidamente realizzate contro i mostri, alcuni dei quali giganteschi, sono incredibilmente soddisfacenti. E il solito ciclo di gioco (caccia il mostro, rafforza il tuo equipaggiamento, caccia mostri più forti) è decisamente coinvolgente e ad alto tasso di assuefazione.
Questo classico JRPG è stato solo leggermente ritoccato, a differenza delle riedizioni di giochi analoghi, come ad esempio i remaster di «Dragon Quest». Le storie raccontate in questo gioco, ormai quasi trentenne, sono ancora convincenti. Il gameplay, invece, per molti appassionati di giochi di ruolo potrebbe non apparire più così fresco e talvolta goffo.
Questi giochi sono rivolti principalmente agli appassionati dei generi in questione. Nelle recensioni hanno ottenuto tre stelle su cinque. Sono validi, ma hanno dei difetti che potrebbero infastidire le giocatrici e i giocatori più critici.
Non sono brutti giochi, ma non sono nemmeno imperdibili.
«Atomfall» è ambientato in una area post-apocalittica off-limits situata in una sperduta zona dell’Inghilterra settentrionale. A prima vista, il gioco ricorda titoli come «Fallout» di Bethesda. Ma la prima impressione inganna. Invece di un enorme open world, qui trovi aree di gioco aperte più limitate. E invece delle quest tradizionali, hai un sistema di suggerimenti che ti guida nell’universo di gioco con frammenti di informazioni poco chiare. All’inizio è divertente, ma più passi tempo a giocarci più la cosa si fa sfiancante. La grafica non è spettacolare, i nemici sono incredibilmente stupidi e il sistema di combattimento corpo a corpo è impreciso. Eppure, in qualche modo questo gioco singolare emana un fascino tutto suo che ha convinto Phil, durante il test, a continuare a combattere fino ai titoli di coda.
«Assassin’s Creed: Shadows» offre forse l’open world più bello che abbia mai visto. È un peccato che dietro non ci sia altrettanta sostanza. Le missioni che si ripetono di continuo, le quest secondarie noiose e una storia non ben sviluppata, con il progredire del gioco rendono il Giappone in sottofondo monotono e senz’anima. Ma se stai cercando semplicemente la tua nuova dose di «Assassin’s Creed», con «Shadows» vai sul sicuro.
Sempre un gestionale, ma un po’ diverso. In «Blood Bar Tycoon» sei il gestore di un bar per vampiri in cui succhi il sangue ai clienti umani. Lo scenario originale è però frenato da alcune idee di gioco non ben sviluppate e da qualche bug di troppo. La storia ha comunque divertito il nostro succhiasangue Kim durante il suo test del gioco.
Con «Kaiserpunk», lo studio di sviluppo croato Overseer Games si è posto un obiettivo ambizioso. Questo gioco di genere misto è sia un gioco di costruzione di città sia un gioco di strategia globale, dove devi conquistare nuovi territori e combattere contro le nazioni nemiche. Purtroppo, il mix non è perfettamente riuscito, come ci racconta l’esperto di giochi di costruzione e strategia, Kim, nella sua recensione. L’ambientazione tetra e steampunk, invece, convince su tutta la linea: il gioco è ambientato in una versione dell’Europa in cui la Prima Guerra Mondiale non è mai finita.
Se ami la serie «Sniper Elite» e vuoi continuare a far saltare in aria i nazisti, con «Resistance» ti divertirai sicuramente. Tuttavia, il nostro cecchino Flo spiega nella sua recensione che il design delle missioni manca un po’ di innovazione e varietà.
Il nuovo videogioco sviluppato dalla «Blasphemous» è un misto di strategia in real time e stealth. Nel gioco, devi aiutare cinque personaggi a fuggire da un monastero diroccato trasformato in manicomio. L’ambientazione nella Spagna del XVIII secolo è stata realizzata con grande cura e uno stile grafico attento ai dettagli. Nel suo test, Kevin è uscito pazzo per colpa dei comandi approssimativi e dei numerosi bug e glitch.
«Two Point Museum» è un gestionale simpatico e poco complesso. Ti costruisci il tuo museo personale e poi stai a guardare i tanti teneri personaggini che vengono ad ammirare gli oggetti esposti. Il gioco si rivolge principalmente ai neofiti del genere o a giocatrici e giocatori che non cercano simulazioni troppo complicate. Per Debora, la nostra esperta del genere, la gita al museo è stata troppo superficiale.
Ogni anno la marmotta «WWE» si risveglia. La versione 2025 offre un gameplay più lineare, animazioni migliori e avversari IA più intelligenti. Molto ben fatta anche la rielaborazione delle animazioni dell’ingresso degli atleti. Tuttavia, nel gioco ritroviamo le ben note pecche del wrestling. Microtransazioni (soprattutto nella nuova modalità «The Island»), glitch e DLC fastidiosi hanno un po’ rovinato il piacere del combattimento al nostro lottatore Kim.
Due stelle non è proprio un disastro totale, ma ci va vicino. Sono titoli con difetti macroscopici che possono limitare notevolmente il divertimento di gioco. Nonostante tutti i punti critici, qualche appassionato del genere potrebbe forse trovarli ancora passabili.
Ma alla maggior parte delle giocatrici e dei giocatori sconsigliamo di acquistarli.
In realtà l’idea sarebbe forte: percorrere una città in stile Los Angeles a bordo di un’ambulanza e soccorrere vari feriti con misure di pronto soccorso. Ma la grafica penosa, l’IA disastrosa e i numerosi bug hanno davvero irritato Kevin durante il test del gioco.
In questo gioco vesti i panni di un aspirante produttore cinematografico che crea il proprio studio da zero. Nonostante le premesse promettenti, il gioco non è riuscito a convincere la nostra produttrice Kim, quando l’ha testato. Il gameplay diventa presto monotono, la grafica è troppo elementare e manca una motivazione nel lungo termine.
I giochi con una sola stella sono delle catastrofi da cui dovresti tenerti alla larga. Anche le patch e gli aggiornamenti possono fare ben poco. Sono giochi non più salvabili dal punto di vista del gameplay o della tecnologia.
Fortunatamente, questo trimestre non abbiamo testato disastri assoluti. Evviva! 🎉
Negli ultimi tre mesi abbiamo testato 24 giochi in totale. La redazione ha giocato alla maggior parte dei titoli su PC (15), poi su PS5 (6), Nintendo Switch (2) e Xbox Series X (1).
Nel primo trimestre, la media delle nostre valutazioni è stata di 3,7 stelle su 5. Questo dato colloca il primo trimestre leggermente al di sotto della media complessiva (3,8) di tutti i giochi testati della rivista. Trovi una panoramica di tutte le recensioni dei videogiochi che abbiamo pubblicato anche su Opencritic.
Le panoramiche trimestrali dello scorso anno sono disponibili qui:
Il mio amore per i videogiochi si è svegliato alla tenera età di cinque anni con il Gameboy originale ed è cresciuto a dismisura nel corso degli anni.